CronacaEvasione fiscale ed autoriciclaggio: blitz della Direzione distrettuale antimafia nel Salernitano

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Evasione fiscale ed autoriciclaggio: blitz della Direzione distrettuale antimafia nel Salernitano

Il complesso sistema di frode era finalizzato ad evadere l’imposta sul valore aggiunto, sfruttando società cartiere di cui beneficiavano anche organizzazioni criminali di stampo camorristico

Inserito da (Redazione LdA), giovedì 14 luglio 2022 12:39:01

Blitz della Direzione distrettuale antimafia, questa mattina, 14 luglio, nel salernitano, dove sette persone sono state interessate da misure cautelari per plurime ipotesi di reato (tra i quali, evasione dell'IVA, emissione di fatture per operazioni inesistenti ed autoriciclaggio) con l'aggravante della finalità di agevolazione del clan Moccia di Afragola.

In carcere sono finiti C. A. (classe 1967) e D. A. F. (classe 1982), ai domiciliari B. A. (classe 1958), mentre altre quattro persone sono destinatarie del provvedimento di divieto temporaneo di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese.

Contestualmente, sono stati sequestrati denaro e beni per circa 20 milioni di euro ritenuti frutto delle frodi fiscali.

Secondo la prospettazione accusatoria, ritenuta allo stato delle indagini fondata dal Giudice per le indagini preliminari, sulla base degli approfondimenti svolti dai Finanzieri della Compagnia di Eboli, il complesso sistema di frode era finalizzato ad evadere l'imposta sul valore aggiunto, sfruttando società cartiere di cui beneficiavano anche organizzazioni criminali di stampo camorristico.

In particolare, la condotta delittuosa oggetto di contestazione, posta in essere anche grazie alla complicità di alcuni consulenti fiscali, sarebbe consistita nell'utilizzo di "lettere di intento" ideologicamente false al fine di far acquisire alle società cartiere la qualifica di esportatore abituale, presupposto per l'acquisto di carburante in regime di esenzione IVA.

Nell'aprile 2021, infatti, in provvedimenti cautelari emessi su richiesta di tali Uffici, è stata ritenuta l'esistenza di un sistema ruotante attorno ad una associazione a delinquere avente il proprio fulcro nell'attività della Max Petroli Italia ora Made Petrol Italia (MPI) di Roma esercente commercio all'ingrosso di prodotti petroliferi, facente capo alla famiglia Di Cesare, sistema che vedeva direttamente coinvolti esponenti del clan Moccia.

«All'interno di tale sistema sembrano, allo stato delle investigazioni, da collocarsi le condotte oggetto d'indagine, realizzate attraverso due società operanti nel salernitano e di fatto gestite da indiziati di appartenenza alla associazione a delinquere romana, alcuni dei quali ritenuti partecipi di organizzazione di stampo camorristico operante in territorio campano», ha spiegato il Procuratore della Repubblica di Salerno Giuseppe Borrelli.

Nel meccanismo fraudolento risulterebbero coinvolti professionisti salernitani e dell'agro nocerino-sarnese che, dalle indagini, emerge si sarebbero occupati degli adempimenti fiscali e societari strumentali alla realizzazione delle frodi.

Contestualmente alla esecuzione del provvedimento cautelare è stato depositato appello al Tribunale per il riesame avverso provvedimento cautelare nella parte in cui ha ritenuto l'insussistenza dell'aggravante dell'agevolazione mafiosa per tre degli indagati comunque attinti da misura cautelare.

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