Tu sei qui: Lettere alla redazionePietà per i morti, rispetto per i vivi
Inserito da (redazionelda), domenica 17 dicembre 2017 18:13:32
Sul ritorno in Patria delle spoglie del Re Vittorio Emanuele III ci scrive Paolo Russo. E pubblichiamo di seguito.
Le spoglie di Vittorio Emanuele III, ultimo re di un'Italia massacrata dalla dittatura e dalla guerra, sono rientrate sul territorio nazionale dopo oltre settant'anni. Forse non è un'offesa per nessuno, forse il tempo può velare come una coltre trasparente le responsabilità di cui questo personaggio indubitabilmente si è macchiato. Il capo delle squadracce fasciste fu collocato DAL RE al governo del paese, IL RE scelse di non reagire all'ammissione di colpa di Mussolini per l'assassinio di Matteotti, fu IL RE a promulgare senza remore le leggi sulla persecuzione razziale, IL RE avallò l'entrata in guerra al fianco dei nazisti, fu infine IL RE ad abbandonare la capitale condannando il popolo italiano ad altri venti mesi di occupazione e massacri. A Ravello si svolsero le ultime drammatiche fasi di una tragedia storica infinita: l'ostinato rifiuto di abdicare, la pressione degli alleati, il tormentato consenso a cedere al figlio Umberto il potere. Cos'altro aggiungere, se non il calcolo approssimativo dei morti e delle sofferenze di cui Vittorio Emanuele si è reso complice in combutta col fascismo? Sbaglia chi indulge a dimenticare quei morti e quelle sofferenze, così come sbaglia chi non vede (o finge di non vedere) i ricorrenti rigurgiti dell'ideologia che ne fu causa: sono vicende sulle quali non si può (non si deve) mettere una pietra sopra, con la storia non si termina mai di fare i conti, per illuminare di verità il presente e dare solide basi al futuro. Perciò la pietà che è dovuta a tutti i morti non va confusa col rispetto che si deve ai vivi: la stragrande maggioranza del popolo italiano è abbastanza matura da accogliere senza sussulti la salma dell'ex re, ma la verità storica è altrettanto irrefutabile e salda da non consentire che essa venga inumata in un sacrario pubblico qual è il Pantheon a Roma.
Paolo Russo
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