Tu sei qui: AttualitàANPI sulla strage di Gaza: «Serve una soluzione politica, non solo umanitaria»
Inserito da (Admin), mercoledì 30 luglio 2025 21:35:05
L'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) prende posizione sulla drammatica situazione nella Striscia di Gaza con una dichiarazione netta e articolata. Pur riconoscendo l'importanza della solidarietà umanitaria, l'associazione richiama l'urgenza di un'azione politica coerente e fondata sui principi costituzionali: diritti umani, autodeterminazione dei popoli, ripudio della guerra e piena adesione ai valori dell'antifascismo.
Strage di Gaza: l'approccio umanitario è doveroso, ma la soluzione è politica
Incontri a tema, proiezioni pubbliche, grossi e partecipati cortei, iniziative "sonore", momenti di incontro e di confronto: il massacro dei palestinesi di Gaza ha finalmente risvegliato tante coscienze che parevano assopite, quasi assuefatte al conteggio spropositato e quotidiano delle vittime.
C'è voluto quasi un anno e l'elencazione documentata delle sofferenze inflitte dal governo israeliano alla popolazione civile (compresi neonati e bambini coscientemente condannati a morire per fame) perché l'opinione pubblica, le persone si assumessero la responsabilità di fare qualcosa per fermare lo sterminio.
È confortante, ed è confortante che l'impegno delle associazioni e degli individui in tal senso sia infine riconosciuto e riesca a innescare una sentita mobilitazione. Parecchie istituzioni, parecchi amministratori pubblici si sono espressi con nettezza contro le scelte criminali del governo Netanyahu, tantissimi cittadini hanno firmato appelli, petizioni e documenti tesi a mettere fine al genocidio. Sono segnali importanti, che restituiscono valore all'iniziativa politica e ai tanti modi della democrazia.
In particolare, molti giovani e giovanissimi hanno riscoperto il senso della partecipazione, ritrovato entusiasmo, hanno recuperato il gusto, la passione di "esserci e dire la propria idea".
È evidente però che, al di là delle sacrosante iniziative umanitarie, occorrono scelte politiche decise. A partire dai basilari principi costituzionali: il riconoscimento dei diritti umani, il rispetto dell'altro, il superamento delle disuguaglianze ingiuste, l'autodeterminazione dei popoli, il rifiuto della violenza e della guerra.
E l'antifascismo: sono infatti valori e sentimenti compendiati storicamente in questa sola parola. Una parola il cui vigore non viene meno ma anzi si fortifica di fronte alle infinite ambiguità e debolezze dell'attuale maggioranza di governo.
Eppure sarebbe naturale, sarebbe quasi scontato che al valore dell'antifascismo aderissero senza reticenze anche le forze politiche di destra o centrodestra che hanno a cuore (o dicono di avere) i fondamentali valori della libertà democratica, per i quali anch'esse lottarono negli anni della Liberazione, e che la Costituzione garantisce a tutti ed appartengono a tutti come condiviso patrimonio unificante.
La condanna verso Israele va concretizzata con le sanzioni, con la revoca degli accordi militari, col riconoscimento del diritto della Palestina ad esistere con un suo territorio: in questi obiettivi si riconosce la quasi totalità degli italiani, perché non anche la totalità dei partiti?
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