Tu sei qui: CronacaPositano, battaglia legale e veleni tra eredi per hotel extralusso e patrimonio da 50 milioni
Inserito da (redazionelda), lunedì 3 luglio 2017 10:16:55
Un hotel di lusso e un patrimonio di circa 50 milioni di euro al centro di una battaglia legale tra eredi. È stata respinta la richiesta di archiviazione e disposta l'imputazione coatta per la presunta circonvenzione di incapace di Mario Russo, noto albergatore positanese. Suo infatti era l'hotel Villa Franca (ora HVF) a Positano, dove hanno soggiornato personaggi dello spettacolo e del jet set. A darne notizia il quotidiano Il Mattino oggi in edicola.
A disporre l'imputazione coatta nei confronti della sorella Francesca Russo, della nipote Rosa Taddeo e del marito di quest'ultima Massimo Napoli è stato il gip Donatella Mancini, che ha trasmesso gli atti al pm Elena Cosentino per la formulazione dell'imputazione (che potrebbe riguardare anche altre ipotesi di reato).
A far scattare l'inchiesta è stata la denuncia del nipote della presunta vittima del raggiro, Giuseppe Russo, che ipotizza una serie di pressioni effettuate sullo zio per compiere atti di disposizione contrari alla sua volontà e a tutto vantaggio dei tre soggetti denunciati, che risultano gli unici beneficiari di un ingente patrimonio stimato in circa 50 milioni di euro tra appartamenti e partecipazioni societarie dell'attività alberghiera in passato denominata Hotel Villa Franca ed ora HVF srl. Il noto albergatore, nell'ottobre 2007, attraverso un testamento, nominava eredi i suoi fratelli Salvatore, Carlo e Francesca, lasciando in parti uguali la sua quota dell'hotel e la dipendenza, con giardini e parcheggio. Nel medesimo testamento lasciava anche un appartamento a Roma al suo convivente. Ma le cose cambiarono ben presto come si legge nella denuncia-querela di Giuseppe Russo (figlio di Carlo), rappresentato dall'avvocato Marco Martello, «lo zio è stato indotto a compiere atti finalizzati al progressivo depauperamento del proprio patrimonio a tutto vantaggio dei querelati, unici beneficiari dei vari atti di disposizione patrimoniali». Dopo appena sette giorni, il testamento fu revocato «accompagnato - lo zio - personalmente da tutte e tre i denunciati, che poi sono risultati i beneficiari delle nuovi disposizioni».
Fonte: Il Mattino
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