Tu sei qui: ChiesaGioia e commozione a Pimonte: dopo 43 anni riaperta al culto la Chiesa di San Michele Arcangelo /FOTO
Inserito da (PNo Editorial Board), lunedì 18 dicembre 2023 14:12:28
Di Leopoldo De Luise
Quella di ieri, 17 dicembre, è stata una data storica per la comunità di Pimonte: dopo ben 43 anni di chiusura dovuta al terremoto del 1980, la chiesa madre intitolata a San Michele Arcangelo ha finalmente riaperto le sue porte al culto, segnando un momento di grande gioia e rinnovamento spirituale per il paese.
La cerimonia è stata presieduta da Mons. Francesco Alfano, Vescovo della Diocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia, che ha guidato i fedeli in un atto di preghiera e ringraziamento per questa rinnovata opportunità di poter finalmente ritornare a celebrare l'eucarestia in un luogo tanto caro alla comunità.
La chiesa di San Michele è un gioiello architettonico con pianta a croce risalente al XVIII secolo e la sua riapertura è stata resa possibile grazie al costante impegno dei parroci che si sono susseguiti nel tempo (fino all'attuale parroco don Antonino Lazzazzara), dell'amministrazione comunale, della Regione Campania e da tutte le persone che si sono adoperate a vario titolo per riportare il Santuario all' antico splendore.
La liturgia di dedicazione è stato un momento molto toccante, durante il quale il Vescovo Alfano ha consacrato il nuovo altare e le dodici colonne portanti con il sacro crisma: questo gesto solenne ha segnato la riapertura ufficiale della chiesa al culto, ed ha suscitato emozioni profonde tra i presenti.
Nell'omelia, Mons. Alfano ha sottolineato il significato profondo di questo momento storico, definendolo «un segno di speranza e testimonianza di fede», ha elogiato gli sforzi congiunti della comunità locale e delle istituzioni per riportare la chiesa alla sua gloria e ha incoraggiato tutti i fedeli a mantenere viva la fede e la devozione.
Oltre ai fedeli e ai religiosi locali, alla cerimonia hanno partecipato anche le autorità civili e militari, compreso il Sindaco di Pimonte, Francesco Somma.
Nel suo discorso conclusivo il Primo Cittadino ha voluto ricordare tutte le persone che non ci sono più e che avevano espresso il desiderio di varcare per l'ultima volta quel portone: «Oggi è un giorno di giubilo e di gioia, abbiamo esaudito quel desiderio di tante persone: dopo 43 anni siamo entrati nella storia di questo paese e di questa chiesa. Il Vescovo l'ha detto: la chiesa non sono quattro mura, la chiesa è la comunità e oggi siamo quella chiesa. Al Vescovo, che mi ha ricevuto qualche giorno dopo essere eletto, ho affidato le mie preoccupazioni, le mie aspettative, i miei pensieri, le mie richieste, come si fa con un padre, gli ho presentato quello che agli occhi del nuovo Sindaco era la situazione e gli ho chiesto un aiuto, quel padre che ha l'umiltà di farsi chiamare semplicemente don Franco, quel padre che ha la grandissima umiltà di firmarsi "tuo fratello Vescovo"... Ebbene, mio fratello Vescovo grazie, grazie per la tua benedizione, grazie per la dedizione di averci inviato Don Nino che ha avuto la forza e la fede di aver cambiato il significato del giorno 17, grazie a tutte le persone che hanno collaborato e reso possibile la riapertura della nostra chiesa».
Altro momento pieno di emozione, a fine celebrazione, è stato l'ingresso in chiesa della statua di San Michele, che è stata collocata alla destra dell'altare.
La celebrazione di domenica è stata un momento di grande importanza per la comunità tutta, che finalmente si riappropria di un luogo storico e di fede.
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