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Tu sei qui: SezioniLettere al VescovadoLa differenza tra un medico di famiglia e uno di base... Grazie dott. Sammarco
Scritto da (Redazione), mercoledì 3 giugno 2020 09:36:05
Ultimo aggiornamento mercoledì 3 giugno 2020 10:32:16
Caro dott. Sammarco anzi Angelo,
desideriamo esprimere qualche considerazione e crediamo senza presunzione alcuna di interpretare il pensiero di molte persone che ti hanno conosciuto, pazienti e non. Vorremmo ringraziarti pubblicamente per la tua professionalità, umanità e grande disponibilità.
Il tuo pensionamento ci ha disorientati. Ovviamente ci saranno validi professionisti che ti sostituiranno ma avvertiamo la necessità di rivolgere un saluto all'amato e stimato medico che sei stato, sei e sarai sempre.
Se infatti la parola fine oggi diventa espressione di una sensazione di "perdita", di un rilevante segmento della nostra vita, l'essere nostro medico; se ufficialmente tutto è normale, ufficiosamente un medico non va mai in pensione: è per la vita.
Parafrasando lo slogan di una vecchia pubblicità, ognuno di noi in questi anni ha sempre pensato: "il mio medico è differente!" e lo ha fatto per una serie di motivi.
Per i nostri, almeno per alcuni di essi, oggi vogliamo dirti pubblicamente grazie! Lo dice anche una persona che vive lontano dal suo amato paese da tempo, che vive dei suoi ricordi e in cui il medico era ed è ancora "di famiglia" e non di base.
Angelo non ti sei mai fermato alla prescrizione o alle analisi, ma ci hai seguito nei percorsi più problematici, interessandoti dei nostri ricoveri, spesso andando oltre alla patologia clinica, riservando a tutti anche l'ascolto. Un'assistenza a tutto campo, dagli incontri fortuiti per strada, all'infinita disponibilità, anche a notte inoltrata, alla ricetta compilata al volo pur mantenendo sempre la dovuta riservatezza: attento all'ascolto dove necessario e sbrigativo dove non lo era.
Nel tuo studio non hai mai indossato il camice bianco, in tutti questi anni sei stato un amico, un medico che con generosità, passione e sacrificio ha difeso la nostra salute, quella della nostra famiglia e dei pazienti che fanno parte della nostra comunità. Sei stato il padre di tutti, il fratello maggiore ma soprattutto il figlio. Grazie per la tua straordinaria dedizione al lavoro che ti ha portato nelle nostre case ad ogni ora del giorno e della notte. Potrebbe sembrare naturale, ma non è sempre scontato... nonni per alcuni, genitori per altri a cui hai dato sollievo non solo fisico, nelle ore più buie, in cui smettevi i panni del medico e divenivi uomo compassionevole; "se essi sono ovunque noi siamo" sono sicuro che in questo momento sono auspici di queste parole.
Grazie al tuo affetto e alla tua professionalità ci hai aiutato ad affrontare le difficoltà della vita, proprio nelle prove più difficili che riguardano la nostra salute. Ci hai sempre trasmesso la tua straordinaria carica umana e con grandissima disponibilità ci hai sempre accolto senza farci sentire soli.
Quindi solo Grazie.
Famiglie R. F. C.
>Leggi anche:
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