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Costiera Amalfitana, lo scemo del villaggio al tempo delle notizie on line e dei social

Lo storico articolo del Sindaco Ferraioli, sempre attuale

Inserito da (admin), lunedì 29 aprile 2024 08:58:58

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A volte ci sono rapporti che si deteriorano al punto che non sono più sanabili, altre volte gli attacchi sgrammaticati meritano la giusta risposta.

Dalle pagine de Il Vescovado (www.ilvescovado.it) rilanciamo il duro e sempre attuale articolo di Raffaele Ferraioli, compianto sindaco di Furore, rivolto alle figure mitologiche che popolano il web in cerca di notorietà.

di Raffaele Ferraioli

"Uno dei guai più grossi arrecati da Internet alla società contemporanea è l'aver promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità.

Questo personaggio strano, con difetti fisici piuttosto evidenti, parecchio stravagante, palesemente tonto, incarna una figura strana, un po' romantica, un po' patetica e finisce per rallegrare la vita dei suoi concittadini.

La gente lo sfotte, lo canzona, lo deride, ma in fin dei conti gli vuole bene. Da un po' di tempo a questa parte addirittura lo teme.

"I social network", assicura Umberto Eco, "concedono il diritto di parola a legioni di imbecilli che prima sparlavano davanti ai bar ma non riuscivano ad arrecare grossi danni alla collettività. Venivano messi subito a tacere. Ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. Siamo all'invasione degli imbecilli!"

Lo scemo del villaggio, con la sua limitata intelligenza, in maniera inconsapevole fa sue le ansie, i dubbi, le paure, le angosce della comunità. Diventa spesso un parafulmine, un capro espiatorio, sul quale i furbi scaricano tensioni, sensi di colpa, cattiverie.

Aristotele fondò finanche una Scuola per scemi del villaggio, considerando indispensabile e insostituibile questa figura nella convivenza civile. Un ruolo per certi aspetti utile per il mantenimento degli equilibri sociali.

Dentro ogni villaggio c'è, quindi, uno scemo tollerato, nutrito, accolto più o meno da tutti. Un senza palle, bugiardo, incapace, un po' bullo e buffone, Lo si riconosce a vista d'occhio: sosta di solito davanti al bar, dorme sulle panchine, frequenta a tempo perso il salone del barbiere. Gira per il paese parlottando, borbottando, pronunciando frasi insensate. Urina per le strade, cammina su e giù, ciondolando, con le mani dietro la schiena, l'una a stringere il polso dell'altra.

Pone domande ma non pretende risposte, non le chiede, non le ascolta, non gli interessano, non sa che farsene. Lui non è capace di ragionare, di confrontarsi, di controbattere, sa solo pontificare, sentenziare.

Le sue esternazioni sono fatte di notizie appena orecchiate, i suoi ragionamenti sono sgangherati, i suoi pettegolezzi gli sono stati inculcati da vigliacchi che lo strumentalizzano, lo usano per mantenere l'anonimato. E' questa la sua funzione di "utile idiota" sempre pronto a diffondere falsità, malignità, restando impunito perché ritenuto un povero balordo, un mentecatto, "nu malato ‘e cervello ca nun sape chello ca dice".

Da simili considerazioni emerge una verità inoppugnabile: lo scemo del villaggio svolge una funzione assai rilevante nella convivenza civile di una comunità e finisce per essere decisivo per l'equilibrio sociale nel villaggio globale."

 

Foto di: Grapevine

 

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