Tu sei qui: PoliticaScivolone in Tv del De Masi anti-Trump: «Parole di un pazzo». Ma la citazione era di Lincoln [VIDEO]
Inserito da (redazionelda), lunedì 23 gennaio 2017 16:56:05
«Noi abbiamo un grande compito davanti, che questa Nazione guidata da Dio abbia una rinascita di libertà e che l'idea di un governo del popolo, fatto dal popolo, per il popolo, non scompaia dalla terra». Sono queste le parole che ha letto il professor Alberto Castelvecchi (docente ed esperto di Public speakingall'Università LUISS Guido Carli di Roma) durantela puntata di Omnibus andata in onda su La 7 ieri mattina.
Si discute di populismo e dell'elezione di Trump. Per la precisione, il blocco televisivo in questione si intitola "inizia l'era del Trumpopulismo, ci fa paura?".
Non c'è stato nemmeno il tempo di citare l'autore del discorso, quando il sociologo Domenico De Masi, ex presidente della Fondazione Ravello, a modo suo ha immediatamente commentato sovrastando il suo interlocutore: «E' un pazzo praticamente, sono parole di un pazzo... dette oggi sono di un pazzo...è un pazzo comunque» (VIDEO IN BASSO).
Castelvecchi tenta di rispondere ma viene interrotto. Dopo circa 20 secondi si riesce a rivelare l'autore del testo: Abraham Lincoln.De Masi ha dato per scontato che si trattasse di una parte del discorso del giuramento di Trump. Così, non è.
«Ma il punto è che per l'intellighenzia schierata a sinistra chiunque pronunci le parole "popolo", "sovranità" e "Nazione" è da additarsi come un populista, come un pazzo per l'appunto» spiega il giornalista Aurelio Pagani su "Il Primato Nazionale" che aggiunge: «Poco conta il fatto che non sia necessario possedere una laurea in scienze politiche per comprendere che qualsivoglia riferimento alla sovranità popolare e alla libertà siano parte integrante di tutti i sistemi democratici (almeno dal punto di vista teoretico). D'altronde l'etimo della parola democrazia non vuol dire proprio "governo del popolo"? Domanda retorica, ovviamente. Ma non per i professoroni che vanno in tv a lanciare invettive contro il "pericolo populista". Per loro il popolo è solo uno strumento da piegare alla volontà politica, qualunque essa sia; è solo il buon gregge che accetta politiche elitarie, esclusive e pro-establishment finanziario. E chi si azzarda a voler restituire al popolo la sovranità che gli appartiene è un maledetto populista. Fosse anche Abraham Lincoln».
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