Ravello, una storia da salvaguardare. La lettera di De Masi
Inserito da (redazionelda),
mercoledì 24 luglio 2019 12:20:04

Riceviamo e volentieri pubblichiamo nota a firma del professor Domenico De Masi attraverso la quale esorta i cittadini ravellesi a tenere a mente i principi dello "Spirito di Ravello" e «a vigilare sulla memoria storica della propria comunità, non solo come dovere morale e civile ma anche come salvaguardia del valore patrimoniale del paese». Segue testo integrale.
Gentile Direttore,
profittando della sua cortesia, torno su quanto è fattibile per rendere più garbato e godibile lo spirito di Ravello e della Costiera. Mi limito a tre aspetti.
- Uno dei punti del "decalogo" che lei ha pubblicato chiede ai cittadini e ai visitatori di "improntare i rapporti reciproci alla dolcezza delle buone maniere". Ebbene, fino a qualche anni fa, in chiunque ci si imbattesse nelle strette strade di Ravello, ci si salutava anche senza conoscersi, consapevoli di condividere una comune umanità. Oggi i giovani non lo fanno più. Non sarebbe il caso di invogliarli a ripristinare questa delicata testimonianza della nobiltà d'animo ravellese?
- Occorre coltivare la memoria storica. In tutto il mondo si è orgogliosi di segnalare il luogo in cui è nato o vissuto un personaggio illustre. Quel segnale, oltre a essere un doveroso e riconoscente omaggio, attrae appassionati da tutto il mondo per cui, al nobile motivo culturale, si aggiunge il motivo turistico, venale ma non per questo disdicevole. Non a caso Sorrento ha recentemente restaurato le lapidi con cui si ricorda il soggiorno di Tolstoi, Berlioz, Edoardo De Filippo e tanti altri. Rispetto a molti paesi vicini, Ravello ha la fortuna di avere attratto Boccaccio e Wagner, Gide e Forster, Raphael Alberti, Pasolini e tanti altri geni. Questi rappresentano un immenso patrimonio culturale ed economico per il paese. In un mio libro li ho ricordati tutti e per ognuno stavo man mano apponendo, a mie spese, una lapide nel luogo preciso in cui essi sono vissuti. Da quando ho smesso di farlo, non solo nessuno ha continuato l'opera ma addirittura una lapide è stata rimossa, una è stata spostata in luogo incongruo, altre rischiano di essere coperte da alberi non potati o da rampicanti. Sarebbe il caso di assicurare il rispetto a questi segni di riconoscenza e di intelligenza.
- Nella galleria vecchia era stata allestita, nel corso di 15 anni, una memoria visiva del festival con le foto di centinaia di geni della musica (da Tamirkanov a Baremboim), della danza (da Bejart a Roland Petit), dell'arte (da Paladino a Clemente), della fotografia (da Mimmo Iodice a Wim Wenders), della letteratura (da Vidal a Grossman). Il festival coincide con la storia recente di Ravello e cancellare 15 anni di questa storia strepitosa è un grave danno per il paese. Immagino che la sostituzione di questo immenso pannello con quello attuale risponda alle specifiche esigenze di questa edizione 2019 del festival e perciò spero che, terminata questa edizione, il vecchio pannello sia ripristinato.
Occorre, ovviamente, che siano tutti i ravellesi a vigilare sulla memoria storica della propria comunità, non solo come dovere morale e civile ma anche come salvaguardia del valore patrimoniale del paese.
Grazie dell'attenzione e cordiali saluti.
Domenico De Masi
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