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Storia e Storie

Maiori, Costiera Amalfitana, Storia, Protagonisti, Personaggi, Storie

4 novembre 1921. Maiori e il Milite Ignoto: la posa della prima pietra del Monumento ai Caduti

Il Sindaco di Maiori dell'epoca era il nobiluomo cav. Francesco Conforti che fece affiggere appositi manifesti dove invitava tutta la cittadinanza

Inserito da (redazionelda), giovedì 4 novembre 2021 09:53:07

di Donato Sarno

Esattamente cento anni fa, venerdì 4 novembre 1921, in occasione del terzo anniversario della Vittoria, veniva a Roma tumulata la salma del Milite Ignoto sull'Altare della Patria. Il Prefetto di Salerno aveva raccomandato ai vari Comuni della provincia di ricordare l'evento e Maiori per la circostanza organizzò una memorabile manifestazione. Si decise, infatti, che proprio in quel giorno avesse luogo la posa della prima pietra di quello che sarebbe poi divenuto il Monumento ai Caduti e che si era stabilito dovesse sorgere all'ingresso della cittadina, all'inizio del Corso Reginna, sul lato destro per chi sale dalla spiaggia, dove tuttora si trova e dove, come si scrisse all'epoca, "di fronte l'onda è immensa, dove eterna è l'ammirazione delle virtù degli eroi, dove la vista del monumento denota ai forestieri la civiltà degli abitanti, quasi volesse dire al passante: Scopriti, noi fummo eroi, i cittadini posero a nostro ricordo".

Il Sindaco di Maiori dell'epoca - che era il nobiluomo cav. Francesco Conforti (1861 - 1953), bisnonno materno di chi scrive - e il Comitato appositamente costituito per l'erigendo Monumento fecero affiggere appositi manifesti, nei quali, con parole forti e cariche di patriottismo, si invitavano i cittadini a prendere parte in massa alla cerimonia, definita "italianissima funzione"; inoltre, su lodevole iniziativa del giovane giornalista maiorese Domenico Scannapieco (1901 - 1983), il quale molto si era battuto in precedenza perché l'opera fosse avviata, venne pubblicato un foglio di quattro pagine, dal titolo La Gloria, Maiori ai suoi gloriosi figli nel terzo anniversario della Vittoria, contenente il programma della cerimonia, i testi dei suddetti manifesti, l'elenco dei Caduti maioresi (ben oltre la settantina) con brevi cenni biografici (inclusi mutilati, invalidi e decorati), oltre ad un ampio articolo dello stesso Scannapieco (Vittorio Veneto nel III anniversario) e ad altri due articoli sul medesimo argomento (uno di Ferdinando Lodato e l'altro del prof. architetto Gaetano Conforti, figlio del Sindaco, anch'egli reduce della Grande Guerra ed autore di un bozzetto di Monumento).

La cerimonia si svolse in modo solenne e toccante. Nella Chiesa Collegiata, parata di nero a lutto, i "valorosi artisti Della Mura" prepararono un catafalco, riproducente a grandezza naturale il monumento che si intendeva erigere e che fu assai ammirato. Alle ore 9.00, alla presenza delle autorità civili e militari, del Capitolo della Collegiata, del restante clero, dei Frati Francescani e di tantissime persone, il Prevosto Monsignor Nicola Giordano celebrò sull'altare maggiore la S. Messa di requiem, con la solennità propria dell'antica liturgia e su musica d'organo a due voci del professor Di Sarno, coll'accompagnamento della Schola cantorum, diretta dalla signorina Vincenzina Capone. Ebbe quindi luogo - preceduta da un discorso del Canonico don Giuseppe Montesanto - la benedizione del tumulo, con canto del Libera me, Domine, de morte aeterna, e quindi resero ad esso onore i Reali Carabinieri e i Reali Finanzieri al comando del maresciallo Del Corral. Terminata la funzione religiosa, partì dalla Collegiata un grandioso corteo, che sfilò al suono di tutte le campane e tra lo sventolio di "mille bandiere" per tutto il Corso Reginna fino alla chiesa di San Giacomo. Prendevano parte al corteo "i RR. Carabinieri, le RR. Guardie di Finanza, il Clero, i Frati, l'autorità comunale, le scuole, i mutilati, gl'invalidi, i decorati, le madri e vedove dei caduti, gli ex combattenti e reduci inquadrati al comando del giudice cav. Vaccariello e del Marchese Mezzacapo, uno stuolo di ufficiali in divisa, il Circolo Sociale, la Fratellanza Maiorese, la Naiade, la Pro Maiori, la rappresentanza delle Banche e del cantiere navale, altre autorità, le guardie forestali e una fiumana di popolo reverente e commossa".

Ebbero quindi luogo la benedizione e la posa della prima pietra, mentre gli alunni delle scuole, alla direzione del professore Salvatore Cavo, insegnante severo ed assai stimato di cui tuttora è vivo il ricordo tra gli anziani, cantarono l'inno del Piave. A fare da madrina fu scelta "la popolana Signora Filomena Cuomo Cretella", in quanto madre di ben due Caduti (i fratelli Alfonso ed Andrea Cuomo). La donna ricevette il "bacio di riconoscenza" dal generale Guglielmo Cerqua. Il generale, nativo di Giugliano in Campania, ma trasferitosi a Maiori per aver sposato la gentildonna Giovanna Cantilena, additò quella madre "al popolo intero come esempio di costanza e fermezza", al termine di un bel discorso da lui per l'occasione tenuto, in cui "con parole altamente patriottiche enumerò gli atti di valore dei nostri eroici e gloriosi concittadini che sacrificarono la loro giovine esistenza per la grandezza della Patria".

Possa pertanto la lettura della cerimonia così bellamente organizzata cento anni or sono a Maiori tenere sempre vivi in tutti noi il ricordo e la riconoscenza verso i Caduti.

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