Tu sei qui: CronacaOffendere su Facebook può farvi finire in carcere fino a 3 anni: ecco perchè
Inserito da (redazionelda), martedì 9 giugno 2015 15:01:12
Offendere qualcuno su Facebook è un reato di diffamazione aggravata esattamente come l'offesa pubblicata dalle colonne di un giornale. A stabilirlo è la Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione che, con la sentenza numero 24431 del 2015, ha sostanzialmente equiparato un post sulla bacheca di Facebook ad una diffamazione proveniente da un giornale qualsiasi. Occhio, quindi, a quando scrivete sul noto social network perché, come è giusto che sia, potreste essere chiamati a rispondere penalmente di quanto asserite.
La controversia è nata in seguito alla querela di un privato cittadino nei confronti di un "amico" virtuale che era intervenuto sul suo profilo Facebook in maniera poco cortese, pubblicando un post sulla bacheca. La vicenda si è sviluppata dinanzi al giudice di pace di Roma che, due anni fa, si era dichiarato incompetente dopo aver ipotizzato la fattispecie della diffamazione aggravata, disciplinata dal terzo comma dall'articolo 595 del Codice penale. Chiamato in causa, quindi, il Tribunale che, però, aveva a sua volta escluso la sua competenza a giudicare, in particolare a causa dell'aggravante "giornalistica" che, secondo i giudici, non c'era in virtù del fatto che la persona offesa ha gestito male i meccanismi di tutela della propria privacy in base ai quali, come è noto, si può impedire ad altri di pubblicare sulla propria bacheca.
A questo punto, inevitabile, è stato necessario l'intervento della Corte di Cassazione che ha restituito gli atti al tribunale monocratico, ponendo quindi sul medesimo piano giuridico la vicenda della diffamazione giornalistica con l'offesa su Facebook. La Suprema Corte ha ritenuto lecito ragionare in questo modo sottolineando che il fondamento dell'aggravante giornalistica è da ricercarsi «nella potenzialità, nella idoneità e nella capacità del mezzo utilizzato per la consumazione del reato a coinvolgere e raggiungere una pluralità di persone (...) con ciò cagionando un maggiore e più diffuso danno alla persona offesa». La Corte ha sostenuto che lo «strumento principe della fattispecie in esame» (diffamazione, ndr) è la stampa quotidiana e periodica ma la stessa norma, di contro, prevede una fattispecie analoga quando si è di fronte a «qualsiasi altro mezzo di pubblicità». Pertanto è applicabile l'aggravante che porta la pena fino a 3 anni di carcere.
Provando a tradurre dal burocratese, prendendo atto ancora una volta dell'inadeguatezza della legislazione italiana all'evoluzione dei tempi, il ragionamento che viene fuori è molto lineare: i giudici hanno decretato quanto nella prassi esiste già. Un social network, infatti, consente di raggiungere migliaia di persone grazie ad amicizie "a catena": ogni contatto può averne fino a 5 mila ma se il titolare non imposta le limitazioni per tutelare la propria privacy, di fatto chiunque può leggere. Un post pubblicato su una bacheca "pubblica" (cioè un profilo privato che ha la condivisione "pubblica" delle informazioni) può potenzialmente raggiungere un pubblico vasto quanto un giornale. E noi, nel nostro piccolo, raccontiamo spesso di episodi nati in rete e divenuti fenomeni mediatici: vicende che i giornali riprendono ma non determinano come quando, in passato, godevano del monopolio dell'informazione insieme alla tv ed alla radio.
Al di là dell'aspetto giuridico, quindi, la vicenda ci dice una cosa: oggi tutti, nel piccolo (ma nemmeno tanto!), possiamo fare informazione e raggiungere un numero di persone talmente vasto che nemmeno possiamo immaginare se non abbiamo adeguata cognizione delle potenzialità del mezzo.
Se sei arrivato fino a qui sei una delle tante persone che ogni giorno leggono senza limitazioni le nostre notizie perché offriamo a tutti la possibilità di accesso gratuito.
Questo è possibile anche grazie alle donazioni dei lettori. Sostieni l'informazione di qualità, sostieni Il Vescovado!
Scegli il tuo contributo con
Per rimanere costantemente aggiornati con le notizie del Vescovado, in tempo reale sul tuo smartphone, scarica la App!
Per dispositivi Apple |
Per dispositivi Android |
![]() |
![]() |
rank: 106330107
Dopo il tragico incidente dello scorso 17 gennaio, dove una giovane donna venne investita e uccisa, questa mattina verso le 5 una donna è stata travolta mentre attraversava le strisce pedonali. Sul posto gli agenti della Polizia di Stato per i rilievi del caso, anche con il supporto dell'Arma dei Carabinieri...
Poco prima delle 19 di oggi, in prossimità del parcheggio situato sul lato ovest del lungomare di Minori, un uomo alla guida di una Ford Focus Station Wagon, che viaggiava in direzione di Amalfi, ha accidentalmente tamponato l'automobile dei Carabinieri della Stazione di Maiori. A rilevare l'incidente...
Continuano gli abbandoni dei cani che "non servono più" a pastori e cacciatori. Due setter femmine sono state trovate a Tramonti: vagavano impaurite in paese. La prima, ritrovata nella frazione Polvica, era priva di microchip, all'altra, rintracciata nella frazione Ponte, il dispositivo era stato estirpato...
Attraverso una nota pubblicata sulla propria pagina Facebook, il Comitato Civico Dragonea torna a mettere in guardia la popolazione dell'omonima frazione di Vietri sul Mare sui furti in abitazione. "Purtroppo -si legge nella nota del Comitato - siamo a segnalarvi due nuovi episodi di furti in abitazione...
In data odierna i Carabinieri della Tenenza di Scafati hanno eseguito 2 ordinanze cautelari - rispettivamente emesse dal GIP del Tribunale di Nocera Inferiore e da quello del Tribunale per i Minorenni di Salerno - nei confronti di cinque persone, delle quali due minorenni all'epoca dei fatti. Cinque...
Abbiamo notato che stai usando uno strumento che blocca gli annunci pubblicitari.
La pubblicità ci permette di offrirti ogni giorno un servizio di qualità.
Per supportarci disattiva l'AdBlock che stai utilizzando.