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Scritto da (Redazione), lunedì 10 dicembre 2018 09:53:29
Ultimo aggiornamento lunedì 10 dicembre 2018 11:18:05
di Antonio Schiavo
Aveva preso una casa sul mare: dal suo terrazzo sentiva il rumore della risacca nelle sere calde dell'estate costiera o il rombo dei cavalloni durante una libecciata.
Lei amava il mare. Faceva parte, forse, dei suoi sogni in tanti pomeriggi brumosi, coltre triste che ammantava risaie e campi infiniti.
Su a Torrazza Piemonte, contando magari i giorni che la separavano dalla controra agostana vissuta pienamente e senza sosta giù a Castiglione, riuscendo ad abbronzarsi dopo solo due ore di sole.
E' stato il mio primo amore, Antonella: avevo cinque anni...vivevamo in semi-simbiosi nel cortile di via SS. Trinità 15, un mondo a sé, intimo, sotto lo sguardo vigile delle nonne Filomena e Margherita. Giorni interi ad accontentarci di niente: qualche giocattolo, un mazzo di carte, una corsa all'inseguimento di Lalla, il micione di tutti.
Anche dopo sono stato innamorato di lei; lo sapevo solo io.
Antonella era tra le ragazze più belle e contese di Ravello... poi arrivò Matteo, un ragazzo segaligno, un nordico tutto ossa e comunismo.
Da sponde politiche opposte amavamo parlare di qualsiasi argomento, spesso eravamo d'accordo, soprattutto sui principi basilari del vivere civile.
Lei ascoltava e sorrideva, facendo finta di meravigliarsi di come due teste dure potessero trovarsi allineati su tante cose.
Matteo se ne andò troppo presto, combattente fino alla fine, ma sempre dignitoso nell'agire e nell'affrontare quella prova estrema.
Con Antonella ci siamo rivisti più volte nell'ultimo anno, mi stupiva la sua tenacia anche nei momenti più duri della terapia.
Io non avevo capito che stava così male o, forse, non volevo capirlo. Antonella era appena tornata a casa, a vedere il mare, a coccolare la piccola Anna: era profondamente ingiusto che tutto questo durasse così poco.
Il 22 novembre le ho scritto che era uscito il mio secondo romanzo. L'altro lo aveva letto e apprezzato con qualche critica spassionata e, tutto sommato, benevola.
Mi rispose su Whatsapp: "Complimenti adesso solo per la pubblicazione, poi parleremo del contenuto" con puntini sospensivi e quattro faccine sorridenti.
In quei puntini avrei dovuto scovare i suoi timori ma ancora una volta non ebbi il coraggio di farlo e mi aggrappai a quelle faccine.
Non ne parleremo del libro, Antonella, non mi manderai il tuo parere ma ogni sera cercherò di leggertene qualche pagina.
Per non piangere.
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