Tu sei qui: Storia e StorieValorizzazione condivisa del territorio sulle orme di Sant' Alfonso: l'idea che unisce la Costa d’Amalfi, Pagani e il foggiano
Inserito da (PNo Editorial Board), lunedì 6 febbraio 2023 16:22:08
Si intitola "Percorsi della fede alfonsiana. Redentorismo e terre del Mezzogiorno d'Italia" ed è l'incontro che si è tenuto lo scorso 31 gennaio all'Università degli Studi di Salerno, al quale hanno partecipato anche l'Assessore del Comune di Tramonti Antonio Giordano e il professor Domenico Taiani, storico.
Tutto nasce da un'idea del professore di Storia Alfonso Tortora, docente all'Università degli Studi di Salerno, che sta curando una monografia sul Redentorismo, tema storico finora non ancora trattato dai laici in maniera organica.
Nel 1888, uno storico tedesco, padre Karl Dilgskron, fu il primo a mettere in discussione l'idea che Sant'Alfonso Maria de' Liguori sia stato il fondatore dell'ordine. Secondo le ricerche del prof. Tortora emerge che il Santo, nella fase iniziale dell'azione che porterà alla nascita della Congregazione dei Redentoristi, svolse l'importante ruolo di cofondatore della Congregazione.
«Questa idea oggi - ha spiegato - ci aiuta a razionalizzare i passaggi costitutivi la Congregazione del Santissimo Redentore. Nella fase propedeutica alla costituzione della Fondazione dei Redentoristi Alfonso de' Liguori si muove, percorrendo alcuni territori tra la Campania e la Puglia. Siamo ai primi decenni del Settecento. Rientrato a Napoli stremato dalle fatiche svolte nei territori pugliesi, viene portato in un luogo salubre per riprendere le forze. Su suggerimenti vari giunge a Scala. Qui, il santo si accorge che in quei luoghi convergono una gran quantità di pastori, agricoltori e gente umile e semplice. Predica in chiesa e confessa: i due momenti aprono ad Alfonso de' Liguori universi di abissali bisogni. Da questo punto comincia il percorso della fede alfonsiana, che si traduce in azione missionaria ampia nel tempo e nello spazio».
Dal 1732 i missionari cominciano la loro opera evangelizzatrice in maniera organizzata, aggregando iniziali soci e dotandosi di modeste strutture.
Ad oggi, l'idea è quella di una valorizzazione condivisa del territorio seguendo i percorsi della fede alfonsiana, restituendo alla nostra contemporaneità l'unità, la compattezza di un ideale progetto spirituale, che diventa riproposta culturale di un'identità a sfondo nazionale.
«A Tramonti - ha detto il dott. Giordano, nel suo intervento - avevo individuato dei percorsi che ruotavano attorno ad alcune chiese. Tramonti ha 13 frazioni, ognuna di queste identità si è costruita attorno alle principali chiese. Avevamo ideato, attraverso un programma progettuale, la valorizzazione della "Via degli Asceti", in modo tale da riuscire a valorizzare alcuni luoghi simboli del territorio tramontino, come ad esempio la cappella rupestre dedicata a S. Michele, dove si è recato anche S. Alfonso. Effettuando questo percorso il Santo si è fermato a Campinola, dove ha suonato l'organo della chiesa locale. In sintesi, il progetto puntava ad un finanziamento al fine di recuperare anche il percorso alfonsiano; ma non è stato accettato. Comunque, la mia esperienza di precedente Sindaco del Comune di Tramonti mi induce a ritenere importante che questo tipo di progettualità, a ricaduta turistica, deve necessariamente ottenere l'appoggio della Comunità montana per la manutenzione e la manodopera dei sentieri oggetto di progettualità. Un altro suggerimento è quello di mettere in rete tutto il materiale in modo tale che sia accessibile e fruibile. Se l'università ci tiene tutti uniti, avremo un importante supporto ai nostri progetti».
L'idea del dottor Giordano è quella di «stilare un protocollo d'intesa, in modo che resti traccia di questa attività che vogliamo portare avanti. Cosi che, anche nel succedersi delle amministrazioni, si possa continuare a lavorare fianco a fianco. Facciamo in modo che i vari Comuni qui presenti possano adottare, inizialmente, una delibera di giunta, un documento programmatico che fermi la volontà dell'Ente a de passaggi istituzionali».
Il prof. Domenico Taiani, storico della Costa d'Amalfi, invece, ha evidenziato un nesso tra Sant'Alfonso e San Michele, del cui culto a Tramonti è testimone la Cappella rupestre di S. Michele Arcangelo: «Sant'Alfonso è stato ospite della famiglia Taiani a Vietri lungo i suoi pellegrinaggi. I suoi spostamenti nella costa, non a caso, tornano sui luoghi del culto di San Michele. C'è un filo conduttore innegabile che lega i due personaggi».
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