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Inserito da Antonio Schiavo (redazionelda), venerdì 9 gennaio 2015 15:34:31

di Antonio Schiavo

La nostra coscienza è scossa ogni tanto da eventi che mettono in discussione tutte le certezze, i sentimenti, il modo di pensare e di vedere le cose.

Ce ne sono poi altri che ti portano a chiederti se esiste ancora un giusto mezzo, il senso del limite, i margini a difesa delle ragioni del nostro credere.

Mi sono ritrovato, all'alba di questo anno, ad interrogarmi, con molta umiltà e nella consapevolezza che probabilmente mi sbaglio, su due avvenimenti che hanno colpito profondamente le sensibilità di ognuno di noi, pur nelle loro specificità ,enormemente diverse.

Mi riferisco alla morte di Pino Daniele e al tremendo attentato al giornale satirico francese Charlie Hebdo.

Siamo cresciuti accompagnati dalle note bellissime e particolari della musica del cantautore napoletano: ci abbiamo letto sensazioni, suggestioni, caratteristiche che hanno toccato le corde profonde del nostro animo e, pur attraverso i filtri di differenti visioni del mondo e di ideologie antitetiche, ne abbiamo tratto motivi di discussione, approfondimenti riflessioni sui messaggi contenuti in quelle che rimanevano sempre delle canzoni.

O, più semplicemente, perché ci piacevano.

La fine improvvisa di un uomo, sia esso famoso o meno, lascia un segno angoscioso nella mente di ciascuno e muove inevitabili sentimenti di stupore e smarrimento.

Ma, al di là di questo, mi sono chiesto se c'è in questi casi bisogno di manifestazioni oceaniche di cordoglio, di due funerali, di una pletora di striscioni più o meno ripetitivi nella loro insulsa retorica, di un vescovo-cardinale che celebra la cerimonia funebre salutando alla fine il pubblico come una rock star mentre, tutt'intorno, è un mare di scatti,selfie e candeline accese.

Dove son finiti il silenzio, la riservatezza, il giusto raccoglimento di fronte al mistero della morte?

Ricordo con profonda commozione il funerale di un altro grande della musica italiana,Lucio Battisti. Semplice, quasi nascosto come nello stile ombroso e riservato del cantante.

Eppure, non per questo, tutti noi che lo avevamo amato ed apprezzato ci siamo sentiti esclusi ed emotivamente estromessi dalla volontà collettiva di ricordarlo e di tributargli l'ultimo saluto.

Sono convinto che anche Pino Daniele avrebbe voluto andarsene così.

Folgorati da un lancio di agenzia abbiamo poi appreso che un gruppo di fanatici aveva assaltato la redazione di un giornale satirico parigino e trucidato giornalisti, vignettisti e , come ci hanno raccontato le telecamere, a sangue freddo un poliziotto che, già ferito, chiedeva pietà.

Nulla può giustificare questa azione, di una crudeltà senza fine e che ci porta ad interrogarci su quante volte, anche in Italia, abbiamo chiamato tolleranza la supina accondiscendenza alle invasioni barbariche, abbiamo dato solidarietà non solo a quanti potevano essere accolti sul nostro territorio al termine di viaggi della speranza,ma anche a delinquenti clandestini che hanno trovato terreno fertile per i loro traffici e le loro attività si sciagurato proselitismo.

Nulla, dicevo, può rendere accettabile un delitto, a maggior ragione se in nome di un Dio, ma (e anche adesso lo scrivo con la piena coscienza di fare una considerazione probabilmente anche fallace) in virtù di quale diritto e di quale raziocinio si può impunemente offendere il sentimento religioso di milioni di fedeli mussulmani (ma anche di cristiani ed ebrei) raffigurando i testi sacri sulla carta igienica,dichiarando che il Corano è una merda(testuale), una donna nuda con il burka messo nel sedere, con la Trinità rappresentata in maniera blasfema per ironizzare sulla opposizione cattolica ai matrimoni gay.

Ora è vero, maledettamente vero, che nulla di tutto questo può armare una folle mano assassina ma mi domando anche se non sia l'ora di mettere un freno alla invereconda ed incivile attività di pseudo giornalisti con la puzza al naso che, con l'alibi e la giustificazione del diritto di satira, buona solo a far ridere quattro gatti, offendono e feriscono i sentimenti e i valori più intimi di milioni di persone.

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