Salute e BenessereA Catania è nata Alessandra: sua madre aveva ricevuto il primo trapianto di utero realizzato in Italia

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A Catania è nata Alessandra: sua madre aveva ricevuto il primo trapianto di utero realizzato in Italia

Il programma nazionale di trapianto di utero è stato autorizzato in via sperimentale dal Consiglio superiore di sanità nel 2018 ed è attivo dal 2019 presso il Centro trapianti del Policlinico di Catania

Inserito da (PNo Editorial Board), venerdì 2 settembre 2022 12:13:03

All'ospedale Cannizzaro di Catania è nata Alessandra, figlia della donna che ha ricevuto il primo trapianto di utero realizzato in Italia.

«Si tratta della prima nascita di questo tipo nel nostro Paese e del sesto caso al mondo di gravidanza portata a termine con successo dopo un trapianto di utero da donatrice deceduta», sottolinea una nota del Centro nazionale trapianti (Cnt).

La madre di Alessandra, oggi 31enne, era nata priva di utero a causa di una rata patologia congenita, la sindrome di Rokitansky. Nell'agosto 2020, in piena pandemia, presso il Centro trapianti dell'Azienda ospedaliero universitaria Policlinico di Catania era stata sottoposta a un delicato intervento condotto da un'équipe multidisciplinare composta dai professori Pierfrancesco Veroux, Paolo Scollo, Massimiliano Veroux e Giuseppe Scibilia, nell'ambito di un programma sperimentale. Quindi, la paziente e il marito hanno poi iniziato il percorso di fecondazione assistita omologa, grazie agli ovociti prelevati e conservati, prima dell'intervento, nella biobanca per la preservazione della fertilità dello stesso ospedale.

 

«Si è trattato di un trapianto estremamente complesso - racconta all'adnKronos Pierfrancesco Veroux, professore ordinario di chirurgia vascolare e trapianti dell'Università degli studi di Catania - che ha presentato sin dall'inizio le difficoltà tecniche che ne limitano l'uso estensivo nel mondo. In questo caso l'utero, sin dal declampaggio dei vasi, ha mostrato una grande vitalità che ha poi permesso grazie a una perfusione ottimale di ‘vivere' nella paziente e di portare a termine una gravidanza quanto mai attesa. Il Centro trapianti da me diretto ha seguito in questi due anni con cadenza settimanale la futura mamma al fine di monitorare le condizioni cliniche e modulare la terapia immunosoppressiva, soprattutto nella delicata fase finale condizionata dal Covid. L'utero trapiantato, al momento della nascita della ‘nostra' piccola Alessandra, ha confermato la piena funzionalità, facendo ben sperare per il futuro».

 

Il programma nazionale di trapianto di utero è stato autorizzato in via sperimentale dal Consiglio superiore di sanità nel 2018 ed è attivo dal 2019 presso il Centro trapianti del Policlinico di Catania. Finora sono stati realizzati con successo due interventi: il primo nell'agosto 2020 e il secondo nel gennaio 2022. Al momento in lista d'attesa sono arruolate 5 donne. La sperimentazione italiana prevede che le donatrici siano donne decedute tra i 18 e i 50 anni ed esclude per ora la donazione da vivente.

«Il protocollo sperimentale ha come obiettivo proprio il successo di una gravidanza della paziente trapiantata. Il primo passo è la riuscita del trapianto dell'organo da un punto di vista funzionale; successivamente, circa un anno dopo l'intervento, una volta stabilizzato il quadro clinico della paziente, viene avviato il percorso di procreazione medicalmente assistita», spiega il Cnt.

Secondo i criteri definiti dal protocollo, «le potenziali candidate al trapianto sono donne con età compresa tra i 18 e i 40 anni con anamnesi negativa per patologie oncologiche, assenza di pregresse gravidanze a termine con esito positivo - conclude il Cnt - affette da patologia uterina congenita (sindrome di Rokitansky) o acquisita (atonia uterina post partum)».

 

(Foto di Vidal Balielo Jr.)

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