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Storia e Storie

Un progetto di restauro da 15 milioni di euro punta a trasformare la struttura storica in un'attrattiva per il turismo esperienziale, preservando l'integrità architettonica e culturale del luogo.

Tramonti: la presentazione del libro di Pietro Santoriello accende la speranza di restauro dell'antico conservatorio

In occasione della presentazione del volume Il Real Conservatorio dei SS. Giuseppe e Teresa a Tramonti, scritto dall'architetto Pietro Santoriello, si è rinnovato l’impegno per il recupero dell’antico Conservatorio di Pucara.

Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), venerdì 8 novembre 2024 22:13:50

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Di Maria Abate

Un evento culturale che si è concluso con una promessa: si farà il possibile per recuperare il Conservatorio dei SS. Giuseppe e Teresa di Pucara, da anni chiuso perché pericolante.

Questa sera, 8 novembre, nell'Aula Consiliare di Tramonti, in collaborazione con il Centro di Cultura e Storia Amalfitana, è stato presentato il volume "Il Real Conservatorio dei SS. Giuseppe e Teresa a Tramonti" scritto dall'architetto Pietro Santoriello.

Immancabile l'introduzione del professor Giuseppe Gargano, che ha espresso il suo legame con Tramonti, spiegando come «molte famiglie partite da questa terra si sono proiettate in altri centri della Costiera, fornendo la presenza umana durante il Medioevo. Nel suo libro, l'architetto Santoriello - parlando di cantieri, costruttori e documenti - evidenzia l'importanza di un Ente come quello del Monastero, che si mostra come una struttura fortificata e che testimonia una vasta rete di interconnessioni, scambi e rapporti con tutti i territori limitrofi. Oggi, da questo conservatorio esalano gli aromi del Concerto, che proietta la società del passato nel futuro».

L'evento ha visto la partecipazione, oltre che dell'autore, del professor Adriano Ghisetti Giavarina, dell'Università "Gabriele d'Annunzio" di Chieti-Pescara, che ha scritto la prefazione al libro. Un lavoro che - ha spiegato - «si pone come esemplare di un metodo di analisi storico-architettonica che non trascura aspetti socio-economici e culturali, integrando le notizie fornite dai documenti con i confronti stilistici», ma che soprattutto rappresenta, grazie agli accurati rilievi, «un procedimento preliminare all'augurabile restauro di questa testimonianza storico-artistica altrimenti destinata ben presto a scomparire del tutto».

«Tramonti - ha dichiarato Raffaella Bonaudo, soprintendente per l'Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Salerno e Avellino - credo che sia uno dei pochi paesi della Costiera che ha mantenuto il suo assetto originario senza necessariamente spostarsi verso la marina, l'investimento, l'estate, e quindi è un paese che ha modo di vivere tutto l'anno. Dobbiamo capire insieme che cosa poter fare per questo territorio così importante e interessante. È vero che ci sono tanti vincoli, ma spesso i vincoli si superano in termini di qualità: se c'è qualità in un progetto e in una visione per la propria comunità si possono superare gli ostacoli».

I vincoli di cui si parla sono quelli connessi al rilancio di una struttura storica senza però snaturarla. Ed è questo l'obiettivo che l'amministrazione comunale si è posta con il progetto di restauro del Conservatorio, nell'ambito di un turismo esperienziale che si sposa perfettamente con l'anima genuina di Tramonti.

Il progetto di fattibilità tecnico-economica per il restauro dell'antico conservatorio elaborato dallo studio Centola & associati, per la cui realizzazione si stima l'importo di circa 15 milioni di euro, prevede - ha spiegato il vicesindaco Vincenzo Savino - «senza intaccare la parte storica, un discorso legato al mondo ricettivo, quindi abbiamo pensato di creare all'interno delle celle che un tempo furono delle suore delle stanze d'albergo, mentre altre aree potrebbero essere adibite a Spa. A Venezia, il prossimo 25 e 26 novembre, alla Borsa Internazionale del Turismo Esperienziale, parleremo anche di questo progetto. Un progetto che rientra nel Sentiero delle Tredici Chiese, che parte proprio da Pucara».

Interessante l'intervento della scrittrice Rita Di Lieto, che ha raccontato come il Monastero, durante la Seconda Guerra Mondiale, avesse ospitato «le persone che erano state evacuate dalla fascia costiera napoletana per sfuggire ai bombardamenti. Una di queste persone era un ragazzo di San Giovanni a Teduccio, Salvatore Improta, che ha scritto un libro uscito nel 2023 e intitolato "Io sarò il tuo porto". Racconta la storia di un ragazzo che all'interno del Conservatorio ha conosciuto una ragazza che veniva fatta passare per novizia, ma che in realtà era un'ebrea che avevano fatto ricoverare lì per salvarla dalla tragica deportazione nei Lager».

Ma veniamo al protagonista della serata, l'autore del libro, Pietro Santoriello, che ha raccontato come il suo volume abbia richiesto quattro anni di lavoro, fin da quando nel 2020 egli rinvenne alcuni documenti sul Conservatorio, mentre cercava altro. Una scoperta che lo appassionò a tal punto da chiedere il permesso all'amministrazione comunale per entrare nel Monastero, nonostante la pericolosità, per effettuare i suoi rilievi.

Nel suo meticoloso lavoro di indagine, l'architetto ha scoperto che l'ideazione della struttura si deve al noto ingegnere napoletano Antonio Galluccio, che però morì nel 1697, ben prima che il monastero venisse inaugurato: nel 1723. «Nel capitolato d'appalto c'è la data di avvio dei lavori, il 7 dicembre 1684, ma sopraggiunge immediatamente la scomunica da parte dell'arcivescovo di Amalfi Michele Bologna, che di fatto interrompe la costruzione del monastero, che prenderà il via nel 1690 e si concluderà dopo 30 anni». La costruzione dell'edificio ha dovuto fare i conti con la morfologia del territorio, con la preesistenza di strutture (tra cui case di privati) e con due terremoti che danneggiarono la struttura.

Grazie al materiale scientifico raccolto con assiduità e dedizione nei maggiori archivi campani, Santoriello ha riscritto in parte la storia non solo della Casa religiosa in esame, ma di numerose fabbriche site anch'esse in Tramonti. Tra le carte di maggior importanza devono essere indicate senza alcun dubbio quelle che riportano i nomi di importanti artefici attivi a Napoli nel XVIII secolo, come il riggiolaro Ignazio Chiaiese e il marmoraro Filippo Belliazzi, che prestarono la loro opera in alcuni edifici sacri di Tramonti.

Il sindaco Domenico Amatruda, autore dei Saluti che fanno da introduzione al libro, ha chiesto l'aiuto dell'architetto, della Soprintendenza e del Centro di Cultura e Storia Amalfitana, per recuperare la Villa Romana che giace abbandonata a Polvica, «perché senza la conoscenza e la valorizzazione del passato, non è possibile costruire il futuro».

Santoriello non si è tirato indietro, anzi ha annunciato che il suo lavoro su Tramonti è appena iniziato.

L'evento di presentazione del libro ha acceso i riflettori su un patrimonio architettonico e storico unico, che rischia di andare perduto ma che, grazie alla determinazione delle istituzioni e degli esperti coinvolti, ha ora una concreta speranza di rinascita.

La promessa di recuperare il Conservatorio dei SS. Giuseppe e Teresa rappresenta una sfida ambiziosa ma necessaria, per valorizzare un luogo che incarna l'identità storica e culturale di Tramonti.

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