Tu sei qui: AttualitàFuochi di polemiche a Minori, l'intervento dei Pirotecnici italiani
Inserito da (redazionelda), mercoledì 15 luglio 2020 07:21:15
Lo spettacolo pirotecnico di Minori, vietato dall'Arcivescovo e dalla Conferenza dei Sindaci della Costa d'Amalfi, ma autorizzato dal Sindaco Andrea Reale, ha provocato l'esplosione di una polveriera. Dopo gli strali lanciati a caldo, arriva la replica dell'Associazione Pirotecnica Italiana (ASSPI) con un comunicato indirizzato alla nostra redazione, replica
In relazione alle dichiarazioni rilasciate da Don Angelo Mansi sullo spettacolo pirotecnico che si è tenuto a Minori, in occasione dei festeggiamenti di Santa Trofimena, l'ASSPI replica: «come associazione rappresentativa del settore ci sentiamo di ricordare a Don Angelo Mansi che i fuochi pirotecnici non sono un evento puramente ludico ma hanno un legame affettivo e culturale strettamente connesso con le feste patronali, di cui spesso rappresentano il momento culminante».
Quanto "all'immoralità" dell'evento alla luce della crisi per il Covid-19, il presidente nazionale dei pirotecnici italiani, Nobile Viviano, sottolinea che «le aziende pirotecniche sono, ad oggi, fra le più colpite in Italia, con oltre diecimila lavoratori che da mesi vivono tra mille difficoltà, alla luce del fatto che il Governo ha dato il via libera a tutti fuorché a noi, impedendo o limitando fortemente lo svolgimento delle feste patronali, con risvolti economici e sociali meritevoli di rispetto e di solidarietà più che di valutazioni approssimative e grossolane che pare non abbiano in nessun conto il dramma di tante famiglie che di pirotecnia vivono, ed oggi si trovano al limite della fame, "questa non è cristianità, questa è la vera immoralità!».
«Ringraziamo, quindi, il sindaco di Minori per la fiducia accordataci - continua il presidente ASSPI - certi di aver portato serenità e speranza con il nostro spettacolo, che vuole essere un segno di solidarietà ed inclusione, oltre che un momento di riflessione per tutti, ed in primis per chi, come l'Associazione Nazionale Lavoratori Stagionali della costa d'Amalfi mediante le parole di un membro del consiglio direttivo Eva Anastasio Torre, definisce il ricorso alla pirotecnia, come uno spreco di risorse dirottabili altrove, dimenticando evidentemente ed incomprensibilmente, che la pirotecnia rappresenta uno dei maggiori settori di impiego per il lavoratori stagionali, e che le vita e la dignità professionale di questi, non è meno meritevole di rispetto di stagionali altrove impiegati, discriminare la pirotecnia, significa discriminare la dignità di uomini e di donne che, come tutti, godono del pieno diritto al lavoro, così come costituzionalmente garantito ad ogni cittadino.
Sorprende il dover sottolineare l'ovvio, eppure appare quanto mai evidente un accanimento nei confronti del nostro settore, addirittura, mi trovo con amarezza, a dover leggere le inopportune dichiarazioni del parroco di Maiori, Don Vincenzo Mammato, che arriva chiedere al Vescovo, di condannare i fuochi pirotecnici, così come la Santa Inquisizione faceva con gli eretici nel XII secolo; non pago si spinge oltre, chiedendo al Comandante dei carabinieri e al Comandante della Capitaneria di porto, in riferimento alla esecuzione dello spettacolo pirotecnico "se la legge fosse cambiata"; beh, per noi, sicuramente non lo è! Mi sento di rassicurare personalmente Don Mammato, i fuochi pirotecnici erano, infatti, regolarmente autorizzati e certamente non oltraggiosi o offensivi nei confronti di chi non c'è più, voglio sperare che la stessa preoccupazione e la stessa domanda circa il cambiamento della vigente legge, il Don, l'abbia riservata anche a tutela dei tanti vivi che numerosi, con un distanziamento sociale difficilmente garantito, contravvenendo alla normativa vigente, sostavano davanti al sagrato della Chiesa durante la funzione religiosa.
Mi auguro, infine, che dopo questo inutile e, mi si consenta, immorale chiacchiericcio sterile, tutti riflettano e abbiano se non altro la dignità di tacere nel rispetto di chi quotidianamente lotta per la sopravvivenza propria e di un settore che da secoli ha rappresentato un asse portante del mondo del lavoro e della religiosità di questo Paese, peccato che proprio chi se ne sia servito, pare oggi, essersene dimenticato».
Foto d'archivio
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