Tu sei qui: Storia e StorieSapori d'altri tempi: le patate arrostite dalla cenere del braciere
Inserito da (redazionelda), venerdì 11 novembre 2016 19:41:35
di Sigismondo Nastri
Quando ero ragazzo, e le case non avevano impianto di riscaldamento, si passava le sere d'inverno raccolti tuorno tuorno ô vrasiere. Con i piedi poggiati sulla pedana circolare di legno nel quale esso era inserito. Non c'era la televisione e il tempo lo si trascorreva a chiacchierare, a discutere, a confrontarsi. Anche, noi bambini, a prenderci qualche salutare lavata 'e capa [rimprovero, ammonimento voglio dire] da papà o da mamma.
La famiglia era ancora una piccola comunità di persone che stavano insieme, si volevano bene. Oggi abitiamo in case ben riscaldate, ma esse non sono più luogo di aggregazione. Sembra quasi che ciascuno di quelli che vi abitano faccia vita a sé. Non c'è dialogo, presi come siamo - io per primo e ognuno per conto suo - dalle diavolerie che rispondono al nome di cellulare, smartphone, tablet, televisione.
Sul braciere, spesso, era poggiato l'asciuttapanne: una cupola di fascette di legno sulla quale si ponevano ad asciugare indumenti e biancheria.
Ricordo che nella cenere rovente mettevamo ad arrostire patate, castagne e anche pezzi di salsiccia avvolti nella carta oleata. Le bucce di mandarino servivano a profumare l'ambiente.
A me piacevano molto le patate. Che, una volta arrosolate, venivano spellate, tagliate a fette e condite soltanto con un pizzico di sale e un filo di purissimo olio d'oliva.
Mi si dirà che oggi possono essere cotte nel forno, più velocemente. Ma non è la stessa cosa. Non hanno lo stesso sapore.
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