Tu sei qui: Politica«Cultura e Bilancio, dati travisati»: l’assessore Ettore Cinque specifica che la Regione investe «più di 100 milioni all’anno» nel settore
Inserito da (PNo Editorial Board), lunedì 14 agosto 2023 12:48:32
La Regione smentisce le notizie di stampa che travisando - come i commenti che ne sono seguiti - i contenuti di una recente relazione della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria delle Regioni e delle Province autonome (Deliberazione N. 13/SEZAUT/2023/FRG), attribuirebbero alla Campania "la maglia nera" per la spesa in materia di cultura e finanche un incremento di indebitamento.
A commentare il documento era stato il senatore Antonio Iannone: «L'ultima bordata all'inefficienza amministrativa del governatore De Luca arriva dalla Corte dei Conti che, attraverso la "Relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni e Province autonome", rende noto che la Campania è fanalino di coda in Italia per quanto concerne la spesa pubblica regionale per la Cultura: 2,7 euro per ogni residente rispetto alla media nazionale di 17,3 euro. Dati che certificano il totale disinteresse di De Luca per un settore, la Cultura appunto, di fondamentale importanza per la nostra regione».
L'assessore al Bilancio Ettore Cinque, nel merito, precisa che «I dati relativi alla spesa per abitante destinati alla cultura, riportati alla pagina 409 della relazione della Corte dei Conti si riferiscono alla sola spesa dei Comuni (come peraltro è ben evidenziato sull'etichetta della colonna della stessa tabella) e non anche a quella delle Regioni».
«Come è ampiamente noto, infatti, la Regione Campania - prosegue - destina ogni anno al settore della cultura più di 100 milioni tra finanziamenti alle leggi di settore, fondi POC, FSC e fondi europei, equivalenti a più di 17 euro per abitante. Rispetto alla capacità fiscale per abitante, si tratta di un livello di spesa procapite straordinario, di assoluto rilievo nel panorama nazionale. Quanto al dato, pure frettolosamente riportato, di un presunto incremento dell'indebitamento regionale avvenuto nel 2021, si ribadisce quanto riportato in tutti i documenti ufficiali della Regione Campania: nessun nuovo indebitamento è stato mai contratto dal 2015 in poi. Piuttosto, nel 2021 si è colta l'opportunità concessa da Cassa Depositi e Prestiti di rinegoziare a condizioni più vantaggiose i Mutui contratti con il MEF negli anni pregressi per la copertura dei disavanzi sanitari di fine anno ‘90 inizio anni 2000, mantenendo le medesime scadenze originarie».
Quindi, spiega che «complessivamente, l'operazione di rinegoziazione ha riguardato 1,5 mld di euro di debitoria pregressa e, a seguito di tale operazione, la Regione Campania ha potuto spuntare un tasso medio del 1,5%, rispetto ad un tasso medio dei Mutui MEF preesistenti del 3,3%, con un risparmio di circa 300 milioni di euro sull'arco temporale dei piani di ammortamento dei prestiti.
«Infine, un'ultima precisazione merita di essere svolta rispetto alla capacità di riscossione delle entrate tributarie. Secondo la ricostruzione giornalistica, questa volta neanche più frettolosa, semplicemente errata, la Regione Campania negli ultimi due anni avrebbe ridotto del 40% la propria capacità di riscossione delle entrate tributarie. Se ciò fosse vero, la Regione non sarebbe stata in grado nemmeno di provvedere alle proprie spese obbligatorie. Nella relazione della Corte si fa riferimento ad una riduzione delle entrate per la Regione Campania nel 2021 rispetto al 2020, ma a proposito delle entrate extratributarie (si vedano le pagine 108-112), vale a dire entrate di varia natura e origine che spesso assumono carattere non ricorrente. Ed infatti, nel caso della Regione Campania, nel 2020 si è manifestato un rimborso straordinario di svariati milioni di euro riferito ad annualità pregresse che nel 2021 non poteva manifestarsi nuovamente, da cui la riduzione nel 2021 delle entrate di natura extratributaria. Nessun allarme, dunque, nessuna difficoltà particolare - conclude l'assessore Cinque - se non quella ormai strutturale di dover fare i conti con trasferimenti dal livello statale sempre in riduzione da un anno all'altro, rispetto ad un territorio con una delle minori capacità fiscali per abitante».
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