Tu sei qui: AttualitàSicurezza Alimentare, Coldiretti: «Nel 2025 un allarme al giorno»
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), sabato 7 giugno 2025 13:33:04
Nel 2025, un preoccupante numero di casi di contaminazione alimentare ha suscitato allarme in Italia, con un prodotto straniero contaminato per ogni giorno dell'anno. Le importazioni di cibo, che vanno dalle arachidi cinesi con aflatossine cancerogene agli arance egiziane trattate con pesticidi vietati in Europa, hanno sollevato seri interrogativi sulla sicurezza alimentare. A denunciare questi rischi è Coldiretti, che, basandosi sui dati Rasff, in occasione della Giornata mondiale della sicurezza alimentare del 7 giugno, ha evidenziato le gravi problematiche legate agli alimenti importati. L'organizzazione ribadisce l'importanza della trasparenza sull'origine dei cibi e l'urgenza di un'applicazione rigorosa delle normative europee per garantire la sicurezza alimentare, proteggere la salute dei consumatori e tutelare il reddito degli agricoltori italiani. Di seguito il testo integrale.
Nel 2025 è scoppiato quasi un allarme alimentare al giorno a causa delle importazioni di cibo straniero, dalle arachidi cinesi con aflatossine cancerogene oltre i limiti alle arance egiziane con residui di Chlorpropham, un pesticida vietato nella Ue dal 2020, oltre a pistacchi, pollo, pesce e altri prodotti consumati abitualmente sulle tavole. A denunciarlo è la Coldiretti, sulla base di dati Rasff, in occasione della Giornata mondiale della sicurezza alimentare che si celebra il 7 giugno, promossa dall'Organizzazione mondiale della sanità che quest'anno mette in luce il ruolo cruciale della scienza nel garantire la salubrità dei cibi. Secondo l'Oms circa 600 milioni di persone ogni anno si ammalano a causa di alimenti contaminati.
L'elenco dei prodotti più pericolosi - rileva la Coldiretti - vede la presenza di aflatossine nel burro d'arachidi indiano, nei pistacchi turchi, americani e iraniani, oltre che nei fichi secchi anch'essi provenienti dalla Turchia, che guida la classifica dei Paesi con il maggior numero di cibi bloccati alla frontiera, davanti a Polonia e Spagna. Nel riso pakistano sono stati trovati residui oltre i limiti di un altro pesticida proibito nell'Unione Europea, il Clorpyrifos, presente anche nel pepe peruviano assieme ad altre sostanze, mentre il tonno spagnolo presenta elevate tracce di mercurio. Ma non mancano neppure - continua Coldiretti - i cibi contaminati da batteri e virus, dal pollo polacco con la salmonella alle ostriche francesi e olandesi al norovirus.
Non è un caso se i cibi e le bevande straniere sono otto volte più pericolosi di quelli Made in Italy con il numero di prodotti agroalimentari provenienti dall'estero con residui chimici irregolari che è stato pari al 5,6% rispetto ad appena lo 0,7% di quelli di provenienza nazionale, secondo l'ultimo rapporto Efsa.
Da qui la richiesta di Coldiretti di applicare il principio di reciprocità rispetto alle importazioni di prodotti agroalimentari da quei Paesi dove non vigono le stesse regole in materia di sicurezza alimentare, tutela dell'ambiente e rispetto dei diritti dei lavoratori.
Ma è altrettanto importante garantire anche la piena trasparenza su quanto si mette nel piatto, attraverso l'obbligo di indicare l'origine in etichetta su tutti gli alimenti in commercio. Coldiretti ha lanciato in Europa una proposta di legge di iniziativa popolare con l'obiettivo di raggiungere un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori.
La misura renderebbe obbligatoria l'origine degli ingredienti su tutti i prodotti alimentari venduti nell'Unione Europea. Solo così sarà possibile porre fine all'inganno dei prodotti stranieri spacciati per tricolori permesso dall'attuale norma del codice doganale sull'origine dei cibi che consente l'italianizzazione grazie ad ultime trasformazioni anche minime, come avviene nel caso anche dei semilavorati cinesi. E' possibile sottoscrivere la proposta di legge in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e in tutte le sedi territoriali ma anche sul web. Basta collegarsi al sito https://eci.ec.europa.eu/049/public/#/screen/home
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