Tu sei qui: AttualitàOspitalità in Costiera per i rifugiati: quando a prevalere sono gli stereotipi
Inserito da (redazionelda), sabato 28 gennaio 2017 07:58:47
di Paolo Russo*
Questa mattina una signora, preoccupata e quasi affranta, mi ha chiesto: "Ma è proprio vero che gli immigrati verranno anche qui da noi, in costiera?", col tono di chi sente prossima l'apocalisse. E' una signora buona e gentile, che ama i bambini e la natura e "di suo" non farebbe male a una mosca. "Cos'è che ti spaventa? - le ho chiesto - sono dei poveri disperati che fuggono dalla guerra, dalla fame e dalle persecuzioni".
Puntuale, è giunta la risposta che mi aspettavo: "Ma questi creano un sacco di problemi. Ci tolgono i posti di lavoro, si prendono case e sussidi a nostre spese, rubano, uccidono, ci stanno invadendo!". Prima che arrivasse a citare il terrorismo, mi sono allontanato a capo chino. Avrei potuto dirle che non c'è nessuna invasione, che in Italia gli immigrati sono 8 ogni cento abitanti (molto meno che in altri Stati), tra comunitari ed extracomunitari, tra regolari e irregolari, provenienti da tutti e cinque i continenti.
Avrei potuto aggiungere che parecchi di essi effettivamente non hanno né casa né lavoro: per questo sono disperati! E che i lavori che sono costretti ad accettare per sopravvivere sono sottopagati, senza tutele e spesso senza dignità. Che vivono sovente in stamberghe sovraffollate i cui proprietari (italiani) lucrano canoni d'affitto esorbitanti e senza tassazione. Che non poche imprese trovano conveniente farli lavorare (in nero) perché si accontentano di compensi irrisori. Che nessuna badante italiana accetterebbe di occuparsi 24 ore al giorno di un anziano per 700 euro al mese e anche meno. Che quelli di essi che lavorano regolarmente contribuiscono alla sostenibilità del sistema previdenziale, cioè permettono di erogare le pensioni a tutti quelli che ne hanno diritto (c'è un pensionato straniero ogni 160 italiani). Che concedere asilo a chi fugge dal proprio paese per motivi di persecuzione politica costa allo Stato in media 35 euro per ciascun richiedente, denaro che per il 90% è assegnato non ai migranti ma agli enti e alle associazioni che gestiscono (spesso male, a volte truffando, e sono tutte italiane) le strutture di accoglienza. E ancora: che criminali efferati ci sono in qualsiasi popolazione (di quanti delitti familiari, di quanti femminicidi, di quante aggressioni con l'acido, di quanti efferati assassini sono responsabili cittadini italiani?).
Ma quella signora parlava sull'onda di un'emozione indotta, falsata da una comunicazione distorta, quella delle televisioni e dei giornali che fanno a chi grida di più, a chi fa più audience, a discapito della verità e della correttezze informativa. Me ne sono andato rinunciando a spiegarle che l'equazione "straniero uguale criminale" è una sciocchezza, che non si può dismettere la solidarietà umana per una paura irrazionale. Piuttosto, il problema dei flussi migratori va certamente governato, un'accoglienza indiscriminata e incontrollata è inammissibile e va contro il bene degli stessi migranti: ma non per questo si possono erigere muri difensivi, né reali né metaforici.
Piuttosto, dobbiamo difendere i nostri valori civili, morali, giuridici e (per chi ha fede) anche religiosi, con gli strumenti della civiltà, dell'etica, del diritto e della carità. Con la buona amministrazione. Col migliore funzionamento dei servizi pubblici. Con forze dell'ordine e di sicurezza dotate delle necessarie risorse. Con l'efficienza dell'apparato giudiziario. Diversamente, prevarrà la barbarie.
p.s. Pur essendo allergico alla dimensione dei social network, affido questa riflessione all'informazione on line (che ringrazio), consapevole peraltro di incorrere così nel rischio del linciaggio informatico ad opera dei non pochi teppisti che frequentano il web. E' un rischio che acconsento a correre, perché credo nella libertà di pensiero. Ma, naturalmente, non replicherò a nessuno.
*docente in Diritto, consigliere comunale di Minori
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