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Tu sei qui: RubricheLa saggezza di un Popolo"So’ padre e so’ padrone, aggio tuorto e voglio avè ragione": la Saggezza di un Popolo (44)
Scritto da (redazionelda), martedì 3 dicembre 2019 10:25:36
Ultimo aggiornamento martedì 19 ottobre 2021 16:03:01
di Antonio Schiavo
Confesso: non lo sapevo, ma il primo a pronunciare "mettere campanielle ‘nganne a gatte" per indicare un'azione impossibile da compiere almeno per i topi (e anche per gli uomini) è stato il celebre favolista greco Esopo.
L'ho appreso ieri sera guardando la prima puntata della fiction RAI "I Medici".
Ciò non toglie nulla alla sapienza dei nostri avi, anzi aggiunge il prezioso valore della cultura che, in qualsiasi condizione sociale e in ogni epoca , ha pervaso la storia della terra in cui siamo nati.
Prima di avviarci nel percorso di questa rubrica (invero un po' ritardato rispetto agli impegni) devo pregare il caro amico Achille Camera, profondo cultore della nostra tradizione e che si era offerto di sistemare correttamente le forma dialettali usate, di rimandarmi cortesemente la sua mail che ho inopinatamente perso.
Mi scuso con lui.
‘A puzza, a chi piace, è nu bell'addore:
Dove c'è gusto non c'è perdita. Il mondo è bello perché è vario.
Quanno ‘o culo se fa pesante, se ne vanno pe' Sante.
Quando le donne si sformano e non sono più attraenti affermano che è meglio dedicarsi alle cose di chiesa.
So' padre e so' padrone, aggio tuorto e voglio avè ragione:
Di chi pretende di avere ragione solo in base alla sua (vera o supposta) posizione dominante.
Lloco dorme ‘o pecoro:
Quando si scopre la verità o quanto si è tentato di tenere nascosto.
Cene e cane nun se mozzecano:
Lupo non mangia lupo.
Augurie senza caniste, fa a vedè ca nun ‘e viste:
Esempio di prosaicità e grettezza: non è apprezzato un augurio non accompagnato da un regalo.
Si aucielle sapessero ‘o grano pane nun se ne facesse:
Le cose , a volte, avvengono grazie solo alle mancanze degli altri.
‘Ce vo' chi o sape cuntà:
Le capacità dialettiche riescono a confondere le idee.
‘Avimme fenuto ‘e cucenà:
la situazione è completamente compromessa.
Tene ‘a capa a viente ‘e terra:
E'un distratto, uno che fa le cose senza ponderarle.
Dio ‘o sape e a Maronna ‘o vede:
La situazione sta già prendendo una brutta piega.
Si ‘o Pataterno tene ‘a crianza:
Se Dio vuole.
Pure ‘e sfuttute vanno n'Paraviso:
Lo dice chi vuole autoassolversi per la propria dabbenaggine o per ribattere agli sfottò.
Si nisciuno m'avanta, m'avanto io stesso:
Di chi si autocelebra anche in assenza di giudizi lusinghieri nei suoi confronti. Tipico dei megalomani, dei narcisisti.
E' ‘na scarda ‘e ruagno:
E' un imbelle, un inetto, un vile.
E' trasuto ‘e luongo e se miso ‘e chiatto:
Si è fatto largo sbracciando , Si era mostrato inizialmente modesto e poi ha rivelato tutta la sua presunzione e boria nell'occupare posizioni.
E' fatto acqua ‘a pippa:
la sua proposta o iniziativa si è rivelata un completo fallimento.
Fanno carne ‘e puorco e maccarune:
Si comportano senza alcun ritegno. Fanno strame di ogni regola.
Sta spugnanno ‘o stocco:
E' un perditempo. Impiega molto per portare a termine un incarico che avrebbe richiesto poco impegno e tempo.
Si può anche dire:
E' nu pesasale (o posasale).
Nun fa niente si s'appiccia ‘o pagliaro, basta ca pigliammo ‘o sorece:
Il fine giustifica i mezzi.
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