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L'interesse ad accendere per spegnere. Antincendio boschivo: cambiare sistema, basta coi privati

Inserito da (redazionelda), sabato 19 agosto 2017 14:37:32

di Donato Bella

 

Non sappiamo ancora se nel 2017 sarà battuto il record dei 100.000 ettari di bosco bruciati nel 2007, ma la tendenza lascia pensare che ci si andrà vicino.

È opinione comune, ed è ragionevole pensarlo, che dietro al fenomeno degli incendi boschivi ci sia la mano dell'uomo, e che gran parte dei roghi sia dovuta ad azioni dolose. Lo scatenarsi contemporaneo di incendi in più punti, distanti anche chilometri, o l'accendersi in un'altra località di nuovi roghi giusto un attimo dopo che ne sia stato spento uno, lascia addirittura sospettare che possa esserci una strategia criminale a dirigere l'azione incendiaria.

Ora, se da decenni assistiamo allo scempio dei nostri boschi causato dagli incendi estivi, un dato appare indiscutibile: il sistema di contrasto al fenomeno non funziona, non è efficace. Su cosa si basa tale sistema? È concentrato essenzialmente sullo spegnimento, manca praticamente della fase di prevenzione, e la gestione dei mezzi di spegnimento è affidata a privati. Privata è, infatti, la gestione della flotta aerea dei Canadair di proprietà pubblica, private sono le flotte regionali di elicotteri. Con costi di centinaia di milioni di euro pubblici che vanno a società private e che, nei fatti, non sono serviti a tutelarci, alla luce di quanto annualmente registriamo. Il ricorso all'appalto ai privati del servizio antincendio boschivi, peraltro, già come idea dovrebbe far storcere il naso, perché è di per sé un elemento di scarsa trasparenza. Il sospetto che ci sia un interesse ad accendere per spegnere viene normale, al di là dell'onestà o meno di chi operi. Il 31 agosto del 2000, il mensile èCostiera pubblicò un ampio dossier sull'argomento, sollevando già allora dubbi sulla scarsa trasparenza del sistema degli appalti per il servizio di spegnimento degli incendi boschivi. Il direttore responsabile dell'epoca, il decano dei giornalisti della Costiera amalfitana e memoria storica di tale territorio, Sigismondo Nastri, qualche giorno prima aveva scritto, su un quotidiano locale, un articolo in cui evidenziava le anomalie di tale meccanismo. Ebbene, dopo quelle pubblicazioni, Nastri ricevette minacce anonime di morte, dirette anche ai figli. C'era un nesso? Non possiamo giurarci, ma la cosa fece e fa riflettere.

Tutto ciò detto, si va diffondendo l'idea che il primo passo per realizzare un meccanismo più efficace di contrasto agli incendi boschivi sia il superamento dell'attuale sistema basato sul ricorso ai privati, puntando ad uno diverso, che preveda che il servizio antincendio boschivo diventi totalmente pubblico, e che si realizzino seriamente e "ordinariamente" le attività di prevenzione, fondamentali per evitare roghi di difficile controllo.

Il prossimo anno, a febbraio, termina il contratto n. 1154 del 3 febbraio 2012 per la gestione dei Canadair. In vista di tale scadenza c'è chi, nei territori della Costiera e di Cava, martoriati come non mai dagli incendi delle ultime settimane, sta cominciando a discutere su come dar vita a comitati di cittadini e associazioni a sostegno di una proposta al Governo che punti a evitare la reiterazione degli appalti ai privati e preveda la gestione pubblica del servizio antincendio boschivo, sia nazionale che regionale, nonché all'eliminazione del fenomeno del precariato che investe il mondo degli idraulici forestali - altro campo delicato, in cui le incertezze occupazionali e il ricorso alla straordinarietà alimentano zone d'ombra -, alla predisposizione di concrete attività di prevenzione e al sostegno ai Comuni affinché cataloghino tempestivamente le aree incendiate, permettendo, in tal modo, l'applicazione delle restrizioni d'utilizzo, previste dalla legge, dei suoli arsi.

In sintesi, si mira a spingere per un servizio antincendio boschivo pubblico e ordinario, che privilegi la prevenzione, il controllo e la cura del territorio.

Vedremo se tale annunciata mobilitazione riuscirà effettivamente a prendere forma. Nell'attesa sarebbe incoraggiante sentire anche le voci degli amministratori locali, che al momento appaiono silenti, forse disorientati dai terribili assalti subiti, assorbiti dall'emergenza e incapaci di ragionare sul che fare.

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