AttualitàIl “Tuttomio” di Ravello

Il “Tuttomio” di Ravello

Inserito da (redazionelda), mercoledì 21 novembre 2018 07:58:08

di Antonio Schiavo

Tutto cambia a questo mondo: cambia il clima, cambia la moda, cambiano le stagioni, i governi si autodefiniscono di cambiamento, cambia pure... il Padre Nostro.

Solo a Ravello sembra che tutto sia sempre uguale, immutabile. O meglio, gattopardescamente si dichiara che, da ora in poi, tutto cambierà per non cambiare nulla.

Sei nelle grazie del Principe di turno? E allora tutto sarà fatto a tuo favore: contributi, supporto, sovvenzioni, autorizzazioni, permessi, concessioni a gogò. E non c'è impedimento, normativa, regole che tengano. Tutto è possibile, fattibile, graziosamente autorizzato. Nessun Consiglio di Amministrazione deve essere convocato, nessun Conclave deve riunirsi. Fai come se fossi a casa tua!

Sei mio amico, sodale, grande elettore? Porte aperte e ambienti a tua disposizione per convegni e giornate di studio, spettacoli, concerti e marchette varie.

Sei un mio avversario politico o, appena appena, non la pensi come me? Porte sbarrate, chiavi nascoste o trattenute come se fossero della casa di proprietà, esilio in altri spazi (peccato che non ci ho ancora messo gli occhi), cavilli e bastoni fra le ruote per complicarti l'esistenza.

Non è storia di oggi. Ricordo che un'era geologica fa, all'epoca delle settimane natalizie il gruppo dei teatranti reietti doveva per l'allestimento del cabaret, comprare di tasca propria anche la carta per le scene e i fondali, i nastri adesivi, le prese di corrente a differenza di quanti, alla destra del padre, godevano di sovvenzioni , prebende e contributi di vario genere.

Tommaso Apicella nella risentita nota alla Fondazione Ravello ci va giù duro e nemmeno tanto velatamente sembra far scorgere nel suo scritto anche il bersaglio principale dei suo strali. Il suo interrogativo è anche il nostro: ma se quello spazio oggi negato perché ancora (ancora?) non si è riunito il Consiglio di Amministrazione della Fondazione da mesi in stato agonico, perché fino a qualche tempo fa nessun editto era necessario per le performances teatrali della Ribalta? Ed ancora l'agibilità della sala teatro è a corrente alternata?

Ormai non ci meravigliamo più di niente.

D'altro canto si era verificata una situazione analoga con la Società dei Concerti cui solo la lungimiranza e la comunanza di intenti con il Parroco e Franco Fortunato hanno consentito la prosecuzione di una attività di sicuro spessore culturale.

Inoltre (e qui rasentiamo il paradosso), da quanto ci è dato sapere, non tirerebbe buona aria nemmeno con Il Centro Europeo dei Beni Culturali, uno degli Enti che maggiormente hanno contribuito alla fruizione diversificata di Villa Rufolo.

Un libro di Andrea Camilleri si intitola "Il Tuttomio".

Lo tengo ancora fra i libri da leggere ma penso di farlo presto.

Vuoi vedere che è ambientato a Ravello?

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