Tu sei qui: CronacaMaiori, antenna telefonica a Erchie si farà. TAR dà ragione a Iliad: “Parere tardivo, scatta il silenzio assenso”
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), lunedì 19 maggio 2025 07:14:45
Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania, sezione staccata di Salerno, ha accolto il ricorso della Iliad Italia s.p.a. contro il parere negativo della Soprintendenza per l'installazione di una stazione radio base nella frazione di Erchie (Maiori), stabilendo che il diniego della Soprintendenza è "inidoneo a precludere la realizzazione dell'intervento".
Con la sentenza del 16/05/2025, i giudici amministrativi hanno infatti ritenuto fondato il ricorso presentato dalla compagnia telefonica, rilevando come "il parere sia stato reso oltre il termine previsto dalla legge, con conseguente formazione del silenzio assenso".
Nello specifico, il TAR ha osservato che "la ricorrente ha presentato l'istanza di autorizzazione unica il 23 maggio 2024", mentre "la Soprintendenza ha adottato il parere solo il 27 settembre 2024, dopo sessantanove giorni dalla presentazione dell'istanza", superando così il termine massimo di 60 giorni previsto dall'art. 44, comma 10, del Codice delle comunicazioni elettroniche.
La sentenza evidenzia che "la richiesta di documentazione integrativa, formulata il 12 giugno 2024, è stata tardiva" e che "non può riconnettersi a essa l'effetto sospensivo", anche perché "la documentazione integrativa è stata ricevuta già il 1° agosto 2024, ma il parere è arrivato dopo ben 57 giorni".
Non solo. Il TAR ha criticato anche il merito del diniego della Soprintendenza, sottolineando che "l'intervento non risulta precluso dalle disposizioni della legge regionale n. 35 del 1987" e che "le eventuali prescrizioni di inedificabilità contenute nelle disposizioni del PUT trovano un temperamento nelle ulteriori norme che ammettono impianti di comunicazione", purché mitigati e valutati caso per caso.
I giudici affermano inoltre che "non è stata compiuta una valutazione comparativa degli interessi coinvolti" e che la motivazione del diniego si fonda solo su "richiami generici alla tutela del paesaggio e alla bellezza del contesto", senza valutare le misure adottate per mimetizzare l'impianto, come "il camuffamento verde", "le recinzioni tradizionali" e l'installazione su "muro a secco preesistente".
Nella sentenza si legge: "La realizzazione del predetto impianto non comporta l'installazione di pali di elevata altezza o di apparecchiature di immediata visibilità, ma unicamente di antenne ancorate ai muri di contenimento dei terrazzamenti, non emergenti oltre l'altezza degli stessi, idoneamente camuffate". Le fotosimulazioni presentate da Iliad sono state ritenute "idonee a dimostrare il minimo impatto visivo".
Il TAR ha quindi annullato il parere negativo della Soprintendenza e i provvedimenti successivi, ritenendo "fondato il ricorso e i relativi motivi aggiunti", e ha disposto che "la presente sentenza sia eseguita dall'Autorità amministrativa".
Una sentenza che potrebbe fare giurisprudenza in materia di bilanciamento tra tutela del paesaggio e sviluppo delle reti di telecomunicazione, ribadendo - come scrivono i giudici - "la necessità di motivazioni puntuali e proporzionate, soprattutto in presenza di opere pubbliche essenziali per la connettività del territorio".
(Foto: Maria Abate)
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