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Storia e Storie

Una giornata di studi per rileggere il ruolo di Ravello nei giorni fondativi della Repubblica

Ravello tra Monarchia e Repubblica: la rinascita democratica passa da Villa Episcopio

Giovedì 24 luglio, nella chiesa monumentale di San Giovanni del Toro, storici e studiosi si riuniscono per il convegno “Ravello tra Monarchia e Repubblica”. Promosso dall’Associazione del Duomo, Ravello Nostra e Il Vescovado con il patrocinio del Comune, l’appuntamento intende riportare alla luce il ruolo centrale svolto da Ravello tra il 1944 e il 1946, dagli ultimi atti della monarchia al giuramento del primo governo di unità nazionale. Il sindaco Vuilleumier: «Restituiamo valore a un patrimonio storico nazionale»

Inserito da (Admin), martedì 22 luglio 2014 11:59:04

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«Questa iniziativa giunge alla vigilia dell'inizio dei lavori a Villa Episcopio, che restituiranno a Ravello un importante monumento, patrimonio dell'intera nazione per il suo valore storico». Così il sindaco di Ravello, Paolo Vuilleumier, alla vigilia dell'atteso convegno di studi dal titolo "Ravello tra Monarchia e Repubblica.La rinascita della democrazia in Italia" che si svolgerà giovedì 24 luglio prossimo nella suggestiva cornice della chiesa monumentale di San Giovanni del Toro, a Ravello.

Settant'anni dopo quella serie di eventi che si tenero a Ravello, dall'arrivo di Re Vittorio Emanuele, il 14 febbraio del 1944, al giuramento del primo Governo di Unità nazionale (24 aprile) al passaggio della luogotenenza del Regno dal sovrano al figlio Umberto (5 giugno).

«Sono particolarmente felice di notare come la giornata sia stata sollecitata ed organizzata da un gruppo di giovani studiosi ravellesi - ha aggiunto il primo cittadino -, con i quali l'amministrazione ha da tempo avviato rapporti di collaborazione, non ultimo per il recupero dell'archivio comunale. Il tutto nel segno della promozione delle cultura e della storia locale, che da sempre sosteniamo».

Articolato in due sessioni con inizio alle 9,30, ad aprire i lavori sarà il sindaco di Ravello, Paolo Vuilleumier. Seguiranno le relazioni di Giovanni Cerchia dell'Università degli Studi del Molise, Giuseppe Fresolone e Carmine Pintodell'Università degli Studi di Salerno, Crescenzo Paolo Di Martino, cultore di storia patria, Salvatore Amato, archivista, Salvatore Ulisse Di Palma, scrittore,Emiliano Amato, giornalista,Andrea Gallucci fotografo e cineoperatore, Luigi Buonocore, direttore del Museo dell'Opera del Duomo di Ravello. Modera Andrea Manzi, giornalista e scrittore.

IL QUADRO STORICO - Nel febbraio 1944 Vittorio Emanuele III e il governo Badoglio lasciavano Brindisi e trasferivano a Salerno la capitale del «regno del Sud», con funzioni amministrative esigue e comunque sottoposte all'autorità sostanziale della Commissione militare alleata formata dagli eserciti anglo-americani di occupazione.

Ospiti del Duca Riccardo di Sangro, presso Palazzo Episcopio, il Sovrano e la Regina Elena arrivarono a Ravello il 14 febbraio, mentre il figlio Umberto prese dimora presso il Barone Giuseppe Compagna, che abitava poco distante.

Ogni mattina, nei giorni che seguirono, sino alla liberazione di Roma, il Re, sempre in divisa militare, partiva per raggiungere il fronte e seguire le operazioni belliche, mentre la Regina Elena restava in sede e, a volte, si recava in Villa Rufolo o, riservatamente, in visita a chiese e monasteri. Nel pomeriggio del 24 aprile, a Palazzo Episcopio, avvenne il giuramento del primo Governo di unità nazionale. Il 4 giugno del 1944 Roma veniva liberata dall'occupazione nazista e, il giorno successivo, a Ravello, re Vittorio Emanuele III, pur senza abdicare, delegava i suoi poteri costituzionali al figlio Umberto, Principe di Piemonte, nominandolo, con R. D. del 5 giugno 1944, n. 140, Luogotenente Generale del Regno.

"Fu una cerimonia scarna- scriveva Spinosa -ma degna d'un Parsifal per l'intensità e per la suggestione dei luoghi prediletti da Wagner. Pieno di amarezza, salutando sulla soglia della villa il figlio che partiva per la capitale, Vittorio esclamò: «Va', divertiti tu, ora»".Quell' atto divenne formalmente esecutivo il 9 maggio del 1946, quando, con l' abdicazione del Sovrano, Umberto diventò re per un solo mese. «Re di maggio», si disse, malinconica definizione per indicare la brevità del suo regno, nella pur breve stagione della monarchia italiana.

Nella cornice di tale quadro storico-istituzionale, uno dei più delicati della vicenda nazionale italiana, si inserisce il ruolo fondamentale di Ravello, sul quale la storiografia ha poco indugiato e che questa Giornata di Studi, organizzata dall'Associazione del Duomo in collaborazione con Ravello Nostra, il portale Il Vescovado e con il patrocinio del Comune, intende porre all'attenzione della comunità scientifica.

PROGRAMMA DEI LAVORI

I sessione - ore 9.30

Saluti istituzionali

Paolo Vuilleumier sindaco di Ravello

Moderazione:

Andrea Manzi giornalista e scrittore

Relazioni:

Giovanni Cerchia Università degli Studi del Molise

Dalla piana di Salerno alla Gustav: il laboratorio della guerra totale

Giuseppe Fresolone Università degli Studi di Salerno

Politica e società nei giorni di Salerno Capitale

Carmine Pinto Università degli Studi di Salerno

L'ultima guerra del Mezzogiorno

Crescenzo Paolo Di Martino cultore di storia patria

I Reali a Ravello

II sessione - ore 16.00

Relazioni:.

Salvatore Amato archivista

Ravello 1943-1944: istituzioni e società

Salvatore Ulisse Di Palma cardiologo e scrittore

1944 - Elena di Savoia e Clemente Tafuri nell'arte e per l'arte

Andrea Gallucci fotografo e cineoperatore

Videointerviste ai testimoni dell'epoca

Luigi Buonocore direttore del Museo dell'Opera del Duomo di Ravello

Villa Episcopio: il "piccolo Quirinale" di Ravello

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