Tu sei qui: Storia e StorieIl ricordo di Sigismondo Nastri dell'alluvione del 25 ottobre 1954 a Maiori
Inserito da (Admin), giovedì 24 ottobre 2024 18:25:24
di Sigismondo Nastri -
Ho ancora vivo nella mente il ricordo di quella mattina del 26 ottobre 1954. Giovane corrispondente di provincia, mi trovai catapultato sul luogo che mostrava, in maniera a dir poco drammatica, i segni di una tragedia immane, consumatasi nel cuore della notte. Era già da tre anni che scrivevo sui giornali. Non ho dimenticato l'emozione che mi aveva procurato, nel 1951, l'uscita del primo articolo firmato su "La Voce di Salerno", autorevole settimanale fondato da Ugo Abundo, diretto allora da Giuseppe Raffaele Pastore e Italo Santoro.
Ma fino a quel disgraziato mattino del 26 ottobre 1954 avevo avuto modo di occuparmi solo di politica e "colore" locali, di cronaca spicciola. Mai di una vicenda così allucinante, così sconvolgente.
La sera precedente ero stato ad assistere a una movimentata seduta del consiglio comunale ad Amalfi, protrattasi fino a ora tarda. Pioveva a dirotto. Arrivai a casa - abitavo nella Valle dei Mulini - inzuppato come un pulcino appena nato. Forse per l'acqua che batteva sui vetri delle finestre, per il rimbombo dei tuoni, dormii poco.
Uscii di casa all'alba e, appena arrivato in piazza, seppi che "un'alluvione aveva distrutto Maiori". Non persi tempo. Montai a bordo di un camioncino che stava caricando pane da portare a quella sventurata popolazione. Intanto, si stava già mettendo in moto l'opera di soccorso, coordinata da Francesco Amodio, sindaco di Amalfi, e da mons. Mario Di Lieto, delegato della Pontificia Opera di Assistenza. L'automezzo, sul quale avevo preso posto, dovette fermarsi a Minori. Non c'era possibilità di proseguire in quell'immenso mare di detriti e fango.
A Maiori ci arrivai a piedi, con fatica. Non sono in grado di dire come. Guardai in giro e mi venne da piangere. Vidi i cadaveri recuperati tra le macerie, assistetti alla ricerca affannosa di poveri corpi straziati, cercai di raccogliere delle testimonianze; poi, tornato ad Amalfi, corsi a telefonare a "Il Mezzogiorno", quotidiano napoletano diretto da Alberto Consiglio, del quale ero stato nominato corrispondente da un mese. Ho ritrovato ora la tessera, datata 23 settembre 1954, che mi accreditava presso le "autorità". Scopro che è firmata - per il direttore - da Antonio Lubrano, anche lui giovanissimo, divenuto poi uno dei pilastri del giornalismo italiano. Riguardandomi sulla foto, mi vedo magrissimo, forse elegante (per quel tempo: oggi è raro che mi metta in giacca e cravatta), con tanti capelli biondi, ondulati, pettinati con cura, come piaceva a mia madre.
La telefonata al giornale, dal centralino di Amalfi - la chiamata era "con partenza da Napoli", come veniva puntualmente segnalato alla centralinista - si rivelò un'impresa difficile perché le linee erano sovraccariche, disturbate o addirittura guaste. L'indomani, in prima pagina, mi trovai citato nel servizio firmato da Franco Bellomi: "Una drammatica telefonata continuamente interrotta - aveva scritto - ci è pervenuta dal nostro corrispondente Sigismondo Nastri, il quale ha potuto con molte difficoltà fornirci altri particolari sul disastro. A Maiori e Minori si registrano ingentissimi danni, mentre nulla è dato sapere sull'entità dei danni e delle eventuali vittime a Tramonti, a causa dell'interruzione delle comunicazioni. A Maiori la furia delle acque ha distrutto il corso Reginna, abbattendo tutti i palazzi. Dai primi accertamenti, effettuati dalle squadre specializzate, si contano 15 vittime che sono state allineate nella Cappella della Chiesa Madre. Si suppone inoltre che molti altri cadaveri siano rimasti sotto le macerie...".
In quella alluvione i morti furono 54: tre a Minori, 37 a Maiori, 14 a Tramonti. L'immagine del corso Reginna, che presento qui, documenta lo scenario di quella terribile mattina. La foto, inedita, fu scattata - per me, ci tengo a sottolinearlo - da un bravo fotografo dilettante, il cavaliere Giulio Bianchi, direttore del dazio ad Amalfi.
Se sei arrivato fino a qui sei una delle tante persone che ogni giorno leggono senza limitazioni le nostre notizie perché offriamo a tutti la possibilità di accesso gratuito.
Questo è possibile anche grazie alle donazioni dei lettori. Sostieni l'informazione di qualità, sostieni Il Vescovado!
Scegli il tuo contributo con
Per rimanere costantemente aggiornati con le notizie del Vescovado, in tempo reale sul tuo smartphone, scarica la App!
Per dispositivi Apple |
Per dispositivi Android |
rank: 101036102
Di Maria Abate Un evento culturale che si è concluso con una promessa: si farà il possibile per recuperare il Conservatorio dei SS. Giuseppe e Teresa di Pucara, da anni chiuso perché pericolante. Questa sera, 8 novembre, nell'Aula Consiliare di Tramonti, in collaborazione con il Centro di Cultura e Storia...
Apre al pubblico, all'interno dell'iniziativa della Casa del Giorno, l'ipogeo della grande Casa di N. Popidius Priscus. Raggiungibile attraverso una scaletta interna, il piccolo ma suggestivo ambiente sottoposto conserva nel suo antro due nicchie larario (edicole sacre) affiancate e un antico pozzo....
di Sigismondo Nastri "Il ricordo è l'unico paradiso dal quale non possiamo venir cacciati" è il motto del mio blog (www.mondosigi.com), preso in prestito da Jean Paul (pseudonimo di Johann Paul Friedrich Richter, scrittore e pedagogista tedesco: Wunsiedel, 21 marzo 1763 - Bayreuth, 14 novembre 1825)....
Mentre in molte località campane il giorno della Commemorazione dei Defunti è segnato dalla dolcezza dei torroncini chiamati "ossa dei morti", in Costiera Amalfitana c'è una tradizione diversa, nata da radici più rustiche e di praticità. Qui, infatti, il 2 novembre si porta avanti una tradizione gastronomica...
di Sigismondo Nastri - Sull'alluvione di Maiori, avvenuta nella notte tra il 25 e il 26 ottobre 1954, ripropongo qui, tratta da un mio articolo, pubblicato sul quotidiano "Il Tempo" del 24 ottobre 1974, la testimonianza dell'onorevole Francesco Amodio, che all'epoca di quella calamità era sindaco di...