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Tu sei qui: SezioniPoliticaFondazione Ravello, ecco il nuovo statuto: comanda sempre la Regione, addio "centralità" per il Comune
Scritto da (Redazione), giovedì 2 gennaio 2020 16:13:17
Ultimo aggiornamento venerdì 3 gennaio 2020 10:06:27
di Emiliano Amato
La Regione Campania ha recepito le modifiche allo statuto della Fondazione Ravello prodotte dal commissario straordinario Mauro Felicori.
Nell'atto definitivamente licenziato il 27 di dicembre e trasmesso agli uffici regionali di Napoli e richiamato dalla delibera di giunta regionale del 30 dicembre scorso (scarica documento in basso), non molte, a dire il vero, le variazioni apportate dal manager felsineo: spicca senz'altro il riconoscimento del solo Consiglio di Amministrazione rappresentato dai tre soci fondatori: Regione Campania con tre membri, e Comune di Ravello e Provincia di Salerno con un delegato ciascuno. Spetterà al CdA (composto da cinque elementi compreso il presidente) nominare il presidente il cui mandato resta di quattro anni. Nulla, quindi, sembrerebbe mutato, invece, rispetto a un punto da sempre ritenuto dolente: le rappresentanze dei soci fondatori rispetto alle maggioranze politiche in carica. A pochi mesi dal confronto elettorale regionale, non sarà stata certo la priorità... Ma sarà sempre il CdA a poter apportare le variazioni allo statuto.
Previsto anche l'ingresso di soci ordinari, persone fisiche e giuridiche capaci di assicurare le finalità statutarie, che garantiscano donazioni e o offrano prestazioni non inferiori a 200mila euro. L'ingresso di soci ordinari è autorizzato dal Consiglio di Amministrazione. Quindi il Mibact potrebbe così riconfermare la sua partecipazione.
Tra le finalità dell'ente spunta la tutela e la valorizzazione, in termini culturali ed economici, non soltanto di beni di interesse storico situati nell'area di Ravello (Villa Rufolo, Auditorium e Palazzo Episcopio) ma anche sull'intero territorio della Costiera Amalfitana.
Gli organi della Fondazione saranno, oltre al Presidente, il Consiglio di Amministrazione e il Collegio dei Revisori dei Conti che durano 4 anni. Il CdA nomina il direttore generale che va a sostituire il segretario generale e il direttore di Villa Rufolo, figure non comprese nell'organigramma. Sovraintenderà al buon funzionamento degli uffici amministrativi e parteciperà ai Consigli di Amministrazione senza diritto di voto.
Sparisce definitivamente il Consiglio Generale d'Indirizzo (quattro rappresentanti per Regione, tre per Comune e due per Provincia) che secondo il precedente regolamento dovrà essere, però, necessariamente convocato a stretto giro (prima del prossimo 15 gennaio, data di scadenza del mandato commissariale) così da poter nominare il CdA. Altrimenti non si può ripartire. Assolto questo dovere, secondo il nuovo statuto, il CdI sparirà automaticamente. Quindi sarà una sorta di "Consiglio ad acta".
Prima, però, la notifica del documento agli enti di riferimento.
Con queste modifiche allo statuto la Regione di Vincenzo De Luca (che finanzia l'ente che organizza il festival per circa 2 milioni di euro), continuerà a fare la parte del leone. Un risultato apparentemente sfavorevole rispetto a quanto si attendeva l'amministrazione comunale di Ravello, guidata dal sindaco Salvatore Di Martino, il primo a richiedere il commissariamento per la successiva variazione dello statuto. Neanche stavolta, quindi, la tanto auspicata centralità del Comune sembrerebbe materializzarsi.
Da Palazzo Tolla si preannuncia battaglia: il Consiglio comunale monotematico (proprio su Fondazione Ravello), la cui richiesta di convocazione era stata avanzata dai gruppi di minoranza, potrebbe produrre le azioni del Comune.
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