Storia e StorieCento anni fa un santo di nome Massimiliano a Ravello

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Cento anni fa un santo di nome Massimiliano a Ravello

San Massimiliano Kolbe, a Ravello in quella estate del 1919

Inserito da (redazionelda), martedì 4 giugno 2019 16:52:53

di Salvatore Amato

La prima testimonianza sul convento di Ravello negli scritti kolbiani è contenuta in una lettera indirizzata alla madre Maria, il primo luglio 1914, in cui il giovane studente del Collegio Internazionale Serafico annunciava che alla fine di quel mese sarebbe andato a Zagarolo per le vacanze estive. "Non ci andremo tutti - scriveva San Massimiliano - perché una parte rimarrà a Roma; altri, quelli più deboli di salute, si recheranno a Ravello, in un convento presso il mare."

La conoscenza della nostra cittadina sarà poi approfondita a seguito del rapporto instaurato con il Servo di Dio Fra Antonio Mansi, con il quale condivise la fondazione della Milizia dell'Immacolata, avvenuta a Roma la sera del 16 ottobre 1917.

Il forte sodalizio con il frate ravellese, interrotto drammaticamente il 31 ottobre 1918, a seguito della morte di Fra Antonio, spinse San Massimiliano Kolbe a recarsi nei luoghi in cui l'amico aveva mosso i primi passi nella religione, per conoscere la famiglia e per cercare notizie per la redazione di un profilo biografico del Mansi.

Per tale motivo, dal 4 giugno all' 8 luglio 1919, ultimo giorno in cui compare il suo nome nel registro delle messe celebrate a San Francesco, il frate polacco soggiorna nel Convento di Ravello.

Quei giorni sono annotati negli Appunti di cronaca, scritti con particolare minuzia, che consente, a cento anni dalla sua presenza, di rivivere quell'estate ravellese.

Di seguito pubblichiamo le pagine di diario relative alla sua presenza nel nostro territorio:

SK 988F - Appunti di cronaca, I quaderno (1919) Roma, Ravello, aprile-giugno 1919

GIUGNO 1919

3 Ma. - Verso le 8 sono uscito dal Collegio sotto la pioggia per partire alla volta di Ravello. Ho acquistato il biglietto all'agenzia di piazza XII Apostoli e con il tram mi sono recato alla stazione. Strada facendo, mi sono accorto di aver dimenticato, nella fretta dei preparativi per la partenza, di prendere il breviario, che di proposito non avevo messo nella valigia, per poterlo recitare in treno. Sono partito da Roma alle 9,10 e sono sceso a Napoli dopo le 2. Ho gironzolato qua e là alla ricerca di un tram per Barra. L'ho atteso inutilmente: sotto la calura del sole si doveva esser guastato qualcosa, sicché il numero 56 non arrivava; e così sono andato alla stazione della ferrovia elettrica "Circumvesuviana" e qui, dopo aver atteso tre quarti d'ora, sono partito alla volta di Barra. Qui ho pernottato.

4 Me. - Mi sono accomiatato da p. Lodovico Jovino, p. Francesco Capponi e Leone [...] 5 e nella mattinata ho preso il treno elettrico per la "Valle di Pompei". Durante il viaggio ho osservato il vulcano Vesuvio e la nube di fumo (di gas) che buttava fuori. Poco dopo le 9 ho iniziato la s. Messa all'altare della Madonna del Rosario. Mi sono soffermato un poco in sagrestia. Colazione e discussione con un soldato. Ho visitato l'istituto. Passeggiata fino alla stazione. Aumento dei prezzi. Caramelle. Ufficio divino e due corone dietro l'altare della Madonna. Nella stazione. Conversazione con un musicista lungo la strada. Il caldo dal vulcano.

Vietri sul mare. In automobile fino a Minori. I panorami (le montagne a strapiombo e il mare). Un ragazzetto mi ha accompagnato da Minori a Ravello; gli ho raccontato il fatto delle bestemmie e dei coltelli. Due caramelle = due soldi. La "scalinata" sotto la pioggia; il sasso, dove (secondo la tradizione) si riposò il Padre s. Francesco. "È venuto un monaco". "Dove sta?". "Che consolazione". Una lira e del vino al ragazzetto. Il viaggio, offerto all'Immacolata, è terminato bene. Ravello. Fr. Diego è ammalato. Manca l'orario.

A Scala. La villa. Il telegramma: "Rev.mo P. M. Tavani Generale". I fiori in chiesa. La bontà della gente. Somiglia a fr. Mansi.

8 D. (Pentecoste) Confessione dal cugino di fr. Antonio Mansi; mi ha promesso di raccogliere qualche documentazione riguardante la fanciullezza di fr. Antonio.

10 Ma. - Gloria all'Immacolata! Tra i libri del convento ho trovato: Notizie istoriche... della Medaglia Miracolosa del 1835: 5 anni solo dopo l'apparizione. Nel pomeriggio fr. Lodovico ci ha accompagnati a visitare Ravello: la villa era chiusa; la casa di fr. Antonio Mansi; il belvedere del Gonfalone e del protestante. Un vecchietto, nobile decaduto perché troppo buono, ci ha raccontato la storia di Ravello. Mi occorrono delle Medaglie Miracolose.

11 Me. - In serata è giunto da Roma p. Antonio Palatucci, guardiano di Ravello. Visita allo zio, parroco, di fr. Antonio Mansi.

12 V. - In serata è venuto da Amalfi il Vescovo Mons. Ercolano Marini.

13 V. - (Festa di s. Antonio di Padova). Ho fatto da assistente durante la s. Messa del Vescovo. Alla sera processione per il "paese". Sono rimasto in convento. Predica del Vescovo. Benedizione con il Ss. Sacramento. Ho dato da baciare [ai fedeli] la reliquia di s. Antonio. Molta gente.

14 S. - Ho fatto da assistente alla s. Messa del Vescovo. Dopo la colazione, con p. Antonio Palatucci (guardiano di Ravello), lo abbiamo accompagnato fino all'"acqua". Barzellette lungo la strada: "calze rotte". Nel pomeriggio con p. Enrico Granata sono andato in direzione di "San Buco". Mi sono oltremodo affaticato. Magnifiche visuali: le montagne, che digradano in parte a bosco e in parte a roccia, formano un burrone, nel quale mormora un ruscello di montagna; presso la sua foce c'è Minori, una cittadina sul mare, dalla quale il mare si stende fino all'orizzonte.

16 L. - Alle 5 del mattino sono uscito dal convento con p. Antonio Palatucci e fr. Francesco Proto (di Ravello) diretto verso Minori, dove con una piccola barca abbiamo raggiunto un piroscafo a vapore, che due ore dopo è approdato a Salerno. Mare tranquillo; le correnti marine. Dazio a Salerno. In cattedrale ho celebrato contemporaneamente con p. Antonio la s. Messa sulla tomba dell'apostolo s. Matteo (difficoltà a causa della mancanza del "Pastor bonus"). Umidità in cappella. Colazione. Mi son rasato la barba. I dolci. In carrozza, per 2 lire e 25 centesimi (invece di 5 lire), fino a Vietri sul mare. Nell'istituto delle "Figlie della Carità", tutte le educande portano la "Medaglia Miracolosa"; ho dato un'occhiata agli annali della congregazione, ma non sono riuscito a trovarvi i miracoli della "Medaglia Miracolosa". Caffè nero. Pranzo. A Vietri, dal fotografo con il tram; non l'abbiamo trovato in casa e siamo tornati in tram. P. Antonio era andato a tenere occupato il posto per me nell'automobile. Ho accompagnato le sue nipoti; ho raccontato la storia della Medaglia; una preghiera per la vocazione. "Ipsa conteret caput tuum" [Gen 3, 15]. Ritorno in fretta; attesa incerta; conversazione con un giovanotto. Arriva l'automobile; il posto si trova; p. Antonio rimane in piedi; buona educazione di un uomo che gli ha ceduto il posto. La corona del rosario.

Meditazione:

"Sìi benedetta in eterno,

Signora e Regina, Mammina mia,

che ti degni di pensare ancora a me,

così pieno di superbia, di amor proprio.

Al giudizio finale sapranno tutti che sei stata Tu a darmi ogni cosa,

mentre io sono un nulla.

Sìi benedetta in eterno, o Immacolata;

io, poi, sono tutto e totalmente Tuo,

quanto all'anima e quanto al corpo;

la mia vita intera, la mia morte,

la mia eternità Ti appartengono in eterno;

dègnati di fare con me qualsiasi cosa Ti piace. Io sono pienamente soddisfatto.

Se Ti piace, dègnati di prendermi anche in questo stesso istante.

Se preferisci più tardi, allora più tardi.

Io sono Tuo, Mammina".

 

18 Me. - Nel pomeriggio, con p. Antonio Palatucci e con p. Enrico Granata, sono stato a Scala e ho visitato, insieme con p. Enrico, la grotta dove la Ss. Vergine Maria apparve a s. Alfonso Liguori.

23 L. - P. Enrico Granata è partito per Napoli con fr. Diego, ammalato.

24 Ma. - Due ss. Messe a Scala: nella chiesa e nella cappella della famiglia Mansi.

I primi 200 e più francobolli e cartoline per le missioni.

26 G. - Nel pomeriggio sono andato ad Amalfi con il p. guardiano. Ho visitato la tomba di s. Andrea. Dal vescovo. Una "limonata". Ritorno a Ravello. Fr. Diego ha una "ernia strozzata"; sta all'ospedale di Napoli.

28 S. - La firma della pace (Trattato di Versailles n.d.r.)

29 D. - È incerta. "Te Deum" alla "Congrega". È tornato p. Enrico.

30 L. - Per la conversione dei protestanti di Ravello.

SK 988G - Appunti di cronaca, I quaderno (1919) Ravello, Cracovia, luglio-dicembre 1919

LUGLIO 1919

3 G. - Mi sono recato a Napoli. La s. Messa l'ho celebrata da Mons. Ercolano Marini, nel palazzo arcivescovile di Amalfi. In automobile fino a Vietri sul mare. Il treno non c'era, perciò sono andato dalle Suore della Misericordia, dove ho fatto colazione e ho recitato il divino ufficio. "Teresa". Alle ore 11 alla stazione e poi a Portici. Il palazzo reale danneggiato in varie parti. La benedizione di una abitazione. Un figlio cattivo.

4 V. - A Napoli.

5 S. - A Ravello. Ho saputo della morte del padre di fr. Mansi (Bonaventura Mansi n.d.r.), avvenuta a causa del vaiolo, mentre la madre è gravemente ammalata e due sorelle sono a letto. Vaccinazione generale.

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