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Storia e Storie

Ravello, Costiera Amalfitana, Storia, Dialetto, Modi di dire

La saggezza di un popolo (12)

La saggezza del nostro popolo, da sempre, si manifesta non solo nelle grandi opere letterarie o del pensiero filosofico, ma anche nelle consuetudini verbali, negli scambi dialettici di tutti i giorni

Inserito da (Admin), mercoledì 13 marzo 2013 17:11:41

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di Antonio Schiavo

"Sciuvecà" è un termine quasi onomatopeico che indica, nel nostro grande dialetto, la capacità di cercare a fondo, di essere caparbi nella ricerca di cose che difficilmente troveremmo se non impegnandoci con costanza e senza demoralizzarci.

Devo dire, cari lettori de Il Vescovado, che un po' deluso lo sono o, piuttosto, amareggiato.

Dopo quasi due anni (forse anche per colpa mia) non sono riuscito a coinvolgere molte persone, in questo lavoro di approfondimento della memoria collettiva.

La fatica si fa improba e le fonti vanno prosciugandosi. Pure il numero dei contatti è andato progressivamente riducendosi anche se gli aficionados rimangono obiettivamente tanti.

Spero vivamente che questa idea, per me vincente, non abbia cominciato ad annoiare e che, presto, si possa riprendere a lavorare insieme.

Sciuvecanno, sciuvecanno ecco le nuove perle che ho trovato:

A chi me dà a mangià o chiammo tato:

si dice di chi è opportunista ai massimi livelli

Sciacqua Rosa e viva Agnese:

si dice di chi fa la bella vita, senza freni né soverchi pensieri

Ne fanno tacche e chiuove:

si sfrutta qualcosa fino alla fine o, figurativamente, si approfitta impunemente di qualcuno o qualcosa

Avimme perso ‘e crape e raccuglimme ‘e corne:

Siamo arrivati tardi,abbiamo perso un'occasione,non siamo stati capaci di evitare un problema

Collegabile ad un altro proverbio:

Dopp'arrubbato mettettero ‘e porte de fierro:

Sono stati poco previdenti

A cavallo iastemato ce luce ‘o pilo:

Parlatene male purchè ne parliate. A volte le chiacchiere su una persona ne aumentano la considerazione e la visibilità a dispetto dei maldicenti.

E pecore se contano quanno traseno:

I conti si fanno solo alla fine. Mai vendere la pelle dell'orso prima di averlo ammazzato.

Avimmo truvato a Pataterno addurmuto:

Siamo stati oltremodo fortunati. Le cose ci sono andate bene indipendentemente dalle nostre capacità.

E che: aggio ‘ncruciato io ‘o Papaterno:

Espressione che indica scoramento di fronte a difficoltà e problemi apparentemente senza fine.

Avite lasciato ‘o muorzo d'a crianza:

Quando,dopo aver mangiato a quattro palmenti, si lascia una piccola porzione nel piatto per dimostrare di essere parchi o,magari, a dieta.

Chi nun tene solde fa progetti ma chi tene solde accatta oggetti:

Il massimo del cinismo e del pragmatismo che si collega a :

Senza soldi nun se cantano messe

Oppure a quel proverbio più famoso :

Chiacchiere e tabacchere de legno ‘o Banco de Napoli nun ne ‘mpegna

Chello già è bello ‘o petrusino:

La situazione è già complicata di suo

Ma che lo vuleva spegnere tutto isso chell'ato poco de ‘nzogna:

Epitaffio verbale e malevolo che accompagna chi lascia questa vita molto avanti negli anni

Si nun sai fa ‘o scarparo nun scassà ‘o c..zo e semenzelle:

Bisogna badare al sodo. Se non ne sei capace è inutile che ci fai perdere tempo

(continua...)

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