Tu sei qui: PoliticaGoverno, Draghi ottiene fiducia con 95 voti e senza l’appoggio di Forza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle. Gli scenari
Inserito da (PNo Editorial Board), mercoledì 20 luglio 2022 20:36:29
Nel suo discorso al Senato stamattina Draghi si era detto, dopo gli appelli di intere categorie di cittadini, pronto a ripartire con un nuovo patto di fiducia. «Voi siete pronti a ricostruirlo?», aveva chiesto.
Oltre ai Cinque Stelle (che hanno aperto la crisi di governo), anche i gruppi di Lega e Forza Italia al Senato non hanno partecipato al voto di fiducia sulla risoluzione proposta dal senatore Casini. Contro anche Alternativa e FdI. Mentre Autonomie, Insieme per il futuro, Italia viva, Leu e Pd hanno votato a favore.
La risoluzione presentata da Pier Ferdinando Casini è stata votata per prima nell'Aula del Senato, in quanto il governo su quel testo ha posto la questione di fiducia. La risoluzione recita: «Il senato, udite le comunicazioni del presidente del Consiglio dei ministri, le approva».
Il centrodestra di governo aveva chiesto un nuovo governo guidato da Draghi ma senza il M5s. Ma il premier ha chiarito come ciò non fosse possibile.
Alle 19,25, quindi, la Presidente del Senato Elisabetta Casellati ha dato il via al voto con chiama uninominale. Presenti 192 senatori, votanti 133, voti a favore 95, contrari 38, astenuti nessuno.
Al termine delle operazioni di voto la presidente Casellati ha sospeso la seduta e ha convocato la capigruppo.
Visto l'esito del voto al Senato, Mario Draghi potrebbe annunciare le dimissioni al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Resta confermato, nel frattempo, dalle 9 di domattina il dibattito in aula alla Camera con le comunicazioni di Draghi. Intorno alle 11 era prevista la replica, dalle 13.45 la chiama per il voto di fiducia, con risultato intorno alle 15. Con ogni probabilità, però, la presenza del Premier alla Camera sarà solo formale.
Vista la fiducia comunque accordata dal Senato al governo, il capo dello Stato potrebbe sciogliere il Parlamento solo passando da consultazioni con i presidenti di Camera e Senato. O, ancora, il capo dello Stato potrebbe chiedere al Premier di rimanere in carica per il disbrigo degli "affari correnti". Quindi, le elezioni anticipate ad ottobre.
L'alternativa, poco probabile, è che il capo dello Stato formi un «governo di scopo» per arrivare fino alle elezioni nel 2023.
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