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Tu sei qui: SezioniStoria e StorieVietri sul Mare, la storia del cantiere navale dei fratelli Della Monica
Scritto da (redazioneip), sabato 24 ottobre 2020 11:26:23
Ultimo aggiornamento sabato 24 ottobre 2020 11:26:23
Il gruppo Cava storie, che ha lo scopo di far conoscere a grandi e piccini le bellezze di Cava de' Tirreni e dintorni, specie quelle di cui poco si parla, ha voluto raccontare la breve storia del cantiere navale dei fratelli Della Monica di Vietri sul Mare. Di seguito il racconto completo:
Il cantiere Della Monica di Vietri sul Mare è stato fondato nel 1901 (già tra il seicento e il settecento, il ramo vietrese dei Della Monica vantava esperienze di settore) da Gaetano e Francesco, figli di Domenico. A differenza di Francesco e del suo stato di celibe, il primo era padre di Olimpia, Vincenzo, Raffaella, Gaetanino, Domenico, Antonietta, Francesco. La Struttura, situata sulla spiaggia della Marina a due passi dalla riva e dall'omonimo palazzo, aveva a suo favore l'ampiezza dell'arenile, cui permetteva alle barche di prendere subito il largo. I natanti - generalmente battezzati con nomi di componenti della propria famiglia - erano dediti alla trasporto mercantile e alla pesca, ma attivi anche come compagnia di navigazione per la spedizione-importazione merci. Leggendo il "Registro Italiano per la classificazione dei bastimenti" (1902), troviamo notizie su alcune imbarcazioni di loro proprietà, come il brigantino goletta "Vincenzino D." (ex "Settimo Francesco") costruito nel 1874; venti anni dopo è la volta del brigantino goletta "Margherita" e poi il veliero "Unione" verso la chiusura del secolo ottocentesco (1899).
A partire dal 1901, i "Fratelli Della Monica" costruiscono la nave goletta "Francesco Primo"; dopo sei anni, il varo del brigantino goletta "Vincenzino" e nel ‘13 il veliero goletta "S. Matteo"(in seguito risulterà nella flotta dell'armatore Scotto d'Antuono Antonio di Monte di Procida). Tra il 1918-20 venne costruita dall'ing. A. Donnarumma di Vietri, il Veliero con motore ausiliario (nave goletta) "Margherita Madre". La cronaca del varo venne riportata sul "Il Giornale della Provincia" del 26 giugno 1920: il corrispondente descrisse l'aria festosa intorno alla nuova nave, la benedizione con discorso del parroco D. Salvatore Fusco e del professore Luigi Paolillo. "Madrina fu la Sig.na Antonetta Della Monica che, in preda a vivissima emozione infranse sulla poppa la rituale bottiglia di «Champagne» fra l'applauso prolungato degli spettatori e le note della Marcia Reale"; al "taglia", furono recisi i cavi e poi lentamente scivolò in mare tra sirene in festa e crepitio dei mortaretti. Il veliero con motore ausiliario "Antonetta" (1926), sarà una nave costruita e utilizzata per uso proprio dai fratelli Della Monica. Con la "Relazione del Direttore generale della Marina Mercantile a S. E. il Ministro delle Comunicazioni" ("La Marina Mercantile Italiana al 31 dicembre 1929-VIII"), figuravano come costruttori e riparatori di piccoli battelli con superfice occupata di 600 mq; nella pagina 2124 del celebre "Annuario generale d'Italia" (1933, volume II), erano indicati armatori di riferimento insieme a Pietro Pellegrino.
In piena Seconda guerra mondiale, per Regio Decreto 14 ottobre 1940 XVIII ("Inscrizione nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato, categoria navi da crociera, di navi mercantili requisite": Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, n. 271, del 20 novembre 1940, pag. 4403), vengono requisiti il motoveliero "Vincenzino" (a partire dalle ore 16 dell'8 giugno 1940) e il moto goletta "Margherita Madre" (a partire dalle ore 17 dell'11 giugno 1940). Distrutto parte del naviglio per cause belliche, avvenne un episodio che fu visto come la fine di un'epoca di grandi opportunità di lavoro per il cantiere. Siamo tra il 1943-44 e Basilia Amatruda (figlia di Olimpia Della Monica) ricorda: "Quando fu ultimato il motoveliero ‘Francescoʼ, per il varo fu organizzata una grande festa, ma quello che doveva essere un momento di gioia, divenne ben presto di sgomento. Davanti alla folla accorsa per l'evento, e alla presenza del ministro degli Esteri, Raffaele Guariglia (luglio 1943 - febbraio 1944) e del podestà di Amalfi, Francesco Gargano e di altre autorità civili e religiose, la bottiglia che si doveva infrangere contro lo scafo non si ruppe. Un cattivo presagio che infatti andò a segno: il Motoveliero non riusciva a prendere il mare. Si incagliò e dovettero arrivare barche da Salerno per riuscire a fargli prendere il largo." Altro particolare, rimasto nel "libro dei ricordi" della famiglia, fu il trasporto dei beni personali del re d'Italia, Umberto II di Savoia, verso il Portogallo (Stato dell'esilio) dopo il famoso Referendum del giugno '46. A seguito dell'alluvione del 1954, che distrusse il capannone e l'intera marina di Vietri sul Mare, l'attività del cantiere fu definitivamente cessata. Olimpia Della Monica ha sempre considerato l'attività di famiglia di grande sacrificio: "Non volevo che mio padre facesse questo mestiere. Glielo rimproveravo sempre, non capivo perché avesse scelto questa attività, così rischiosa e difficile, che metteva in grande ansia la famiglia. Fare l'armatore comportava grosse responsabilità. E' una professione amara. Ma lui non cambiò mai idea."
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