Tu sei qui: Storia e StorieChernobyl, una ferita ancora aperta: il mondo ricorda il disastro del 1986
Inserito da (Admin), sabato 26 aprile 2025 11:58:20
Il 26 aprile 1986, alle 1:23 del mattino 8ora locale), il reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl, in Ucraina (all'epoca Unione Sovietica), esplose durante un test di sicurezza mal gestito. L'incidente rilasciò enormi quantità di materiale radioattivo nell'atmosfera, dando origine alla più grave catastrofe nucleare della storia.
Le conseguenze immediate furono drammatiche: 31 persone morirono nei primi giorni a causa dell'esplosione e dell'esposizione acuta alle radiazioni. Nei mesi e negli anni successivi, migliaia di "liquidatori" — operai, vigili del fuoco, militari e volontari — furono impiegati per contenere la contaminazione, spesso senza adeguate protezioni. Le stime delle vittime a lungo termine variano: secondo l'UNSCEAR (Comitato scientifico delle Nazioni Unite sugli effetti delle radiazioni atomiche), si prevedono fino a 4.000 morti per tumori tra le persone più esposte.
Oggi, 26 aprile 2025, ricorre la Giornata Internazionale in Commemorazione del Disastro di Chernobyl, istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2016.
Il mondo intero osservò attonito l’espandersi della nube radioattiva, che nei giorni successivi investì gran parte dell’Europa, compresa l’Italia. I primi allarmi ufficiali arrivarono dalla Svezia, dove furono rilevati livelli anomali di radioattività.
In Italia la nube radioattiva raggiunse il territorio nazionale tra il 28 e il 30 aprile 1986, colpendo in particolare il Nord, favorito dalle correnti atmosferiche. Il governo italiano dell’epoca, guidato da Bettino Craxi, adottò una serie di misure precauzionali: venne consigliato di evitare il consumo di verdure a foglia larga, latte fresco e acqua piovana. In molte scuole furono vietate le attività all'aperto e si susseguirono campagne di informazione per la popolazione, anche se spesso confuse e contraddittorie, a causa dell'incertezza sui dati effettivi di contaminazione.
Il disastro di Chernobyl ebbe conseguenze anche sul dibattito energetico in Italia: l'onda emotiva suscitata dall'incidente portò nel 1987 allo storico referendum che sancì l'abbandono del programma nucleare italiano.
A 39 anni di distanza, Chernobyl resta una ferita aperta nella memoria collettiva. Le conseguenze sanitarie, ambientali e sociali dell'incidente continuano a essere studiate. L'area circostante la centrale, la cosiddetta "zona di esclusione", è ancora oggi fortemente contaminata, mentre l'immenso sarcofago in acciaio installato nel 2016 tenta di contenere le radiazioni residue.
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