Tu sei qui: ChiesaMonsignor Michele Fusco sospende il parroco di Rivisondoli dopo l'incidente e il test positivo alla cocaina
Inserito da (Admin), domenica 17 marzo 2024 09:30:26
La Diocesi di Sulmona-Valva si trova ad affrontare una nuova crisi, dopo che il Vescovo Monsignor Michele Fusco ha emesso un provvedimento canonico di sospensione temporanea nei confronti di don Daniel Arturo Cardenas, parroco della comunità parrocchiale di Rivisondoli. La decisione segue l'incidente stradale, avvenuto proprio nel territorio di Rivisondoli, in cui don Daniel è stato coinvolto e successivamente trovato positivo alla cocaina.
Il parroco, originario della Colombia, è stato protagonista di un sinistro alla guida della sua auto, una Toyota, nei pressi della località Santa Brigida. Dopo l'incidente, che non ha coinvolto altri veicoli, don Daniel è stato trasportato a Sulmona per le cure mediche, per poi essere sottoposto ad accertamenti a Chieti. Gli esami hanno rivelato tracce di cocaina nel sangue del sacerdote, risultato che ha portato al ritiro della sua patente da parte della polizia stradale. In una nota, diffusa dal legale del parroco, il sacerdote si è difeso sostenendo di non aver mai assunto volontariamente la sostanza stupefacente, ma che, verosimilmente, potrebbe averla ingerita per errore.
La diocesi ha espresso vicinanza e sostegno al sacerdote in questo momento difficile, assicurando preghiere per lui e per la comunità parrocchiale di Rivisondoli. Allo stesso tempo, la diocesi si è detta attenta al procedere delle indagini, evidenziando la necessità di tutelare la buona fama di don Daniel e di garantire il benessere della comunità.
Questo non è il primo episodio controverso che coinvolge don Daniel. Già nell'ottobre del 2022, il parroco era stato coinvolto in un altro incidente stradale, dopo il quale aveva abbandonato il veicolo sul luogo dell'incidente. In quell'occasione, il suo comportamento era stato giustificato dalla necessità di presenziare alla celebrazione della messa.
Il provvedimento del Vescovo Fusco è un segno della serietà con cui la Chiesa intende affrontare tali questioni, dimostrando un equilibrio tra la necessità di tutelare gli individui coinvolti e l'importanza della credibilità e della responsabilità all'interno della comunità ecclesiastica.
Foto: Leopoldo De Luise
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