Tu sei qui: Economia e TurismoTurismo Religioso in Costa d’Amalfi: Santa Rosa, Sant’Antonio e San Pancrazio a Conca dei Marini
Inserito da (ilvescovado), sabato 4 febbraio 2017 17:53:28
di Giuseppe Liuccio
In un'ansa di mare l'onda dilava le antiche case dei pescatori di Conca dei Marini, nella Costa di Amalfi, e narra di maremoti che sigillarono negli abissi uomini ed abitazioni, fasti e ricchezze dell'antica "Cossa dei Tirreni". Più in là, sul Capo, che pigro si insinua a carezza di marea, la Torre evoca truci assalti di pirati saraceni ed eroiche difese di indigeni disperati; e dagli oblò, aperti a squarci azzurri d'infinito, volano lievi, a palpiti di sole, le ombre in libera uscita dal vecchio Cimitero. Nell'aria rarefatta ed assorta si respirano attimi di sospensione tra vita e morte, nell'incantesimo da anticipo di eternità. È la magia della costa frastagliata e sinuosa, selvaggia e dolce, invitante e ritrosa, spudorata e pudica, come il corpo di una donna amata nell'esaltazione di una fuga d'amore trasgressivo. Schegge di stupore colte ed interiorizzate in quel laboratorio eterno d'arte della natura che è la "Grotta dello Smeraldo", dove l'acqua corteggia, carezza e penetra la roccia, la roccia gocciola rugiade di piacere sull'acqua ed il sole, discreto ed impalpabile, si insinua per i fori sotterranei a regalare pioggia di smeraldi per le nozze bigame tra terra, cielo e mare!
Ma c'è un'altra Conca altrettanto bella anche se meno conosciuta, capace, però, di sorprese inesauribili a chi sappia percorrere a passi lenti sentieri di campagna e scoprire case linde con terrazzi aperti ai venti e al mare, edicole minuscole a custodia di slarghi e vie, chiese accecanti bella gloria del sole e occhieggianti tra palmizi rigogliosi. C'è la Conca dei conventi e dei gradini, dei sapori e dei profumi, degli artigiani e dei contadini a custodia di orti che paion giardini. C'è la Conca dell'ulivo mite e della vigna generosa, dei carrubi che ombreggiano strade interpoderali e coltivi e dei limoneti che festonano pergolati nel sorriso verde/oro del frutto e del fogliame. C'è la Conca che dalla strada sprofonda a mare o s'inarca al cielo a tripudio d'orizzonte. C'è la Conca del Santarosa, dove vergini votate ai silenzi operosi del convento si inebriarono e si inorgoglirono al croccante profumo delle sfoglie a sigillo di creme pasticciere e di frutti canditi. È tradizione consolidata, infatti, che proprio dalla estrosa manualità delle monache del Santarosa sia nata la sfogliatella, che, nella forma a triangolo, riecheggia cappuccio inamidato di suora o conchiglia screziata di mare. E di storia ne ha da vendere Conca, a cominciare dalla bella chiesa del convento che conserva, reliquia preziosissima, il capo di San Barnaba Apostolo.
E come non stupirsi alla straordinaria bellezza della chiesa di Sant'Antonio che, a dominio di pendio scosceso, risale al 1200. Assolutamente da non perdersi una visita a quella bellissima di San Pancrazio che, a forma di nave, minaccia il varo nel mare turchese e che ispirò versi straordinari all'Amico Maestro Alfonso Gatto, tele famose a Mario Avallone e a Clemente Tafuri. Ed è da visibilio di estasi smemore il panorama dal sagrato della chiesa in un tramonto di sole anche in pieno inverno. M'incanto e, sull'onda della poesia dei miti, penso che un giorno i cavalli di Poseidone dovettero imbizzarrirsi e, forse, tentarono la scalata alla terra. Non si spiega diversamente quella zampata di mare di precisione geometrica, sorvegliata, a sinistra da una torre saracena, che fu un tempo cimitero, dove i vivi, a visita pietosa di defunti, ebbero un anticipo di paradiso nell'accecante bellezza della conflagrazione di cielo e mare, e, a destra, da quel miracolo della natura che è la Grotta dello Smeraldo. È una perla tutta da scoprire questa Conca dell'altra Costiera, il paese delle colline e dei coltivi, delle edicole votive e dei viottoli di campagna odorosi di zagara, rosmarino e finocchietto selvatico e ridenti nella festa dei gerani ad ornamento di scalinate e balconi e che regala silenzio, relax e calda ospitalità. Ma è anche e soprattutto il paese di chiese cariche d'arte e luminose di grazia e di bellezza, che hanno scritto straordinarie pagine di storia religiosa e civile del territorio ed in cui è d'obbligo fare una tappa di questo viaggio nel turismo religioso nella Costa Diva.
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