Tu sei qui: Lettere alla redazioneIncendi, una storia italiana: chi accende la fiamma e chi buca il secchio dell'acqua
Inserito da (redazionelda), mercoledì 19 luglio 2017 21:31:47
Riceviamo lettera a firma dell'attivista politico amalfitano Alfonso Minutolo. E volentieri pubblichiamo.
Caro Direttore,
Non ti scrivo per dare ulteriormente peso alle già tante manifestazioni di sdegno che migliaia di cittadini hanno già manifestato riguardo i roghi e voglio anche soprassedere sull'ingente danno arrecato alla flora e alla fauna dei nostri territori. Noto pero che l'indignazione della gente si muove senza una precisa direzione e siccome ritengo che questo sia un sentimento utile a mantenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica su alcuni determinati fenomeni, per far sì che essa non venga dispersa, lascia che precisi alcuni dati importanti che non vertono sull'evidente ed organizzato disegno criminale che è in atto ma su alcune responsabilità e negligenze attribuibili alla politica che ha rivoluzionato in negativo la reattività delle istituzioni nei confronti degli incendi boschivi.
Mi riferisco alla cosiddetta "Riforma Madia", ovvero la riforma della Pubblica Amministrazione dello Stato Italiano.
Uno degli effetti di questa riforma è stato l'accorpamento del Corpo Forestale dello Stato all'Arma dei Carabinieri ed ai Vigili del Fuoco. Detto così può risultare semplice e magari anche utile, chi infatti non penserebbe che un accorpamento effettuato con prospettive di risparmio non sia una cosa buona e giusta? Solo che nonostante a volte non sia esattamente vera questa cosa, in questa situazione si è trattato di una vera e propria sciagura ed ecco il perché.
Innanzitutto è stata caotica la divisione degli uomini tra Carabinieri e Pompieri; questi ultimi soprattutto si aspettavano che il personale già operativo agli spegnimenti, coloro i quali cioè che sono in grado di coordinare i lavori in caso di emergenza incendi, venissero riassegnati alle loro fila, così non è stato. Il tasto dolente però è rappresentato dalla redistribuzione dei mezzi: la Forestale poteva mettere a disposizione dello Stato una flotta di 32 elicotteri, di cui ben 30 in grado di intervenire per spegnere gli incendi. Al primo Gennaio 2017 con la riforma, sono transitati tutti sotto la proprietà dei carabinieri i quali ne hanno trattenuti 13 che fino allo scorso anno servivano a spegnere gli incendi mentre quest'anno no perché destinati ad altre mansioni.
Inoltre, degli altri 17 mezzi tutti in disponibilità dei Vigili del Fuoco, soltanto sette sono utilizzabili. Ma come è possibile tutto ciò? La motivazione è talmente banale che fa paura: complicazioni burocratiche, problematiche sui protocolli di volo, ritardata manutenzione, questioni sui ruoli e sulle competenze; insomma tutte sciocchezze che prima che l'ex Ministra di Renzi Marianna Madia ci mettesse le mani non esistevano.
Poi ci sono i Canadair, li stiamo vedendo in opera in questi giorni e tuttora, mentre scrivo questo pezzo, sento il rumore dei motori di queste fortezze volanti buone. L'Italia ne ha a disposizione 16 dislocati su 14 basi aeree nazionali, troppo pochi data la lentezza di questi mezzi ed i lunghi tempi che impiegano per raggiungere le varie destinazioni. Pensate che in questi giorni la Francia ce ne ha prestati due per spegnere il vasto incendio sul Vesuvio.
L'Italia ha ultimamente ed inspiegabilmente ha ordinato ben 90 cacciabombardieri F-35 che non userà mai (chi potremmo mai 'cacciabombardare' noi italiani?) al costo di 117 milioni di Euro l'uno. Con queste cifre, per ogni F-35 avremmo avuto ben otto canadair per contrastare gli incendi, un sistema di droni con i quali monitorare continuamente il territorio e magari pure la copertura satellitare con approssimazione al centimetro.
Alla luce di queste notizie cari lettori, la prossima volta che metteremo il naso fuori dalla finestra e sentiremo puzza di bruciato, ogni volta che vedremo un volontario di Protezione Civile che si fa il culo per pura passione e ogni volta che sentiremo rumore di elicottero o di aereo che ci sorvola, se ci verrà da imprecare ed indignarci, ricordiamoci che oltre a chi ha materialmente acceso la fiamma, c'è anche chi nel contempo ha bucato il secchio dell'acqua lasciando a secco un intero sistema di soccorso già collaudato.
Buona estate e speriamo che la finiscano qua.
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