Tu sei qui: CronacaMaiori, processo diffamazione a mezzo facebook: commenti "stampati" giuridicamente non validi
Inserito da (redazionelda), mercoledì 27 settembre 2017 08:44:55
Udienza accesa e con innumerevoli colpi di scena quella celebratasi lunedì 25 settembre scorso presso la prima sezione del tribunale di Salerno per il primo processo per diffamazione a mezzo facebook della Costiera Amalfitana.
I fatti, risalenti al 2011, riguardano i commenti ritenuti diffamatori pubblicati sulle rispettive bacheche di facebook dai quattro imputati, il consigliere di minoranza dell'epoca Lucia Mammato, (difesa dall'avvocato Matteo Senatore), Antonio Anastasio e Camillo D'Auria, (entrambi difesi dall'avvocato Alfonso Cipresso) e Vincenzo Apicella (difeso dall'avvocato Marcello Giani), nei confronti del sindaco dell'epoca Antonio Della Pietra, e di tre componenti la sua amministrazione: l'assessore Valentino Fiorillo e i consiglieri Andrea Del Pizzo e Mario Piscopo.
Specie a Fiorillo veniva contestato il mancato pagamento di sanzioni amministrative per violazione del codice della strada. La Mammato, invece, da ex assessore al Turismo, denunciava l'utilizzo di spese di rappresentanza per una trasferta. Più volte aveva ribadito che le sue critiche sono state di carattere politico.
Lunedì il giudice Crisci è stato chiamato a sciogliere l'eccezione preliminare sostenuta dall'avvocato Senatore di Cava de' Tirreni relativamente all'inutilizzabilità delle pagine facebook prodotte dalla difesa delle persone offese nelle relative querele.
«Posto che in astratto sia configurabile la diffamazione a mezzo face book, come sarà possibile dare la prova processuale dell'esistenza di uno scritto o filmato o immagine diffamatoria? - ha chiesto il legale cavese nel corso dell'infuocata udienza - Non dimentichiamoci che le pagine web incriminate potrebbero essere cancellate dopo poche ore dalla pubblicazione, ma intanto il reato è stato commesso ed il danno prodotto. Basterà produrre e depositare in giudizio una mera copia cartacea delle pagine face book diffamatorie? Considerando che le pagine web sono per natura volatili e suscettibili di continua trasformazione. Si impone pertanto la necessità di fornire certezza al contenuto del documento dimostrandone anche data certa.
Pertanto le copie delle pagine del famoso social, se presentate all'interno di qualunque procedimento processuale devono essere "conformi all'originale", conformità che doveva essere rilasciata da un cancelliere, notaio o segretario comunale, cosa che le presunte persone offese ben potevano realizzare essendo tutte appartenenti alla giunta comunale».
Per il collegio difensivo gli stampati facebook non potevano essere acquisiti e tantomeno utilizzati all'interno del medesimo procedimento, ritenuti inesistenti giuridicamente, poiché non potevano essere provate né la propria genuinità nè la provenienza.
Sulla base di queste eccezioni preliminari, il giudice non ha acquisito le prove presentate dall'accusa, rendendo il procedimento monco e privandolo della prova regina - o meglio, del corpo del reato - rinviando ogni decisione alla prossima udienza, ovvero quando saranno ascoltati come testi gli ufficiali della polizia giudiziaria, che poco o nulla potranno dire sul contenuto degli stampati.
La prossima udienza è fissata per il 15 gennaio 2018.
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