Tu sei qui: Storia e StorieIl rito dei truocchi: a Tramonti il fieno si lavora ancora come una volta
Inserito da (Admin), martedì 6 maggio 2025 06:23:15
Quando il sole scalda le colline e l’erba falciata dorme stesa sulla terra, inizia il rito antico del truocchio. Si aspetta il tempo giusto, quello che solo gli occhi esperti sanno riconoscere: quando il fieno è asciutto, leggero, profumato.
Due persone, legate non solo dalla fatica ma da un sapere che passa di mano in mano, si mettono all’opera. Uno impugna il bastone, grezzo e consumato, fedele compagno di mille estati. L’altro si pone di fronte, pronto a tendere, ad aiutare, a custodire la forma nascente.
Al centro del campo si ammassa l’erba, e con gesti pazienti il bastone comincia a girare. Le mani lo accompagnano, lo guidano. La fibra vegetale si avvolge su se stessa, prende corpo, prende ordine. È come una danza lenta, fatta di forza e attenzione, dove l’uno tira e l’altro segue, affinché la treccia non si spezzi, ma si allunghi, viva.
Quando la lunghezza è quella giusta, l’altro - con mani abili – intreccia la fine, chiude il truocchio come si chiude un dono. Un tempo, questi mucchi ordinati erano il pane dell’inverno per le bestie, l’orgoglio del lavoro ben fatto, la misura di una stagione.
Oggi restano come memoria visibile di un mondo che ancora respira, nei gesti lenti e nei campi che raccontano storie di uomini, fieno e sole.
Foto e fonte: Attilio Di Lieto
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