Tu sei qui: Storia e StorieLa saggezza di un popolo (30): 'Chi vole grazie ‘a Dio nun adda ‘ì de pressa'
Inserito da Antonio Schiavo (redazionelda), giovedì 17 marzo 2016 10:33:20
di Antonio Schiavo
Vi siete mai chiesti in quale posto del mondo è situato Panecuocolo e se sia mai veramente esistito Manzi Michele di Pantaleone, forse unico esempio di progressione scolastica inversa perché "steva ‘a siconda e è passato a' prima"?
Eppure chissà quante volte nei nostri discorsi ci sarà capitato di citare quel paese sconosciuto al pari di Atlantide e di far riferimento alla brillante carriera scolastica del nostro Michele per stigmatizzare i cali di rendimento dei nostri figli.
Tradizioni sedimentate nel tempo che entrano a far parte del dire comune e quotidiano di cui spesso non si conosce l'origine ma (potenza dell'etimologia) che passano, si trasferiscono di padre in figlio per diventare gergo familiare.
E' più o meno quello che cerchiamo di fare noi con questa rubrica giunta inaspettatamente alla trentesima puntata.
O' mobbile è fino e ‘a pittura è fresca ( manca sulo ‘o scippeco).
Si mette in luce la presunzione, l'ampollosità fuori luogo dell'interlocutore.
Nun sta levanno ‘o schizzo da terra:
piove a dirotto , incessantemente
Sparagne e cumparisce:
Se la cava con poco
Se sparteno ‘o suonno:
Sono molto amici, vivono praticamente in simbiosi
Chi vole grazie ‘a Dio nun adda ‘ì de pressa:
Bisogna avere fede. Dio non abbandona nessuno. L'interpretazione meno buonista del proverbio è: siediti sulla sponda del fiume (con quel che segue).
Resta fatto:
Siamo d'accordo su tutto, basta una stretta di mano.
Oggi a r' otto:
Giusto fra una settimana.
Auanno, Mo fa ll'anno:
L'anno scorso
Sparte ricchezza, addeventa puvertà:
Si dice soprattutto quando sono molti gli eredi
Chi ‘mpresta nun ce ne resta:
Modo di dire molto cinico che mette in guardia ad essere improvvidamente munifici che è collegabile ad un altro:
Si ‘o mpriesto fosse bbuono ognuno se m'prestasse ‘a mugliera
Meglio a Dio pruvvisto che a Dio pruvvede:
Meglio essere previdenti che aspettare abulicamente gli eventi.
Vole pappa, zizze e nonne:
Vuole la moglie ubriaca e la botte piena
Nun mangia pe nun cacà:
si dice di chi è estremamente tirchio
(continua)
P.S.: permettetemi un pensiero personale: per la prima volta da quando ho cominciato la collaborazione con il Vescovado, questa sera non riceverò la telefonata di commento al mio pezzettino meno imparziale che si possa immaginare.
Riposa in pace, zia Ida.
Se sei arrivato fino a qui, significa che apprezzi il nostro impegno nel fornire notizie libere e accessibili a tutti.
Per garantire un ambiente sicuro per i nostri lettori, abbiamo rimosso tutta la pubblicità invasiva, i cookie e i tracciamenti di terze parti.
Tuttavia, per continuare a offrirti un'informazione di qualità, il tuo aiuto è fondamentale. Anche un piccolo contributo può fare la differenza.
Sostieni Il Vescovado!
Scegli il tuo contributo con
Per rimanere costantemente aggiornati con le notizie del Vescovado, in tempo reale sul tuo smartphone, scarica la App!
Per dispositivi Apple |
Per dispositivi Android |
![]() |
![]() |
rank: 103231105
di Massimiliano D'Uva Ci sono viaggi che si misurano in chilometri e altri che si pesano con l'anima, così come i luoghi che non smettono mai di stupirci, anche quando li abbiamo già visti mille volte. New York è uno di questi. E ogni volta che ci torno, la trovo diversa eppure sempre uguale a sé stessa:...
C'è un piccolo grande esempio di passione e tradizione marinara che continua a vivere tra le onde del piccolo borgo di Atrani, il centro urbano più piccolo d'Italia e con la più alta densità di popolazione residente. Si chiama Lorenzo Oliva, è nato nel 2012 e, nonostante la giovane età, ha già fatto...
Il 27 giugno 1544, la flotta del temibile corsaro turco Ariadeno Barbarossa, forte di 154 legni tra galeazze, feluche, lancioni e quattro navi da guerra, si presentò al largo di Amalfi, pronta a saccheggiare e devastare anche le città vicine, da Salerno a Positano. Secondo lo storico Filippo Cerasuoli,...
di Sigismondo Nastri Monsignor Ercolano Marini si dimise da arcivescovo di Amalfi nel 1945 e si ritirò a Finalpia, in una casa di riposo per sacerdoti anziani, dove si spense cinque anni dopo. Al suo posto, nella primavera del 1946, la Santa Sede nominò Mons. Luigi Martinelli, che purtroppo morì prima...
Trentasette anni fa, all'alba del 27 giugno 1988, Maiori si svegliò sconvolta da una tragedia che segnò per sempre la sua storia recente: il crollo di un'ala dello storico Palazzo D'Amato, in pieno Corso Reginna, causato da un incendio doloso. Le fiamme, appiccate nel tentativo di truffare un'assicurazione,...