AttualitàL’Occidente dichiara sostegno a Israele, ma in patria Netanyahu è considerato responsabile dell’attacco di Hamas

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L’Occidente dichiara sostegno a Israele, ma in patria Netanyahu è considerato responsabile dell’attacco di Hamas

Nel frattempo, «almeno tre ministri» israeliani starebbero considerando la possibilità di rassegnare le dimissioni per obbligare Netanyahu ad «assumersi pubblicamente le proprie responsabilità» in seguito all'attacco a sorpresa sferrato da Hamas il 7 ottobre

Inserito da (PNo Editorial Board), lunedì 23 ottobre 2023 15:49:43

A seguito della partecipazione al Vertice per la Pace del Cairo, il 21 ottobre il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è recato in Israele per portare un messaggio di solidarietà e vicinanza dell'Italia dopo il tragico attentato terroristico di Hamas dello scorso 7 ottobre.

Il colloquio con il Primo Ministro, Benjamin Netanyahu, a Tel Aviv, è stato un'occasione per avere un aggiornamento sulla situazione e fare il punto alla luce della Conferenza del Cairo.

Il Presidente del Consiglio, nel ribadire il pieno diritto di Israele a difendersi secondo il diritto internazionale e a vivere in pace, ha sottolineato l'importanza di garantire l'accesso umanitario a Gaza e una prospettiva di pace per la regione.

Il 22 ottobre, invece, la premier italiana ha partecipato a una riunione telefonica con il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il Primo Ministro britannico Rishi Sunak, il Primo Ministro canadese Justin Trudeau, il Presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron, e il Cancelliere tedesco Olaf Scholz.

I Capi di Stato e di Governo "hanno ribadito il loro sostegno a Israele e il diritto di quest'ultimo di difendersi dal terrorismo, e hanno invocato il rispetto del diritto internazionale umanitario, ivi compresa la protezione dei civili. Hanno accolto con favore la liberazione di due ostaggi e hanno richiesto l'immediato rilascio di tutti gli altri ostaggi. Si sono altresì impegnati ad uno stretto coordinamento per sostenere i loro cittadini presenti nella regione, in particolare quelli desiderosi di lasciare Gaza". "I Capi di Stato e di governo - conclude la dichiarazione - si sono impegnati a continuare uno stretto coordinamento diplomatico, anche con i partner chiave della regione, per prevenire l'estendersi del conflitto, preservare la stabilità in Medio Oriente e lavorare verso una soluzione politica e una pace duratura".

Nel frattempo, «almeno tre ministri» israeliani starebbero considerando la possibilità di rassegnare le dimissioni per obbligare Netanyahu ad «assumersi pubblicamente le proprie responsabilità» in seguito all'attacco a sorpresa sferrato da Hamas il 7 ottobre. Lo annuncia il sito Ynet, del quotidiano Yediot Ahronot, che ha anche pubblicato un sondaggio di opinione secondo cui il 75% degli israeliani addossa al premier la responsabilità della totale sorpresa del Paese per l'attacco di Hamas.

«Netanyahu in particolare ha lasciato che il Qatar portasse milioni di dollari in contanti ai fondamentalisti. Sperava di tenerli buoni pagando tangenti ma intanto Hamas si rafforzava», ha detto l'ex premier Ehud Barak a France 24, aggiungendo che avrebbe ignorato i ripetuti avvertimenti dei comandanti militari, secondo cui le divisioni interne stavano distruggendo anche l'esercito. Per questo il primo ministro «non gode della fiducia del popolo, né di quella delle famiglie delle persone massacrate, né di quella dell'esercito».

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha avvertito che la campagna militare a Gaza "potrebbe richiedere un mese, due o tre. Ma alla fine - ha assicurato - non ci sarà più Hamas".

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