Tu sei qui: AttualitàChirurgia plastica per somigliare ai filtri dei selfie: il convegno sulla "Snapchat dysmorphia" all’Università di Salerno
Inserito da (Redazione LdA), venerdì 25 marzo 2022 12:39:21
«L'immagine del corpo: tra patologia e normalità» è stato il tema discusso durante il convegno, che si è svolto lo scorso 23 marzo 2022, nell'aula delle lauree, all'Università degli Studi di Salerno.
L'incontro è stato organizzato da Fabrizio Annarumma, laureando in medicina e chirurgia, con l'obiettivo di analizzare il rapporto tra i giovani e la chirurgia estetica. Un binomio sul quale pesa l'influenza esercitata dai social network, che - secondo studi recenti - hanno determinato la nascita di un nuovo disturbo chiamato «Snapchat Dismorphia».
Si tratta della tendenza di alcuni pazienti a ricorrere ossessivamente ad interventi di chirurgia estetica pur di assomigliare all'immagine di se stessi modificata dai filtri di app come Snapchat. La diffusione di queste immagini filtrate rischia di alterare la percezione della realtà e provocare mancanza di autostima e un diffuso senso di inadeguatezza, finanche a sviluppare questo disturbo. Alcuni medici hanno lanciato l'allarme in quanto i selfie filtrati dalle app dei social media rappresentano molto spesso un aspetto irraggiungibile di noi stessi: chi è affetto da questo disturbo vuole essere a tutti i costi se stesso, ma con le modifiche dei filtri, quindi labbra sempre più carnose, occhi sempre più grandi e nasi sempre più sottili.
«Per un futuro medico — ha spiegato Annarumma — è fondamentale avere chiari i meccanismi psicologici dei giovani e come i social network abbiano amplificato i disturbi relativi all'immagine corporea. In testa si collocano anoressia e dismorfia. Disturbi, che comportano la sovraesposizione della propria immagine, associata continuamente al giudizio degli altri attraverso like e commenti».
«Un fenomeno, che può avere effetti pericolosi soprattutto sui più giovani, spesso ossessionati dalla competizione sociale basata sull'apparenza. Ringrazio i docenti Giulia Savarese, Carmine Alfano e Vincenzo Pilone, che hanno tenuto una lectio magistralis, soddisfacendo la mia necessità di approfondire questo argomento», ha chiosato.
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