Tu sei qui: Racconti d'aMareMentre Amalfi festeggia il patrono Sant’Andrea il capitano Barra salpa verso il porto di Xiamen /FOTO
Inserito da (PNo Editorial Board), mercoledì 30 novembre 2022 18:04:51
Alba del 27 novembre 2022. Come da programma, all'alba i radar cominciano a "battere" la costa giapponese.
Chiudo per il momento gli occhi; vado indietro nel tempo: nella marina velica del XVII secolo. Provo a Immaginare l'emozione, la gioia ed il sollievo che avevano il Comandante e l'equipaggio di una Nave a Vela, quando dalla "Coffa" (una sorta di cesta, posta su una piccola piattaforma, montata sugli alberi delle navi a vela, in prossimità del punto più alto) dell'Albero di Trinchetto si levava potente il Grido della vedetta: "Terra", ripetuto più volte.
La navigazione a quei tempi era incerta, si basava sulla stima* e si effettuavano calcoli approssimativi o quantomeno non precisi; i naviganti di allora erano attenti agli indizi che forniva Madre Natura: avvistamento di uccelli, alghe sul mare, nuvole, persino gli odori portati dal vento risultavano determinanti per individuare la terraferma, o un'isola.
*La Navigazione stimata si effettua quando non si ha la possibilità di verificare la posizione con il classico "punto nave" e quindi con rotte e velocità non propriamente attendibili.
La stessa velocità "In Nodi" non era precisa. Lo strumento che si usava, e si usa, per determinare la velocità, si chiama "Solcometro". Nella Marina Velica, il Solcometro era costituito da una cima con una tavoletta triangolare in legno all'estremità (barchetta). La tavoletta serviva a mantenere la posizione di entrata in acqua della sagola, una sorta di ancora galleggiante. La Sagola veniva "marcata" con dei nodi a intervalli regolari di 15,43 metri, un centoventesimo di miglio marino (1851,75 metri).
Quando tutto era pronto, si capovolgeva una clessidra dalla durata di 30 secondi, ossia un centoventesimo di ora, quindi si contavano i NODI della sagola che scorrevano in trenta secondi, stabilendone la velocità. Ancora oggi la velocità delle navi si misura in "NODI", ma con Solcometri elettronici o per mezzo di GPS (Global Position System).
A differenza di tanti anni fa, con la moderna strumentazione elettronica, possiamo seguire i movimenti ed i dati della nave in navigazione in tempo reale come distanza percorsa dal punto di partenza, distanza dal punto di arrivo, ora di arrivo calcolata al minuto, velocità effettiva, direzione e velocità delle correnti marine, velocità e direzione del vento, angolo di rollio in gradi, velocità del rollio in secondi, e ancora i dati del motore, come potenza impiegata, consumo del carburante, numero dei giri, sforzo dell'asse portaelica, potenza elettrica erogata dai generatori, e tanto, tanto altro.
Mi sono dilungato, ritorno al presente. Complice una mattinata meteorologicamente splendida e dalla visibilità eccezionale, notiamo poco a sinistra della nostra prua la sommità innevata del Vulcano Fuji, con i suoi 3800 metri di altezza, ad una distanza lineare di circa 150 Chilometri, verificata sulla carta nautica. Verso le ore tredici entriamo nella grande baia di Tokyo, ove è situato il porto di Yokohama. Come d'incanto, il mare si calma ed il rollio finisce di tormentarci dopo trenta giorni di incessanti movimenti, dovuti agli effetti delle onde lunghe e montagnose dell'Oceano Pacifico. Nel corso della navigazione, da Long Beach (28 Ottobre) fino a Yokohama (27 Novembre), abbiamo percorso 6029 miglia nautiche (11154 Chilometri), cambiato otto ore indietro di fuso orario, spostato la data di un giorno avanti al passaggio dell'antimeridiano di Greenwich, e ricevuto il solito avviso di pericolo per il lancio di un missile Nord coreano nel Mare del Giappone e di uno Statunitense in prossimità delle Isole Hawaii (per quest'ultimo ci siamo dovuti fermare per alcune ore "per sicurezza"). Tutti abbiamo subito un enorme stress derivante da tutte queste situazioni, a dir poco anormali, che ci siamo trovati a vivere.
Nonostante tutto, durante la navigazione ci siamo preparati a ben figurare in occasione della prima visita della Nave in un porto Giapponese. Allo stesso modo di una ragazza che si prepara per il suo primo appuntamento con un ragazzo. Ed al grido di "Pennello e pittura, carriera sicura", abbiamo pitturato e curato il restyling di gran parte della nave, abbiamo effettuato una pulizia accurata del Ponte di Comando e di saloni, mense, cucina, corridoi interni e Uffici vari.
Prima dell'arrivo in un porto, come consueto bisogna controllare la funzionalità di tutte le luci e proiettori in coperta, verificare il funzionamento dei verricelli salpa ancore e dei cavi di ormeggio, controllare che non vi siano residui oleosi sui ponti, controllare il funzionamento delle scale di accesso e della biscaglina per l'imbarco del Pilota del porto. Peccato che la sosta sia stata brevissima e ricca di ispezioni, che sinceramente non mi aspettavo, considerato che alle ore cinque del mattino, dopo appena 10 ore dall'arrivo saremmo ripartiti. Le Autorità locali hanno controllato passaporti e documenti vari, ispezionato le cabine equipaggio, cucina e saloni della nave. Fino alle ore 22. Poi ci hanno ringraziato e sono andati a casa. Mentre la Dogana conduceva l'ispezione, pensavo agli Albatros che ci hanno accompagnato per buona parte del viaggio: i volatili non hanno bisogno di passaporto o di essere identificati ad una frontiera. Il loro mondo è senza barriere, senza confini, senza nazionalità. "L'unica vera legge è quella che conduce alla libertà" (da Il Gabbiano Jonathan Livingstone - Richard Bach). Mi verrebbe da dire "Beati loro".
Oggi, 30 novembre, sulla nostra dritta vi è l'isola di Kyushu, l'ultima grande Isola Giapponese, dalla quale ci allontaniamo, siamo in rotta per il porto di Xiamen (Cina): occorrono ancora 1100 miglia marine per l'arrivo. Questo giorno, per me e per tutti gli amalfitani, è un giorno speciale. Amalfi si festeggia il suo Santo Patrono, Sant'Andrea Apostolo. È un giorno particolare soprattutto per tutti gli amalfitani che, come me, vivono lontano da Amalfi. Nelle nostre menti affiorano i ricordi delle tante esperienze fatte in gioventù con amici e familiari, di essi molti non ci sono più: la nostalgia è tanta.
Il mare è in burrasca, non è una novità da queste parti. Ma oggi la mia preghiera non può non essere rivolta al nostro Amato Santo, con le parole del suo Inno: "Vieni e siedi sulla prora dei navigli amalfitani / e dai lidi assai lontani giunga salvo ogni nocchier / Calma il mare procelloso, fuga i morbi, il nembo e il tuono / del tuo nome al dolce suono nostro insigne protettor".
La navigazione continua...
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