Tu sei qui: Lettere alla redazioneDisservizi CSTP, bus pieni e biglietterie inefficienti: 'Io multata ingiustamente e trattata come una delinquente'
Inserito da (redazionelda), lunedì 19 ottobre 2015 14:23:33
Riceviamo e pubblichiamo volentieri la lettera di Susanna Marciano, una studentessa di Maiori iscritta al terzo anno di Sociologia presso l'Università degli Studi di Salerno che ci racconta una sua disavventura di stamani nel viaggio che ogni settimana compie per recarsi all'Università.
Gentile Direttore,
Le scrivo per raccontarle una storia che mi è capitata stamani e che spero possa essere divulgata visto l'interesse al problema dei trasporti che il Suo giornale ha sempre mostrato. Lunedì mattina, come ogni studente fuori sede è solito fare, mi metto in viaggio per raggiungere l'Università da Maiori. E da qui comincia l'Odissea a bordo di un pullman Sita stracolmo di persone, dove non puoi fare altro se non abbracciare chi ti è accanto sperando di raggiungere Salerno ancora sana e salva, soffrendo di mal d'auto. Conoscendo fin troppo bene i disagi offerti gratuitamente dal paese in cui, per sfortuna, vivo ieri sera mi sono presa la briga di acquistare il biglietto, presumendo che molto probabilmente stamani alle 8 avrei riscontrato difficoltà nel procurarmelo. Purtroppo, sempre fra i "vantaggi" di vivere nella amata Costiera Amalfitana rientra anche l'impossibilità di procurarsi i biglietti per la compagnia di trasporto pubblico firmata Cstp (un nome, una garanzia!) prima di arrivare a Salerno: ciò è accaduto in seguito alla soppressione del vecchio sistema Unico, che permetteva di viaggiare con un unico tagliando. Sorpresa, dopo le infinite curve della Divina, giungo a piazza della Concordia e, dopo una breve boccata d'aria, mi accingo a fornirmi del famoso e desiderato biglietto da 1,10 euro, per poter salire a bordo dei "lussuosi pullman" che da Salerno trasportano gli studenti a Fisciano. Ma la fortuna non vuole continuare a vagabondare con me e la bellezza di due biglietterie, che come già il nome lascia intendere dovrebbero vendere biglietti, mi rispondono di non avere quello che serve a me per raggiungere l'Università ma altri il cui costo è circa il doppio. Cosa faccio? Giro per Salerno con valigie e borse in mano sperando di ottenere la grazia di trovare un negozio che venda il ticket da 1,10 euro, oppure salgo sul carrozzone diretto verso il campus, pregando di trovare qualcuno a bordo che sia stato più fortunato di me e sia riuscito a comprare addirittura due biglietti? Vista la fretta di dover prendere parte alle lezioni, ho optato per la seconda, ma la sorte ha voluto che restassi praticamente immobilizzata nelle scale della seconda porta del pullman, ovviamente stracolmo di gente che, come te, vive male quella situazione ma per necessità, pigrizia o non so cosa sale, sbuffando, raggiunge la meta, sempre se il pullman non riscontri incidenti di percorso date le condizioni disumane in cui si viaggia. Ho domandato alle persone che, per forza di cose, abbracciavo senza neppure conoscere, se fossero in possesso di un biglietto in più, che ovviamente avrei pagato, ma le risposte sono state tendenzialmente due: "No, non l'ho trovato da nessuna parte"; "Ne ho uno solo, mi dispiace, ma non riesco neppure ad obliterarlo".
Come dargli torto? Quella sorta di aggeggio destinato all'obliterazione è uno ed è situato alle spalle dell'autista, lontano da noi che siamo in fondo al corridoio del bus, affollato da circa trenta persone alzate. Un fatto, questo, che si ignora volutamente perché molto spesso contrario alla legge che, come è noto, vieta la circolazione di mezzi stracolmi. Ovviamente in tutto questo il viaggio della speranza continua, e non essendo abituata a non svolgere quello che viene reputato il mio compito, ovvero timbrare il biglietto (anche se ci sarebbe da discutere data le qualità decadente del servizo!) mi sento preoccupata per un eventuale incontro con un controllore: avrebbe mai creduto al mio racconto? Lo verifichiamo subito dato che, appena varcata la prima fermata del campus dove giungono tutti gli autobus, finalmente riesco di nuovo a toccare terra e mi trovo faccia a faccia con un uomo, che attende alle porte dei pullman i passeggeri che si accingono a scendere, urlando: "Biglietti, mi dovete far vedere i biglietti".
Avrei potuto mescolarmi fra la folla e farla franca ma ho deciso di affrontare la situazione e rendere chiaro, più di quanto già non lo fosse, lo stato di indecenza che regnava sovrano a bordo di quel pullman, seppur ormai avesse già fatto scendere la "mandria", specificando che è all'ordine del giorno e che da quasi tre anni che frequento l'Università non ho mai avuto l'onore di effettuare un viaggio in condizioni migliori. L'uomo, piuttosto infuriato, mi guarda le mani e nota da subito che non sono fornita di biglietto, quindi per qualche motivo si sente autorizzato ad aggredirmi urlando "Dammi i documenti, ti faccio la multa". Con toni pacati, e forse fin troppo educati, provo a spiegare che: sono in viaggio da un'ora e mezza in piedi, che purtroppo le biglietterie non erano fornite, che non avevo altri metodi per procurarmi un biglietto che francamente ho sempre comprato dal momento in cui costa pochi spicci rispetto alle tasse che i miei genitori pagano annualmente per coprire le spese dei servizi, tra cui i trasporti. Ci sarebbe da discutere, poi, sull'obliterazione di un biglietto per viaggiare come gli "animali" e soprattutto che non è colpa mia se nel 2015 (era della famosa tecnologia avanzata) ancora non è possibile acquistare il biglietto a bordo, comprare un biglietto online o semplicemente tramite un'applicazione installata sullo smartphone, come in tutti i Paesi civili del mondo accade! Ma il tizio, ormai giunto al limite del nervosismo, dato che tutti gli altri passeggeri nella mia stessa situazione avevano fornito i documenti senza opporre resistenza, inizia ad urlare attirando l'attenzione di tutti, che non hanno fatto altro che guardarmi come se fossi stata la prima delle delinquenti giunta a Fisciano grazie ad un esclusivo viaggio gratuito, accomodata su un lussuoso sediolino, con tanto di aria condizionata. La storia, dopo urla e riscaldamenti, termina con una multa dalla somma di 40 euro, più 1,10 per il costo del biglietto che "furbamente" non ho voluto acquistare.
Mi si potrebbe obiettare che ho sbagliato a fornire i documenti ad un tale che in realtà non ricopre nessun ruolo per poterli chiedere se non con il supporto dei carabinieri (a proposito, perché non controllano come si svolgono i viaggi della speranza, con le persone ammassate che attraversano persino tratti di autostrada?), che in maniera poco furba non ho girato i tacchi e sono andata via e che, addirittura, ho speso venti minuti del mio tempo provando a far capire al controllore che avrei potuto comprare nella biglietteria alle sue spalle il biglietto, con i soldi che avevo ancora in mano nella speranza di trovarlo lungo il percorso.
Forse, gentile Direttore, non siamo abituati neppure a difendere quelli che sono i nostri diritti e, circondata da miei coetanei che invece di appoggiarmi provando quanto meno a rendere pubblico cosa accade su quei pullman, hanno assunto un atteggiamento ambiguo, guadandomi quasi come una visionaria che stava semplicemente spiegando le ragioni di quel biglietto mancato.
Cara compagnia CSTP, è vero, oggi ho sbagliato io ma non perché non ero dotata di biglietto, ma perché avrei dovuto chiamare i carabinieri invece di fornire i documenti per mettere fine alla situazione imbarazzante, e spiegare loro come fai viaggiare i tuoi passeggeri. Oggi mi becco 41,10 euro di multa, che molto probabilmente alla fine di tutto questo racconto dovrò comunque pagare, però se fossi seduta sulle poltrone di coloro che gestiscono la compagnia di trasporto, una mano per la coscienza me la passerei. E miei cari coetanei, alcuni di voi multati e dotati di biglietto non obliterato a causa dell'impossibilità di raggiungere la macchinetta apposita, vorrei farvi sapere che spesso quella che passa alla storia come la "cattiva volontà" di uno solo, accompagnata ad altre dieci, cento, mille voci probabilmente non ci consentirebbe di cambiare il sistema sbagliato con cui abbiamo a che fare, ma quanto meno ci restituirebbe la dignità di poter difendere i nostri diritti!
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