Storia e StorieRavello: fu sotto impulso di Giuseppe Pagano e Lorenzo Imperato che "sorse" il Sacrario ai Caduti

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Ravello: fu sotto impulso di Giuseppe Pagano e Lorenzo Imperato che "sorse" il Sacrario ai Caduti

Non tutti sanno che fu su impulso di Giuseppe Pagano, reduce della Prima Guerra Mondiale, e di Lorenzo Imperato, di recente scomparso e figlio di un suo commilitone, che fu ripristinato e rimesso a nuovo il Sacrario ai caduti

Inserito da (Redazione LdA), lunedì 27 dicembre 2021 17:22:26

Nel giorno della Festa della Liberazione e in occasione della Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze armate, i Ravellesi sono soliti commemorare i caduti al Sacrario di Piazza Fontana Moresca con la deposizione di una corona d'alloro e una preghiera.

Non tutti sanno che fu su impulso di Giuseppe Pagano (noto come Pepp' a post), reduce della Prima Guerra Mondiale, e di Lorenzo Imperato, figlio omonimo di un suo commilitone, che fu ripristinato e rimesso a nuovo il Sacrario ai caduti.

A raccontarlo alla Redazione è una sua discendente, Ida Palumbo. In particolare, i due si occuparono di reperire i fondi necessari ai lavori e ne seguirono lo svolgimento; per loro fu, all'epoca, un gesto di omaggio verso i loro conoscenti e parenti che avevano visto morire al fronte, mentre entrambi erano stati così fortunati da riuscire a ritornare alle proprie case.

Le figlie di Giuseppe Pagano, ormai anziane, ci racconta la pronipote, hanno cercato di avere un qualche riconoscimento dal Comune, in forma di targa, per onorare il gesto del padre e di Imperato, ma non ci sono mai riuscite.

Il Sacrario ai Caduti è, tuttora, una testimonianza di riconoscenza e rispetto all'impegno dei soldati italiani di tutte le guerre che hanno lottato, sofferto e sacrificato la propria vita per garantire la Pace, la Libertà e l'Unità della Nazione.

Sorge in quella che un tempo era la Chiesa di Sant'Agostino. L'atrio, sostenuto da due colonne, ha poi ospitato, nei secoli dell'età moderna, i Parlamenti cittadini e la rappresentazione della tragedia "La fede in trionfo", scritta da Don Nunziante Garzillo di Solofra, che si teneva nella domenica dopo la festa patronale in onore di San Pantaleone.

Ma, verso la fine del XIX secolo, il monumento fu abbandonato, con conseguente perdita di pregevoli opere d'arte in pittura e scultura.

Negli anni Sessanta del Novecento, per iniziativa di Pagano e Imperato, fu recuperata alla pubblica fruizione con un intervento di radicale trasformazione. Destinata a Sacrario dei Caduti, fu inaugurata solennemente il 26 luglio 1968 dall'Arcivescovo Cesario D'Amato.

Il 9 febbraio 2014, presso l'atrio della chiesa, sono state collocate le ceneri del marinaio Andrea Mansi, trucidato dai tedeschi sull'ingresso dell'Università "Federico II" di Napoli il 12 settembre 1943.

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