Economia e TurismoPadre Enzo Fortunato su Sole 24 Ore: «La sfida per un'economia sostenibile»

Padre Enzo Fortunato su Sole 24 Ore: «La sfida per un'economia sostenibile»

Inserito da (redazionelda), sabato 3 aprile 2021 18:35:43

di Padre Enzo Fortunato (da Il Sole 24 Ore)

«Peggio di questa crisi c'è solo il dramma di sprecarla... Nel mondo, senza un assetto compatto e una strategia calcolata, si va a rotoli». Le parole di Papa Francesco pronunciate a maggio 2020 mostrano chiaramente come l'umanità sia giunta ad un bivio dove non è ammesso frenare, tentennare, rimandare. Ora o mai più. Lo stiamo facendo con l'amico Ermete Realacci e i promotori del Manifesto di Assisi (documento presentato il 24 gennaio 2020 sottoscritto da oltre 4mila persone, dove le prospettive di un'economia e di una società a misura d'uomo sono già in atto. L'Italia ha le energie, anche civili e morali, per essere protagonista di un cambiamento positivo, a partire dall'Europa, per costruire un mondo più sicuro, civile, ecologico e gentile. Affrontare con coraggio e determinazione le possibilità dell'economia circolare non è solo necessario, ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra società più capace di futuro. Far ripartire la nostra economia iniziando proprio dal Recovery plan, dopo la dura crisi dovuta alla pandemia. Ha fatto dunque benissimo l'Unione Europea ad indirizzare le risorse del Next Generation EU e larga parte del bilancio comunitario 2021-2027 per mettere in sicurezza le comunità e rilanciare l'economia, su coesione-inclusione, transizione verde, digitale, con l'obiettivo di azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2050.

Il Papa a Strasburgo nel 2014 quando parlò di un'Europa «vecchia e stanca», paragonandola ad una nonna non più ferti le e vivace, a molti sembrava fosse azzardato. Da allora molto è cambiato, anche per effetto dei traumi subiti: dalla Brexit alla pandemia. L'Europa di oggi ha rafforzato la solidarietà tra gli Stati e punta con forza sul Green New Deal per accrescere la propria economia e il proprio ruolo nel mondo. Non si tratta solo delle scelte fatte nel Next Generation EU su coesione, transizione verde, digitale, con almeno il 37% dei 750, destinati proprio alle politiche ambientali. Negli stessi stanziamenti ordinari del programma europeo 2021-2026, pari a 1080 miliardi di euro, un terzo va al green. Una scelta per fronteggiare i pericoli legati alla crisi climatica ma anche per dare forza alle nostre imprese e ritrovare un'anima e una missione nel mondo. L'Italia può dare un contributo importante a questa sfida in tanti settori in cui è già protagonista a partire dall'economia circolare siamo al di sopra della media Europea: il tasso di riciclo dei rifiuti è in Italia del 79%, contro una media europea del 38%; la produttività dell'uso delle risorse è al 3,64%, contro il 2,2% dell'Ue; il tasso di circolarità della materia è al 19,3% contro l'11,9%. C'è un grande cambiamento in atto soprattutto nella società, spesso non percepito, dalla politica e dai media più legati a categorie del passato.

Più in generale, come dimostrano i dati di Green Italy, il rapporto annuale sulla green economy in Italia, elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere, nel nostro paese circa un terzo delle imprese, hanno investito sull'ambiente negli ultimi cinque anni in tutti i settori e sono quelle che crescono di più, innovano di più, producono più posti di lavoro. Da dove ripartire se non da qui? Quando ripartire se non ora? Ci sovvengono le parole di Thomas Edison, che di sfide se ne intendeva, «se fossimo ciò che siamo capaci di fare rimarremmo letteralmente sbalorditi». Non è una sfida semplice, ma l'Italia ha molto da dire se metterà in campo un impegno comune tra società, imprese, istituzioni e saperi. In Italia la sostenibilità fa rima con bellezza, innovazione, coesione, cultura. Ha radici antiche ed è anche una chiave per il futuro. Lo si vede nei primati che già esprimiamo in molti campi: dall'economia circolare, all'agricoltura, a tanti settori del Made in Italy. Come ha detto il Presidente Draghi dovremmo guardare al nostro Paese con più empatia e con occhi meno pigri e distratti. Francesco d'Assisi il paese lo ha attraversato a piedi nudi sporcandosi le mani, oggi rischiamo di attraversarlo senza ascoltare il grido di aiuto della povera gente.

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