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Amalfi, storia, Flavio Gioia, Regio Incrociatore

Amalfi e Flavio Gioia – Parte Prima. La (gloriosa) storia del Regio Incrociatore intitolato al leggendario inventore della bussola

L’Ancora tipo “Ammiragliato”, sita in prossimità del monumento ai caduti a Piazza Municipio, dovrebbe appartenere al R. Incrociatore “Flavio Gioia” ma di questo, non avendo evidenza documentata, non ne sono sicuro; di certo dovrebbe essere restaurata. Nella nostra Marina Militare, un’ancora simile è in dotazione solo alla nave scuola “Amerigo Vespucci”

Inserito da (PNo Editorial Board), giovedì 22 giugno 2023 18:47:00

Di Salvatore Barra*

Il Regio Incrociatore "Flavio Gioia" fu impostato nel cantiere navale di Castellammare di Stabia il 9 dicembre 1879 e varato la domenica 12 giugno del 1881. Alla cerimonia del varo partecipò un'enorme folla accorsa da Castellammare di Stabia e zone limitrofe. Una moltitudine di navi minori assistette alla cerimonia dal mare. Alle 11 di quella domenica Mons. Sarnelli, Vescovo di Castellammare, benedisse lo scafo. Alle 14.10 si tolsero gli ultimi puntelli ed il capo operaio gridò la formula sacramentale "In nome di Dio, tagliate le gomene!". Da un capo e dall'altro due nerboruti artigiani presero affilate asce. Un lampo, un colpo secco ed il Flavio Gioia restò in balia di sé stesso, sciolto da qualsiasi legame, si avviò lentamente verso il mare, per la prima volta. Le Regie Navi "Duilio", "Affondatore" e "Principe Amedeo", presenti alla cerimonia, salutarono l'evento con salve di cannone. Lo scafo in acciaio lungo f.t. 84,50 metri (fuori tutto, cioè dalla punta dell'albero di bompresso fino all'estrema poppa), la larghezza di 12,78 metri e l'immersione di 5,48.

La nave fu progettata a propulsione mista a vapore (4156 Cavalli Vapore di potenza, alimentata da otto caldaie) ed a vela (due alberi a vele quadre ed uno a vele Auriche), era armata con otto cannoni da 150/40mm e tre da 75 mm, mitragliette e tubi lanciasiluri, con equipaggio formato da 268 uomini, di cui 11 ufficiali. Poteva sviluppare una velocità di circa 14 nodi.

Progettato dall'Ispettore del Genio Navale Carlo Vigna, il Flavio Gioia completò l'allestimento il 26 gennaio 1883 - fu considerato il Primo Incrociatore Italiano.

Il 4 novembre 1883 il Regio Incrociatore "Flavio Gioia", mentre era alla fonda nella rada di Amalfi, ricevette dal Sindaco, Avv. Ferdinando Gambardella, la Bandiera di combattimento*, "in seta, con stemma della città di Amalfi nel campo verde e ricamato, a lettere d'oro, la leggenda: Amalfi al Flavio Gioia".

Questo fu il messaggio del Sindaco di Amalfi a Sua Maestà Umberto I di Savoia, Re d'Italia, in occasione della Consegna della bandiera di combattimento* al Regio Incrociatore "FLAVIO GIOIA":

"Sire, la città di Amalfi, a mezzo mio, nel compiere oggi solenne cerimonia consegna Bandiera di Combattimento* donata da questo Municipio al R. Incrociatore FLAVIO GIOIA, cittadino Amalfitano, con entusiasmo ed esultanza, invia un saluto di affetto e di devozione a Vostra Maestà ed alla Real Casa Sabauda, sotto il cui vessillo l'Italia ritrova forza, grandezza e prosperità".

*secondo la tradizione La bandiera di combattimento, dalle grandi dimensioni rispetto a quelle comuni, veniva realizzata con le migliori stoffe, finemente ricamate e dai colori sgargianti; essa, dopo la consegna, era custodita in un bauletto e doveva essere usata solo in caso di combattimento.

Il Regio Incrociatore "Flavio Gioia" dal 1892 venne impiegato come Nave Scuola, partecipò a campagne addestrative (circumnavigando più volte il mondo) e missioni di guerra in America Centrale, nel Mediterraneo e durante la prima guerra mondiale. Nel 1920, in sosta nel porto di Napoli, fu utilizzato da nave casermaggio, dando ospitalità ai bambini orfani della "grande guerra". Nel 1923 la nave fu radiata e demolita; ma la sua leggenda continua, pur non avendo avuto altre Unità Militari recanti questo glorioso nome: Infatti nel 1925 si decise di costruire le Navi Scuola "Amerigo Vespucci" e "Cristoforo Colombo" con l'intenzione di sostituire le Navi Scuola Gemelle "Flavio Gioia" e "Amerigo Vespucci", ispirandosi ad esse e migliorando il progetto di quest'ultime.

Il varo della nuova nave scuola "Amerigo Vespucci" (definita da tanti "La Nave più bella del Mondo") avvenne il 22 Febbraio 1931 nei cantieri navali di Castellammare di Stabia. L'attuale motto di quest'unità è "Non quello che comincia ma quel che persevera", ma dal 1946 al 1978 il precedente motto era stato "Saldi nella furia dei venti e degli eventi", lo stesso del Regio Incrociatore "Flavio Gioia".

"Il Ministro della Marina con dispaccio 20 settembre 1921 n° 16748 aderendo alla richiesta del Comune affidò la Bandiera di Combattimento col relativo cofano che già appartenne alla R. Nave "Flavio Gioia", nonché la Chiesuola e Bussola dello stesso Incrociatore, in seguito al disarmo della detta Nave. La Consegna avrà luogo il 25 giugno 1922 alle ore 10.30". Per l'occasione il Sindaco Girolamo Gambardella, per mezzo di Pubblico manifesto, invitò la cittadinanza e le associazioni a "rendere degna e partecipazione accoglienza" all'arrivo dei cimeli presso il pontile di approdo (molo Pennello). Presero parte all'evento il Ministro della Marina Roberto de Vito, L'Ammiraglio Acton, Comandante in Capo del Dipartimento marittimo di Napoli, il Generale Albricci e il Prefetto di Salerno. L'evento fu largamente riportato dalla stampa. "Ritornano a te, o Amalfi, gloriosa fra le città marinare i cimeli che un giorno la tua gente consegnò quale pegno d'onore ai figli del mare" (da il Mattino del 26 Giugno 1922). (fonte Comune di Amalfi)

La Bussola, di cui si parla sopra, è esposta al Museo della Bussola e del Ducato Marinaro di Amalfi, sito negli Arsenali dell'antica Repubblica Marinara, appartiene quindi all'Incrociatore Flavio Gioia e non, come erroneamente riportato, al Regio Incrociatore Corazzato "Amalfi" - affondato il 7 luglio 1915 (vedi foto). Il prezioso e importante cimelio ottocentesco, strumento di navigazione del R. Incrociatore "Flavio Gioia" appare in condizioni a dir poco pietose e avrebbe bisogno di un corposo quanto indispensabile restauro. I valori e le direzioni della Rosa dei Venti risultano di difficile lettura, le proprietà direttive magnetiche andrebbero verificate e corrette. Credo che la Bussola Nautica dell'Incrociatore "Flavio Gioia", ad Amalfi da oltre un secolo, non abbia mai avuto un intervento di restauro, e questo lo trovo semplicemente vergognoso. Sulla medaglia ricordo del "Flavio Gioia", datata 1916, si nota la stessa Bussola che oggi è esposta ad Amalfi. Altri Cimeli esposti potrebbero essere i Sestanti, mentre la Bandiera di Combattimento del Regio Incrociatore "Flavio Gioia" non ricordo di averla mai vista e nutro forti dubbi sulla sua esistenza.

L'Ancora tipo "Ammiragliato", sita in prossimità del monumento ai caduti a Piazza Municipio, dovrebbe appartenere al R. Incrociatore "Flavio Gioia" ma di questo, non avendo evidenza documentata, non ne sono sicuro; di certo dovrebbe essere restaurata. Nella nostra Marina Militare, un'ancora simile è in dotazione solo alla nave scuola "Amerigo Vespucci".

Noto con rammarico che, nel Museo "della bussola e del ducato marinaro di Amalfi", luogo ideale per esporre, mantenere e trasmettere ai posteri la memoria storica di tutte le testimonianze marinare passate, non vi è nessuno accenno (modellini o fotografie) che richiami i due Incrociatori "Flavio Gioia" e "Amalfi" (di cui scriverò separatamente).

Lo Stato italiano e la Marina Militare Italiana vollero onorare la città di Amalfi, nominando due prestigiose Navi ("Flavio Gioia" ed "Amalfi"), riscattando nel 1929 le Tavole Amalfitane (Primo codice della Navigazione) dal governo Austriaco, ponendo sulla Bandiera Navale e Mercantile lo stemma delle quattro repubbliche marinare, in virtù degli importanti contributi dati, scientifici, civili e marinareschi, nel corso della sua gloriosa storia Repubblicana e medievale.

Recentemente ho chiesto a molti amalfitani se fossero a conoscenza dell'esistenza dell'Incrociatore "Flavio Gioia", solo pochissime persone mi hanno risposto di sì. Ecco, lo scopo di questo mio scritto è quello di far rivivere ai lettori e far conoscere ai più giovani la gloria di una grande Nave che, tra l'altro, ebbe tra i cadetti due medaglie d'oro della Seconda guerra mondiale: l'Ammiraglio Federico Martinengo ed il Capitano di Fregata Pietro De Cristofaro. Spero di esserci riuscito.

- Fine prima parte -

*Capitano Superiore di Lungo Corso

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