Tu sei qui: Lettere alla redazioneIl canto del cigno?
Inserito da Salvatore Sorrentino (redazionelda), mercoledì 29 aprile 2015 09:30:57
di Salvatore Sorrentino*
Siamo al "canto del cigno"? Credo proprio di sì, anche se non si tratta nemmeno del melodioso verso di questo bellissimo animale, bensì della canticchiata di un pastorello o di un giovane boscaiolo, che allegramente svolgono il loro lavoro, lodevole quanto vogliamo, ma pur sempre modesto. E, senza addentrarmi, almeno ora, nel significato della citazione, intendo fare qualche osservazione.
Altri, per interventi ben più importanti, non hanno mai "cantato", hanno registrato e sono andati avanti, a procurare altre risorse, per il paese, per l'intero paese.
Altri, che hanno provveduto per la realizzazione di strade, per tutte le frazioni (Torello, Monte Brusara, Casa Rossi-Traversa, Sambuco) e per l'allargamento della ex SS 373 Castiglione-Ravello (lasciando non eseguito solo un piccolo tratto, che tale è rimasto, dopo trenta anni!!!), non hanno mai "cantato".
Altri che hanno dotato il paese di tutta la rete fognaria, che hanno realizzato impianti di pubblica illuminazione per tutte le vie periferiche, e portato l'acqua potabile alla frazione che la forniva a tutti, non hanno mai "cantato".
Altri che hanno provveduto all'accorpamento delle sei sedi scolastiche elementari, tutte al centro (con la conseguente accelerazione dell'acculturamento della popolazione minorile delle frazioni), con innumerevoli vantaggi sociali per le frazioni, non hanno mai "cantato".
Altri che hanno realizzato una lunga e difficile galleria, cosiddetta "sotto Piazza Fontana", liberando il Centro Storico di Ravello dal passaggio obbligato di auto, moto, pullman e camion, non hanno mai "cantato".
Altri che hanno provveduto alla costruzione di vani e strutture, a Piazza Fontana e a Gradillo, e giardini fioriti, e alberature e illuminazione di vie importanti della nostra città, non hanno mai "cantato".
Ebbene, noi, non abbiamo mai cantato, abbiamo lavorato, abbiamo agito, abbiamo realizzato; e, zitti zitti, ci siamo ritirati a casa.
Oggi, invece, a che siamo costretti ad assistere? Per un semplice, ancorché utilissimo, restauro di una torre, non di difesa, non serviva, ma di ornamento a un gioiellino, qual era la magione della potente famiglia Rufolo, qualcuno sente di librarsi e gridare su un social la sua grande soddisfazione per aver realizzato questa grande opera.
Questo qualcuno arriva al punto di ricorrere addirittura alla citazione di prodotti farmacologici, indirizzati a chi? Io, non lo so. Sinceramente, però, ho un po' malignamente pensato che lui, avendolo citato, ne conosce ampiamente l'uso, e che, evidentemente, gli è servito in tante, tante altre occasioni.
A ciascuno, in ogni modo, degli amici (nostri), che se ne son risentiti, dico, col Poeta: amico "non ti curar di lui, ma guarda e passa".
*già sindaco di Ravello
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