Tu sei qui: CronacaMorte Palmina Casanova: indagati quattro medici, due del Costa d'Amalfi
Inserito da (redazionelda), giovedì 29 giugno 2017 09:42:24
Sono quattro gli indagati per la morte di Palmina Casanova, la commerciante 56enne di Atrani deceduta il 22 aprile dello scorso anno, quattro giorni dopo aver subito un intervento in laparoscopia per rimuovere cisti ovariche. Gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari a firma del sostituto procuratore Elena Guarino sono stati notificati in questi giorni a due medici del presidio Costa d' Amalfi di Ravello e a due ginecologi dell'ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona.
A darne notizia il quotidiano Il Mattino in un articolo a firma di Petronilla Carillo secondo cui si tratta, nello specifico, del radiologo e del chirurgo di Ravello i primi a visitarla) i quali, secondo le contestazioni mosse dalla procura, non si sarebbero accorti dall'esame radiologico che la donna aveva delle problematiche importanti all'addome, del repentino abbassamento dei globuli bianchi e di una sepsi in corso. Identico errore sarebbe stato fatto dai due ginecologi di Salerno. Sul decesso della Casanova, però, resterebbe aperto ancora un secondo filone di indagine che riguarda la scomparsa del «sigma» ovvero una parte del tratto intestinale che sarebbe stato asportato alla donna nel corso del secondo intervento, quello di venerdì 22 aprile, quando la Casanova fu trasferita intubata alla Rianimazione del Ruggi con un addome acuto, dopo un primo soccorso da parte dei sanitari dell'ospedale di Castiglione di Ravello.
Le vicissitudini della Casanova hanno inizio il 19 aprile 2016 quando la paziente entra in sala operatoria del Ruggi per togliere delle cisti ovariche. L'intervento sembra riuscito. Due giorni dopo, il 21 viene dimessa. Il 22, venerdì, la donna si sente male: viene prima accompagnata all'ospedale di Castiglione di Ravello e di qui, intubata, trasferita al San Leonardo per una addome acuto. Riportata in sala operatoria, dopo essere passata per il pronto soccorso, muore durante il secondo intervento sembrerebbe per una perforazione dell'intestino avvenuta nel primo intervento e che le ha provocato una peritonite.
È proprio durante le indagini che i carabinieri del Nas scoprono che il reperto, il «sigma», era sparito.
Attraverso un'indagine interna sembra siano stati ricostruiti i vari passaggi di mano e di turni: una volta che il reperto della signora Casanova è uscito dalla sala operatoria, c'è stata la trascrizione sul brogliaccio e poi il reperto sarebbe stato posizionato su un carrello in attesa di essere trasferito ad anatomia patologica (reparto rimasto chiuso da sabato a lunedì). Su quello stesso carrello, sempre venerdì, è stato poggiato anche un reperto (un dente) che apparteneva alla ragazza salernitana morta in seguito ad un incidente stradale.
Sembra che nella confusione (circostanza che non è una scusante ma forse un aggravante più del dolo) è stato gettato tutto: sia il reperto che non serviva (il dente della ragazza) sia la parte di intestino della 56enne atranese. Una cosa è certa: che la tracciabilità del reperto c'è tutta e a breve potrebbe esserci un ulteriore colpo di scena.
Fonte: Il Mattino
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