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Flusso di Coscienza

Vietri sul Mare, Costiera Amalfitana, Comitato vietrese per la Difesa dei Beni Comuni, frazioni, borghi

«Non chiamate “borghi” le frazioni di Vietri», la dura invettiva del “Comitato vietrese per la Difesa dei Beni Comuni”

«L’amministrazione non deve dedicarsi anima e corpo a sostituirsi alla “Pro Loco”. Non abbiamo bisogno di promoter turistici qui a Vietri, ma di amministratori attenti e scrupolosi, attenti alle esigenze di tutti i cittadini, compresi quelli che non li hanno votati, perché tutti pagano le tasse in questo paese»

Inserito da (PNo Editorial Board), mercoledì 7 settembre 2022 16:21:59

Il "Comitato vietrese per la Difesa dei Beni Comuni" condivide le critiche degli autori del pamphlet Contro i borghi, cioè contro quella che una recensione apparsa sul Corriere della Sera (DARIO DI VICO, "Ma poi i borghesi li rovinano", inserto La Lettura del 28 agosto 2022) definisce in modo appropriato "borgomania".

Nato per connotare un abitato storico circondato da mura e caratterizzato da una riconoscibile struttura urbanistica e da specifiche tipologie architettoniche e monumentali, il termine "borgo" è diventato un sinonimo generico di «piccolo aggregato urbano» che contribuisce al branding della località 'tipiche'.

«È da almeno dall'estate del 2018 che il nostro Comitato denuncia l'uso e l'abuso del termine "borgo" da parte degli amministratori comunali in carica per indicare le frazioni o paesi collinari di Vietri sul mare. Si tratta di una chiara strumentalizzazione per fini turistico-commerciali per "vendere meglio" sul mercato il nostro territorio e tutto quello che rappresenta in termini di risorse, ma dimenticandosi puntualmente del fatto che si tratta di aree abitate da cittadini che per contrasto chiedono meno promozione turistica e più attenzione ai loro bisogni in termini di servizi pubblici».

Così si legge in una nota diffusa a mezzo stampa dal Comitato, che aggiunge: «Questo mantra sulla bellezza, bontà e "turisticità" dei nostri "borghi" è diventato francamente stucchevole, proprio perché chi abita in questi luoghi non si accontenta solo di poter vivere grazie al turismo, ma chiede giustamente che il turismo di massa non vada a scapito della qualità della vita».

Il commento del comitato è duro e incisivo: «Non si capisce che cosa ci trovino di bello i turisti nel nostro Comune se i primi a lamentarsi per i continui disservizi in tutti i settori della vita civile sono proprio gli stessi cittadini che vivono in quello che solo in apparenza è "un paradiso in Terra". Da oltre un decennio gli amministratori perseguono una scriteriata politica turistica della "porta aperta" che ci ha condotto all'overtourism (sovraffollamento turistico) e alla gentrificazione (lo stesso che "turistificazione") dei nostri centri urbani, con tutta una serie di conseguenze negative che sono sotto gli occhi di tutti, compresi gli stessi operatori del turismo, che si stanno finalmente rendendo conto degli effetti perversi di tali scelte politiche, quando ad essere intaccata è la stessa struttura commerciale del Paese».

Un esempio, per il Comitato, è «l'emblematica e imminente chiusura dello storico "Bar Centrale" e alla sua trasformazione in "friggitoria", l'ennesimo fast-food che nulla ha a che fare con le nostre tradizioni culinarie».

Come sottolineano Domenico Cersosimo, Antonio De Rossi, Filippo Barbera nella loro introduzione al libro Contro i borghi. Il Belpaese che dimentica i paesi (Donzelli Editore, 2022), l'uso e abuso del termine "borgo" è diventato un malvezzo diffuso in tutt'Italia oramai, per evidenti ragioni di carattere turistico-commerciale.

«Per quanto riguarda Vietri sul Mare - commenta il Comitato -, l'aver esteso arbitrariamente e impropriamente la denominazione di "borgo" - inizialmente attribuita all'abitato di Albori (facente parte a pieno titolo del Club dei Borghi più belli d'Italia) - a tutte le nostre frazioni ci è sempre apparso come una grande ipocrisia e una vera e propria falsificazione storica. Il fattaccio è avvenuto in concomitanza con la partecipazione della nostra cittadina alla gara televisiva per l'elezione del "Borgo dei Borghi d'Italia", concorso indetto dalla nota trasmissione "Kilimangiaro" su Raitre ogni domenica pomeriggio. Chiamare addirittura Marina o la stessa Vietri un "borgo marinaro" ci appare poi una vera e propria presa per i fondelli, buona per i turisti, polli da spennare, non certo per i cittadini di Vietri, quelli più avveduti s'intende. Sono anni che le nostre tradizioni marinare sono in declino».

Gli amministratori, per il "Comitato vietrese per la Difesa dei Beni Comuni",«si rifiutano di vedere la realtà, tanto è vero che sono maestri nell'arte di sfuggire all'obbligo (sempre più formale e mai sostanziale) della trasparenza degli atti amministrativi e ostinatamente caparbi nel loro rifiuto di dare risposte alle mille rimostranze della cittadinanza, rappresentata solo in parte dalla maggioranza e dalla pur attiva minoranza consiliare - non certo per colpa di quest'ultima, ma perché la normativa in materia di amministrazioni locali riduce il suo ruolo a quello di controllo sull'azione amministrativa, su cui non ha modo di incidere in alcun modo, anche quando si tratti di proposte del tutto sensate e condivisibili. La minoranza ha sempre torto per questi amministratori, "per partito preso". Non si tratta certo di un modo democratico di intendere l'assise cittadina. I sindaci sembrano sempre più delle copie in miniatura del nostro "governatore" (in realtà, Presidente del Consiglio regionale) Vincenzo De Luca, che non riconosce né gli avversari politici né ammette alcuna opposizione alla sua sinistra. Il suo governo e quello dei suoi vassalli politici a livello comunale è pura occupazione del potere. Una forma di governo monocratico (un sol uomo al comando!) di tal fatta non dura a lungo, la storia ce l'insegna ampiamente. Per nostra fortuna».

Il comitato ritiene che gli amministratori stiano «svendendo il paese al maggior offerente, ponendo le basi del suo futuro declino economico, produttivo, sociale, demografico, culturale ed artistico, creando i presupposti per la distruzione totale del suo patrimonio ambientale, architettonico e paesaggistico».

«Più che "borghi" a Vietri bisognerebbe parlare di "borgate" - nel senso di aree periferiche e marginalizzate, con tutto il rispetto per chi vi abita», chiosano i membri del Comitato, che chiedono una «"buona amministrazione" che sappia gestire in maniera efficiente i servizi pubblici locali: raccolta differenziata dei Rsu, sanità, scuole, trasporti pubblici, cura della rete stradale e del verde pubblico, politiche sociali adeguate, centri di aggregazione socio-culturale come ad esempio una biblioteca comunale, e così via. L'amministrazione non deve dedicarsi anima e corpo a sostituirsi alla "Pro Loco". Non abbiamo bisogno di promoter turistici qui a Vietri, ma di amministratori attenti e scrupolosi, attenti alle esigenze di tutti i cittadini, compresi quelli che non li hanno votati, perché tutti pagano le tasse in questo paese».

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