Tu sei qui: AttualitàL'uso scorretto del cellulare può causare il cancro: la sentenza del Tribunale di Ivrea
Inserito da (redazionelda), venerdì 21 aprile 2017 11:48:12
«Per la prima volta una sentenza riconosce un nesso tra l'uso scorretto del cellulare e lo sviluppo di un tumore al cervello», così gli avvocati torinesi Renato Ambrosio e Stefano Bertone, in merito alla sentenza del Tribunale di Ivrea, che ha condannato l'Inail a corrispondere una rendita vitalizia da malattia professionale al dipendente di un'azienda che si sarebbe ammalato di cancro dopo che per 15 anni ha usato il cellulare per più di tre ore al giorno senza protezioni. Lo scorso 30 marzo il giudice del lavoro del Tribunale di Ivrea, Luca Fadda, riconosceva che il tumore contratto dall'uomo, benigno ma invalidante, è stato causato dall'uso scorretto del cellulare.
«Ero obbligato ad utilizzare sempre il cellulare per parlare con i collaboratori e per organizzare il lavoro - racconta l'uomo -. Per 15 anni ho fatto innumerevoli telefonate anche di venti e trenta minuti, a casa, in macchina. Poi ho iniziato ad avere la continua sensazione di orecchie tappate, di disturbi all'udito. E nel 2010 mi è stato diagnosticato il tumore. Ora non sento più nulla dall'orecchio destro perché mi è stato asportato il nervo acustico».
Però, nonostante l'utilizzo massivo degli smartphone e dei collegamenti wi-fi negli ambienti di vita e di lavoro, non esiste alcuna prova di un rapporto di causa ed effetto tra le radiazioni elettromagnetiche emesse dal cellulare e le malattie degenerative. «Nessun allarmismo, i rischi restano assolutamente remoti, ma vale il principio di precauzione», spiega Umberto Carbone, professore ordinario di Scienze tecniche e mediche applicate per la prevenzione all'Università Federico II. Se i primi esemplari di telefonino erano dannosi, con l'affinamento delle tecnologie il rischio è stato progressivamente ridotto: l'energia emessa dagli attuali modelli è decine di volte inferiore. Allo stesso tempo, però, è bene non farne un utilizzo intensivo. «Se una telefonata con la fidanzata - chiosa - dura un'ora non succede nulla. Se però tutti i giorni ho l'abitudine di trascorrere ore e ore al telefono cellulare senza utilizzare le cuffie e senza interruzione il rischio, sebbene remoto, aumenta».
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